COMINOTTO Guido

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Da adolescente gioca a calcio nell’AC Venezia, spesso si allena nella Piazza d’Armi. Quasi per scherzo, perchè spinto dai compagni, partecipa ad un campionato studentesco di atletica: vince 400 e mille. Alla soglia dei vent’anni decide di dedicarsi seriamente al podismo. Studente, ha tempo e modo di allenarsi con continuità. I risultati arrivano presto, già nel 1921: il 28 maggio a San Bonifacio vince i 400. Un mese dopo, il 26 giugno, è primo sugli 800 al Lido di Venezia. Il 10 luglio è battuto dal forte Ambrosini sugli 800 a Cavarzere. Nonostante l’inesperienza, a livello regionale svetta e convince: il 17 luglio a Padova vince 400 e 800. 14 giorni dopo, è primo nella “Traversata notturna di Treviso”. Il 20 agosto vince il “Giro di Dolo”. Affronta impavido il test dei tricolori a Bologna, forse avventatamente: il 20 settembre chiude comunque al 4° posto gli 800 vinti da Bonini. Non male per un esordiente. A metà ottobre vince i 400 a Cordignano e sulla stessa distanza è battuto a Rovigo da Bogani (ma vince la staffetta). Tirate le somme, una grande stagione che pare a molti foriera di grandi risultati. Cominotto inizia però il 1922 con una sconfitta: il 16 aprile a Legnano è battuto sui 400 da Maffiolini. Pare più adatto alla distanza doppia e difatti il 7 maggio, sulla pista casalinga del S. Elena a Venezia, primeggia sugli 800, battendo un uomo di primo piano come Bonini. I successi non si fermano: il 21 maggio a Treviso domina i 400, sette giorni dopo a Verona si aggiudica i campionati regionali su 400 e 800. In quest’ultima distanza rivince al Lido di Venezia, sul viale prospiciente la spiaggia. Infila poi uno splendido tris sui 400: il 25 giugno ad Este, il 9 luglio sul campo della Pirelli alla Bicocca ed il 23 luglio di nuovo ad Este. Ha il passo da mezzofondista, con una punta non trascurabile di velocità: il 3 settembre compie un test sui 1500, a Belluno, e vince. Non poteva esserci miglior viatico per i tricolori di Busto, a metà settembre: Cominotto ormai è una realtà e vince i 400, lanciandosi nell’èlite italiana.

Anche perchè si conferma appena sette giorni dopo, il 24 settembre, quando vince pure gli 800 che valgono il titolo nazionale, disputati stavolta sul nuovo campo milanese della “Forza e Coraggio” in Via Trento, tra l’altro con un tempo di tutto rispetto (1’57”3/5). Chiude l’annata con un’altra doppietta 400-800, il 29 ottobre a Padova sotto la pioggia. L’ascesa di Cominotto, da oscuro calciatore in una squadra di secondo piano a campione italiano di 400 e 800, appare sorprendente quanto veloce ed eclatante. Ma non può finire qui, dicono tutti. Certo che no. Intanto cambia società e si tessera con “La Fenice”. La prima gara del 1923 è anomala ma il risultato non cambia: l’11 marzo 1923 Cominotto vince i 400hs nello stadio militare veneziano, stabilendo addirittura il record italiano con 58”1/5. Il 22 aprile è a Merano, per un triangolare con austriaci ed ungheresi. Sugli 800 è battuto dal magiaro Benedek, ma si prende la rivincita tre giorni dopo a Venezia dove il risultato si inverte. Nella stessa città lagunare il 10 maggio vince 400 e 800, superando in entrambe le occasioni Bonini. Il 13 maggio conquista a Trento il campionato veneto dei 400. Il 27 maggio è inviato dalla FISA al meeting di Parigi dove chiude terzo i mille, superato dai francesi Brossard e Wiriath. Comincia ad avere anche una certa valenza internazionale e comunque queste trasferte servono anche ad acquisire esperienza. Altra splendida doppietta ai tricolori di Bologna: il 23 giugno vince gli 800 ed il giorno seguente bissa sui 400. Il 9 luglio a Copenaghen, dove è stato appositamente inviato dalla FISA, chiude terzo gli 800 dietro l’olandese Paulen ed il tedesco Peltzer. A fine luglio vince gli 800 nella preolimpica di Roma e si concentra già sui Giochi. Il 12 agosto si conferma a Padova con una doppietta 400-800. Il 26 agosto a Busto è battuto in un 800 ad handicap da Mapelli, partito con 30 m di vantaggio. Il 9 settembre Cominotto vince i 400 a Pordenone e sette giorni è primo sugli 800 che, sul campo di Viale Lombardia a Milano, si svolgono all’interno di un’altra riunione definita “preolimpionica” (in quel tempo le chiamano così). In effetti Cominotto è in forma: il 14 ottobre si impone agevolmente sui 400 a Bologna e chiude un’altra grande stagione.

