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L'International Table Tennis Federation ha ufficializzato la lista degli atleti che parteciperanno alle Olimpiadi di Rio e sancito la mancata qualificazione degli atleti italiani. In verità gli esiti sorprendenti dei tornei di ammissione asiatica, con i pongisti più forti che hanno lasciato spazio ai colleghi di livello certamente inferiore, potendo comunque contare sul paracadute del ranking per andare in Brasile, hanno complicato il compito un po' di tutti gli europei.

Il direttore tecnico azzurro Patrizio Deniso, però, non cerca alibi. «Mi assumo la responsabilità - afferma - per non aver raggiunto l'obiettivo che ci eravamo posti. Tutti gli sforzi compiuti e l'impegno profuso non sono bastati. Ho ritenuto di dover dare grande disponibilità a un progetto di allenamento tecnico all'estero, perché pensavo che potesse facilitare il lavoro qualitativo di Mihai Bobocica e di Niagol Stoyanov, i nostri due atleti più accreditati a ottenere il pass per i Giochi, ma i risultati non sono arrivati. Delegare a Vienna il percorso tecnico di Bobocica, nella fase di recupero dall'infortunio alla spalla di fine 2014, non è stata una scelta giusta. Credo che in futuro non avremo bisogno di andare a cercare altrove qualcosa che abbiamo in Italia. C'è il Centro Federale a Formia con uno staff tecnico a disposizione e il lavoro verrà concentrato lì».

Alcune situazioni oggettive hanno reso più difficile l'avvicinamento dei due azzurri alla qualificazione olimpica:«L'infortunio di Bobocica l'ha penalizzato moltissimo, in un momento di grande crescita che l'aveva portato a essere intorno ai primi 50 al mondo. Mihai ha avuto un'involuzione tecnica, che si è portato avanti fino a oggi e che non gli ha permesso di ritrovare quella fiducia che aveva in passato. Stoyanov è cresciuto tecnicamente, ma nell'agosto del 2015 ha subìto un intervento ai denti molto invasivo, che fisicamente l'ha condizionato. Peccato perché dai Mondiali in poi entrambi hanno avuto delle occasioni per vincere partite che avrebbero consentito loro di guadagnarsi l'ammissione alla rassegna a cinque cerchi e le hanno fallite di poco».

Per quanto riguarda Marco Rech Daldosso e Leonardo Mutti «sono usciti troppo tardi e Rio non era certamente il loro traguardo, pur essendo saliti parecchio in classifica. Sul fronte femminile abbiamo un terzetto giovane, formato da Debora Vivarelli, Chiara Colantoni e Giorgia Picccolin, sui cui vale la pena lavorare molto e che può avere un effetto traino nei confronti delle atlete delle classi di età inferiori». "Giovani" è dunque la parola d'ordine su cui concentrare l'attenzione:«Dobbiamo impegnarci, permettendo loro di raffrontarsi a livello internazionale sempre di più. Abbiamo un gruppo molto solido maschile e femminile e bisognerà dargli la possibilità di arrivare all'anno olimpico di Tokyo 2020 con un livello di esperienza che lo aiuti a essere competitivo».

In allegato la lista degli atleti qualificati alle Olimpiadi.

Niagol Stoyanov e Mihai Bobocica