BORGIA Valentino

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Già a 13 anni si presenta nella palestra di Via Maggio a Bologna. Attratto soprattutto dalla ginnastica, inizia con gli attrezzi e partecipa pure a diversi concorsi di livello nazionale (Como, Firenze, Milano). Ma poi viene “catturato” dalla lotta, tesserandosi per la “Bologna Sportiva”, dove trova un mentore di vaglia come Malossi. Alto 1,66m x 61kg, oscilla tra “gallo” e “piuma”, categoria in cui consegue il primo risultato eclatante: il 14 dicembre 1930 a Torino si aggiudica difatti il tricolore “juniori”. Nel 1931 si vede poco, ma pensa addirittura ai Giochi: il 21 giugno si schiera nella preolimpica di Bologna, dove finisce quarto nei “gallo”. Tutti ormai lo conoscono, è già tra i migliori a livello nazionale. Nel 1932 insiste col sogno olimpico. Tra aprile e maggio partecipa alle prove tricolori, che assegnano il titolo con classifica finale a punti in base ai piazzamenti: alla fine chiude secondo, alle spalle del romano Trepiccioni, ma nessuno dei due viene selezionato per i Giochi. Il 13 novembre a Bologna gli oppongono l’oro olimpico Gozzi col quale, ovviamente, non c’è gara: viene schienato nel giro di pochi minuti, ma l’esperienza è utile per imparare qualche trucco del mestiere. Difatti sette giorni dopo, ancora nel capoluogo felsineo, è lui a schienare l’avversario (Alvisi) nel giro di nove minuti. Nel 1933 Borgia prosegue la sua ascesa. L’8 gennaio al “Littoriale” di Bologna schiena il faentino Sangiorgi. Il 5 marzo partecipa alla prima prova dei tricolori, disputata nei locali della YMCA a Torino: nei “gallo” è battuto dall’outsider Villa. Il 1 luglio a Bologna schiena Degli Esposti. Il 3 settembre, con la “Bologna Sportiva”, vince il tricolore a squadre, disputato a Genova. Ad ottobre è in tournée in Germania, con la sua squadra di club: a Magonza batte ai punti Henckenroth, ma poi infila una serie di sconfitte (Hasselback a Dusseldorf, Brenne a Witten, Stuernagel a Mannheim, Ganbatz a Pirmasens; pareggia con Imperituro a Ludwigshafen ed Engelmann a Berlino), che dicono molto su quanto ancora deve crescere a livello internazionale. Vince solo a Norimberga con Zottmann.

Tornato in Italia, ha difficoltà nel rientrare nel peso-limite dei “gallo” al punto da non poter partecipare alla seconda prova tricolore, a Faenza: il titolo va così al milanese Villa. Ad inizio 1934, salito stabilmente di peso, Borgia entra nei “piuma”. L’11 marzo, nella prima prova tricolore a Faenza, è battuto solo dall’oro olimpico Gozzi. Il 24 marzo a Bologna la sua squadra affronta una rappresentativa tirolese: Borgia schiena Haine nel giro di 1’10” ed i felsinei vincono l’incontro 4-3. Giudicato dai tecnici ancora immaturo, non viene selezionato per gli Europei di Roma. Continua comunque la sua crescita tecnica: il 2 maggio batte il finnico Hielt nell’incontro tra la “Bologna Sportiva” e la nazionale finlandese, reduce appunto dalla competizione romana, che vince 4-3. Il 22 luglio a Bologna si svolge la seconda ed ultima prova tricolore: Borgia è nuovamente battuto solo da Gozzi e chiude al secondo posto finale. Un mese dopo, il 23 agosto, ancora nel capoluogo felsineo, Borgia supera Giorgi. Il 26 agosto a Bologna batte l’olimpionico Nizzola nell’incontro tra la sua compagine ed il “GC Ponticello”, valido per il campionato italiano a squadre, coi petroniani che si impongono 4-2. I bolognesi comunque non vanno lontano in quel torneo. Borgia si rivede in pedana solo il 20 gennaio 1935, ad Imola, per la prima prova tricolore: appannato, chiude soltanto quinto (vince Nizzola su Gozzi). Riappare solo il 27 giugno quando una rappresentativa bolognese vince con la Francia 5-2: Borgia però viene schienato da Bayle. Tre giorni dopo, a Faenza vince la terza ed ultima prova tricolore, ma il titolo va al milanese Villa. Borgia si rivede il 1 ottobre quando, nella palestra bolognese di S. Lucia, una rappresentativa felsinea affronta la nazionale cecoslovacca: Borgia batte Hyza, ma i cechi prevalgono 4-3. Il 15 dicembre a Bologna guadagna il campionato regionale. Non inizia bene il 1936: il 20 marzo a Budapest, in tournée con la Nazionale, è battuto da Zombori ed i nostri, oltre tutto, non vincono un solo incontro. Tre giorni dopo, a Vienna è superato da Finvus. Brilla poco pure ai tricolori di Prato il 19 aprile: chiude terzo, battuto comunque da due grandi assi come Gozzi e Nizzola, con i quali peraltro i giudici hanno usato un occhio di riguardo.

Viene comunque convocato per il grande ritiro collegiale preolimpico che si tiene a partire dal 12 maggio ad Impruneta, sulle colline fiorentine, presso la Scuola Paolieri, sotto la guida del CT, il finnico Onni Sirenius. Il 20 giugno si tirano le prime somme: Borgia viene battuto da Gozzi ed il sogno olimpico sembra sfumare, anche perchè nei successivi test accade la stessa cosa. Dunque Gozzi titolare e Borgia riserva. Ma proprio in uno degli ultimi allenamenti, Gozzi si infortuna seriamente ad una spalla e deve rinunciare al viaggio a Berlino. Dunque il 27 luglio a Verona sul treno che porta in Germania sale proprio Borgia. Le gare olimpiche di lotta si disputano nella “Deutschlandhalle”, grande Palazzo dello Sport, situato alla periferia sud-occidentale di Berlino. Borgia gareggia nei “piuma” il cui limite di peso è 61kg: partecipano 19 lottatori. Il regolamento è alquanto particolare: si attribuiscono zero punti per la vittoria con schienamento, 1 punto per la vitoria ai punti, 2 punti per la sconfitta ai punti 2-1, 3 punti per la sconfitta ai punti 3-0 o per schienamento. Quando un lottatore raggiunge i cinque punti, è eliminato. Il 6 agosto Borgia parte bene e vince ai punti 3-0 col greco Biris. Il giorno seguente si ripete col lettone Kundzins. L’8 agosto però viene schienato dal turco Erkan dopo 11’50” di combattimento. Avendo raggiunto i 5 punti, è eliminato. L’oro va allo stesso Erkan, argento per il finnico Reini e bronzo allo svedese Karlsson. Il torneo di Borgia può comunque essere giudicato in maniera positiva: in sostanza ha perso solo col futuro campione olimpico. Negli anni seguenti si conferma tra i nostri migliori lottatori, anche se ai tricolori subisce qualche sconfitta di troppo. Nel 1937, con la “Virtus Bologna Sportiva”, si aggiudica il titolo italiano a squadre. Nel 1938 è battuto da Nizzola nel Campionato Italiano, dove l’anno seguente è sconfitto da Gavelli. Continua a gareggiare anche nel dopoguerra e nel 1948 è tra i fondatori del “Club Atletico Bologna”. Diventa poi grande arbitro internazionale, stimato da tutti, e segretario della Federazione per molti anni, rimanendo figura di spicco nella lotta italiana. Bologna gli ha intitolato un giardino.