A 22 anni i suoi margini di miglioramento sembrano ancora ampi. Nel 1924, annata olimpica, Cominotto giustamente punta con grande decisione i Giochi. Inizia col piede giusto: il 23 marzo a Venezia vince il titolo veneto sui 400 e sette giorni dopo ad Este bissa sugli 800. Nel week-end tra 12 e 13 aprile dà spettacolo allo stadio comunale di Genova dove si tiene un’importante riunione “preolimpionica”: vince 400 e 800, ponendo le basi per una maglia azzurra che sembra a portata di mano. Ma un infortunio gli complica i piani. Riesce a rientrare giusto in tempo per la prova di selezione a Udine il 25 maggio, nel nuovo stadio appena fuori Porta Venezia: vince gli 800 anche se appare un po’ imbastito e poco fluido. Diserta per un’indisposizione l’ultima e decisiva gara a Milano, disputata il 7 e 8 giugno sul campo di Viale Lombardia. La severa Commissione Tecnica, guidata dall’ex ostacolista Colbachini coadiuvato dal grande ex mezzofondista Lunghi, non gli fa sconti e lo inserisce solo nella lista dei “rivedibili” ovvero di coloro che dovranno manifestare una buona condizione di forma nell’apposito ritiro collegiale di Busto. In effetti Cominotto palesa qualche difficoltà di troppo: un leggero infortunio ed un’indisposizione gli impediscono di essere al meglio nelle prove di rifinitura. La Commissione tergiversa, in molti scalpitano, nei test di rifinitura Cominotto non dà garanzie, ma d’altro canto ha più volte dimostrato la sua superiorità. La decisione avrebbe fatto contento Salomone: Cominotto è selezionato, ma solo per la staffetta. Niente gara individuale: peccato perchè se in buona condizione, avrebbe potuto centrare un bel risultato. Ma appunto la forma non è quella ottimale e nemmeno a Parigi le cose migliorano. Nessun ripensamento. Le gare atletiche si disputano nel famoso stadio di Colombes, ancora oggi esistente ed immortalato anche dal film “Momenti di Gloria”. Cominotto disputa solo la staffetta 4x400 cui prendono parte sette nazioni. Con lui gareggiano Facelli, Gargiullo e Maffiolini. Il 12 luglio gli azzurri giungono secondi nella semifinale, in 3’30”, nettamente preceduti dalla Gran Bretagna (3’22”) ma davanti alla Finlandia, passando comunque il turno. In finale però, il 13 luglio, giungono sesti ed ultimi, migliorando comunque il tempo del giorno prima (3’28”). Oro agli straordinari statunitensi, col nuovo record mondiale (3’16”) davanti alla sorprendente Svezia ed alla Gran Bretagna la quale precede Canada e Francia. Per lo sfortunato Cominotto, complice una forma inappropriata, una prestazione dignitosa ma niente di più. Gli bastano 15 giorni per riprendersi: il 27 luglio a Krefeld vince gli 800 ma sulla stessa distanza il 10 agosto a Venezia, sul campo di Sant’Elena, è superato dall’altro olimpionico Facelli. Ormai però la forma giusta è arrivata: il 17 agosto primeggia a Conegliano sugli 800 dopo un bel duello con Bruni. Sette giorni dopo, a Venezia è di nuovo battuto da Facelli sugli 800. Facelli diventa la sua “bestia nera”: lo supera difatti anche il 14 settembre sul campo di Vigentino. Cominotto però si prende la sontuosa rivincita ai tricolori di Bologna, sul campo della Virtus, il 20 settembre: sugli 800 resiste al ritmo di Facelli e lo infila negli ultimi 50 metri. Grande vittoria che aumenta i rimpianti per Parigi.

Il 5 ottobre a Venezia chiude l’annata, in definitiva deludente solo ai Giochi, con un altro successo sugli 800. Nel 1925 passa al “GS Nafta” di Genova. Il 12 aprile, giorno di Pasqua, vince gli 800 sul prato di Marassi, campo del Genoa. Grande prova il 17 maggio a Busto: ottiene il record italiano sui 600 metri con 1’24”4/5[1], primato che, benchè ottenuto su una distanza spuria, mostra la sua ottima condizione. Il 28 giugno a L’Aja, Paesi Bassi, in un importante meeting internazionale, è battuto sui 400 dal compagno Gargiullo. Il 5 luglio a Rotterdam invece Cominotto trionfa sui 1500. Il 2 agosto a Brescia viene battuto da Davoli sui mille. Poi perde 45 giorni per un infortunio al polpaccio. Si ripresenta il 27 settembre, sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”, denotando buona condizione: primeggia difatti sugli 800 e nella staffetta olimpionica[2]. Il 4 ottobre a Mestre guadagna senza troppa fatica gli 800 e 14 giorni dopo trionfa a Firenze sui mille. Inizia bene anche il 1926: il 5 aprile in Piazza di Francia a Genova supera tutti sugli 800. Si ripete il 30 maggio a Bologna, sul campo della “Virtus”, con l’ottimo tempo di 1’55”3/5. Poichè la gara vale come selezione per la Nazionale in vista dell’incontro Italia-Cecoslovacchia, Cominotto riveste l’azzurro il 3 giugno sul campo del Milan di Viale Lombardia: chiude però solo quarto sui 400, tuttavia i nostri si impongono 62-54 nel computo totale. Tra il 12 e 13 giugno partecipa ai tricolori che si svolgono sulla pista dell’Arenaccia a Napoli: Cominotto vince gli 800 ed è secondo sui 400, battuto da Facelli. Il 20 giugno in Piazza di Francia a Genova batte tutti sui 400 e nella staffetta olimpionica (con lui Carlini, Garaventa e Pastorino). L’8 agosto è selezionato per il match contro gli ungheresi a Budapest: finisce terzo sugli 800, sopravanzato da Barsi e Facelli. I nostri perdono 49 a 53 dopo una gara molto equilibrata. Il 14 settembre Cominotto si aggiudica 400 e mille a Noventa. 12 giorni dopo, è a Genova, in Piazza di Francia, per la manifestazione in memoria di Lunghi: si toglie la grande soddisfazione di vincere la gara più importante, gli 800, davanti all’astro nascente Beccali. Nel 1927 è ancora tra i nostri migliori mezzofondisti. Il 18 aprile a Genova vince gli 800 ed è selezionato per l’incontro Italia-Polonia che si svolge tre giorni dopo a Roma, al Motovelodromo Appio: vince bene gli 800 e la staffetta 4x400 (con lui Tavernari, Facelli e Carlini). I nostri stravincono 78-54. Il 22 maggio è ad Atene, per un’importante riunione coi più forti atleti greci: vince gli 800. Il 6 giugno gareggia a Stamford Bridge, Londra, dove chiude terzo la prova sul mezzo miglio, alle spalle dell’inglese Spencer e del francese Bergere. Cominotto si rivede solo ai tricolori di Bologna, disputati al “Littoriale” tra 17 e 19 settembre: chiude al secondo posto gli 800, battuto da Tavernari. Vince però la 4x400[3]. Il 25 settembre a Genova si aggiudica gli 800. Il 2 ottobre al “Littoriale” di Bologna partecipa all’incontro Italia-Ungheria: vince gli 800 davanti a Davoli, portando punti importanti ai nostri che alla fine vincono 56-46. 14 giorni dopo, a Bari si impone nuovamente sugli 800, distanza sulla quale primeggia pure a Bologna il 6 novembre.

Tre settimane dopo a Genova, nell’inaugurazione del nuovo stadio del “GS Nafta”, chiude terzo gli 800, sopravanzato dall’ungherese Barsi e dal danese Larsen. All’inizio del 1928 è selezionato tra i “probabili olimpici”, partecipa in inverno a vari collegiali e segue le istruzioni del CT Gaspar. Esordisce il 18 marzo a Bologna, vincendo gli 800: i Giochi sembrano più di una speranza. Anche perchè, dopo un altro collegiale, il 1 aprile Cominotto vince un mille a Bologna. Si ripete otto giorni dopo, stavolta a Genova sugli 800. Il 6 maggio, sul campo genovese della Nafta, si aggiudica il titolo regionale sugli 800. Sulla stessa distanza 14 giorni dopo, nella preolimpica disputata a Bologna, sul campo della “Virtus”, è battuto da Tavernari. Si riscatta subito, il 27 maggio, nell’ennesima preolimpica, disputata stavolta sul campo meneghino dello “SC Italia” dove si aggiudica i 1500. Il 10 giugno è selezionato per il triangolare Francia-Svizzera-Italia che si tiene nello stadio parigino di Colombes: chiude terzo i 1500 e secondo la 4x400[4] dove gli azzurri uguagliano il primato italiano (3’25”4/5). I nostri perdono il confronto con la Francia (132-108), pur superando nettamente la Svizzera (ferma a 69). Il 16 giugno è nei Paesi Bassi, per una trasferta col “GS Nafta”: a L’Aja è battuto dal danese Larsen sia sugli 800 che sui 1500. Tra la fine di giugno ed i primi di luglio Cominotto partecipa ai tricolori di Milano, disputati sul campo della “Forza e Coraggio”: non brilla nelle prove individuali, ma vince la 4x400[5], specialità in cui il 15 luglio a Bologna i nostri ottengono il nuovo primato italiano (3’23”0).

Perciò Cominotto è selezionato per i Giochi, anche in chiave staffetta. Le gare olimpiche di atletica si svolgono all’Olympisch Stadion. Cominotto esordisce sugli 800 cui prendono parte 49 atleti di 24 nazioni. Il 29 luglio chiude terzo in batteria, preceduto dall’argentino Dengra ed il britannico Lowe, ma davanti al turco Kosalay: poichè accedono al turno successivo i primi tre, giunge in semifinale. Qui il gioco si fa duro e Cominotto si trova schiacciato tra grandi calibri: lotta, ma finisce solo sesto su sette, riuscendo a sopravanzare soltanto l’argentino Dengra. Nell’ordine è preceduto dallo svizzero Bylehn, lo statunitense Watson, il tedesco Engelhard, il canadese Little ed il britannico Starr. L’alto livello della semifinale si evince dal fatto che Bylhen ed Engelhard guadagneranno argento e bronzo alle spalle di Lowe. Cominotto ci riprova nella 4x400 cui partecipano 14 nazioni, ma i nostri non vanno lontano. Il 4 agosto giungono terzi in batteria, alle spalle di Germania e Svezia, venendo subito eliminati (passano le prime due). L’oro va agli USA sulla stessa Germania e Canada. Per Cominotto, bene sugli 800, comunque una partecipazione soddisfacente sia pure non completamente positiva. Dopo i Giochi tira i remi in barca e ricompare solo il 1 aprile 1929 sulla pista della Nafta a Genova dove chiude terzo gli 800, alle spalle di Tavernari e Tugnoli. Identico risultato, alle spalle degli stessi due avversari e sull’identica distanza, l’8 maggio a Roma. Il 15 giugno Cominotto è a Londra dove viene battuto sulle 880y dal danese Larsen. Poi sparisce di scena. Si rivede solo il 21 aprile 1930 a Genova, pista della Nafta, dove si aggiudica gli 800. Quattro giorni dopo, nella stessa sede, è battuto da Beccali sui 600. Poi non ottiene più risultati rilevanti.


[1] Il record precedente apparteneva a Cartasegna con 1’25”

[2] Con lui gareggiano Pastorino, Vianello e Gargiullo

[3] Con lui, per il GS Nafta, gareggiano Garaventa, Carlini e Gargiullo

[4] Con lui gareggiano Carlini, Tavernari e Facelli

[5] Con lui, per il GS Nafta, gareggiano Garaventa, Carlini e Vianello