Malagò al Seminario sul contrasto alla corruzione nello sport, "lotta all'illegalità è fondamentale"

CONI-PRESIDENZA CONSIGLIO-MAECI-ANAC

087 Seminario Coni Ministero Polizia Pagliaricci GMTSi è svolto oggi presso la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia di Roma il Seminario di alto livello “Contrastare la corruzione nello sport - Verso una solida alleanza pubblico-privato nel quadro della Risoluzione UNCAC 7/8. Lo Scenario Italiano”. L’iniziativa, frutto di una collaborazione fra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio per lo Sport, il CONI e l’ANAC, è stata promossa con l’intento di diffondere l’intervenuta approvazione della Risoluzione UNCAC 7/8 “Corruption in Sport”, adottata alla Conferenza degli Stati parte dell’UNCAC su proposta italiana, a conferma del ruolo di avanguardia del Paese sul piano internazionale nel contrasto preventivo e repressivo della corruzione e di ogni forma di devianza in un’area a rischio come lo sport.


Molteplici possono essere, infatti, le forme di manifestazione dell’illegalità in questo ambito: scommesse illegali, manipolazione delle gare, devianze nell’assegnazione dei grandi eventi sportivi, turbativa degli appalti e delle concessioni ad essi collegati, doping, eccetera. L’insieme di tali fattispecie criminose segnala l’esigenza di una visione più ampia, del fenomeno corruttivo nel mondo dello sport che tenga conto anche dei legami con il crimine organizzato e con il riciclaggio e dell’impatto sull’integrità dei soggetti pubblici e privati.


La giornata di studio e confronto è stata introdotta dal direttore generale per la mondializzazione e le questioni globali della Farnesina, Massimo Gaiani e, tra gli altri, ha registrato gli interventi del coordinatore per le attività internazionali di contrasto alla corruzione del MAECI, Alfredo Maria Durante Mangoni e di numerosi rappresentanti istituzionali tra cui Raffaele Piccirillo, Capo Dipartimento Affari di Giustizia del Ministero della Giustizia, il Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho, il Vice Direttore Generale della Polizia di Stato, Nicolò D’Angelo ed esperti ed autorevoli esponenti delle organizzazioni internazionali attive sul tema. Il mondo dello sport era rappresentato da Paquerette Girard Zappelli, Chief Ethics and Compliance Officer del Comitato Olimpico Internazionale, il Presidente del CONI, Giovanni Malagò (foto Pagliaricci GMT), la Vice Presidente Alessandra Sensini, il Segretario Generale, Carlo Mornati, il Procuratore Generale Enrico Cataldi e il Responsabile dell’Ufficio di Vigilanza, Marco Befera.


“Qui abbiamo mondi che apparentemente si parlano poco ma che hanno obiettivi comuni – ha rilevato Malagò -. Il contrasto alla corruzione e all'illegalità è un tema fondamentale e deve valere in assoluto, ma in particolare per chi ricopre il ruolo di funzionario pubblico nel mondo dello sport. In alcuni mestieri e gravissimo comportarsi in modo sbagliato, ma per chi ha un ruolo nei confronti dei giovani, come avviene nello sport, e ancora più grave. Il CONI vuole cercare di essere all'altezza degli eventi. Uno dei primi provvedimenti che abbiamo adottato è stato quello di imporre una regola interna di un massimo di due mandati per i revisori dei conti che erano lì da decenni perché è giusto non stare troppo tempo in uno stesso contesto. E oggi tutti condividono questa soluzione. In questi mesi è stata approvata inoltre una legge sui mandati che riguarda tutti gli stakeholder, non solo il Presidente del CONI. Abbiamo seguito l'esempio del CIO, il nostro punto di riferimento assoluto. Penso fosse giusto regolamentare questo aspetto e lo si è fatto per uniformare tutto il sistema. Questo ha messo in condizione la galassia di avere un ricambio”.  “Sul fronte della giustizia sportiva penso di poter parlare di scommessa vinta – ha aggiunto -. È una materia in continua evoluzione, è un cantiere aperto e questo riguarda ognuno di noi che deve prepararsi alle sfide del domani. Stesso discorso vale per l'antidoping. Quando sono arrivato era il Presidente del CONI a scegliere il responsabile e la guida dell'antidoping. Io mi sono spogliato di questo potere ed oggi la scelta è fatta dalla Giunta su indicazione del Presidente del Consiglio, sentito il Ministro della Salute. È un problema di cultura: devi avere la sensibilità di capire che il nostro mondo rischia di essere screditato per dei fatti che poi si riflettono sui nostri sponsor e su chi crede in noi. Dobbiamo tutelare l'immagine. Il mio abbraccio è per chi viene da Losanna, al CIO è stato fatto un cambio di passo con un ufficio molto efficiente guidato da Paquerette Girard Zappelli che ringrazio di essere qui”.


La prima tavola rotonda è stata dedicata al quadro internazionale in materia, con l’intervento di UNODC, OCSE, Consiglio d’Europa, UNESCO, CIO, Commissione Europea, Parlamento Europeo e la ONG Transparency International. La seconda, invece, ha affrontato lo scenario italiano e ha visto l’apporto delle Autorità nazionali preposte al contrasto dei fenomeni corruttivi in ambito sportivo. Un terzo focus è stato riservato allo sviluppo di standard d’integrità nel mondo italiano dello sport e si rivolge in particolare alle Federazioni sportive nazionali.


Luca Trifone, Consigliere Affari Internazionali ANAC ha spiegato che “nel mondo dello sport si è adottato un concetto onnicomprensivo, ovvero perseguire e limitare non solo i casi di corruzione disciplinati dal codice penale, ma anche la deviazione degli eventi sportivi finalizzata a garantire interessi illegali (frode sportiva) ed a minare la credibilità degli eventi sportivi (ad esempio il match-fixing)”. “Quindi – ha aggiunto - la corruzione, intesa in senso ampio, nello sport può riguardare due ambiti specifici, gli eventi off the field (sponsorizzazioni, processi di acquisto e i contratti, la gestione dei meccanismi elettivi, dei processi di event-bidding e di gestione degli eventi, i contatti con i terzi) e on the field, connesso allo svolgimento dell’evento e alla performance sportiva (doping, match-fixing, riciclaggio, corruzione e frode degli arbitri e degli atleti sono temi di estrema attualità)”.


Le mafie trovano un fertile business sempre più anche nel mondo dello sport ed, in particolare, in quello del calcio è stato invece l'allarme lanciato dal Procuratore Antimafia, Cafiero de Raho. “In particolare qui - ha detto - il risultato sportivo è condizionato dal business e non è solo il frutto dell'impegno agonistico. Le vittorie sono legate, anche se indirettamente, agli introiti di tipo economico come le scommesse che diventano sempre più oggi un punto centrale". De Raho ha parlato di "evidenze" di inquinamento nel mondo sportivo: "Soprattutto questo può essere valido per il calcio attorno al quale ruotano miliardi e sul quale puntiamo le maggiori attenzioni visto che questa mole di introiti provoca infiltrazione degli interessi mafiosi".


“Nel 2017, la spesa per il comparto delle scommesse sportive e su altri eventi offerti dai concessionari ADM è stata di 1.350 milioni di Euro, di cui circa 800 milioni di Euro sul canale fisico e circa 550 milioni sul canale online (fonte dati ADM) – ha aggiunto Giovanni Emilio Maggi, Direttore Relazioni Istituzionali di Sistema Giuoco Italia - Non esistono invece rilevazioni di dati relativi all’offerta illegale di scommesse, di cui si può solo immaginare l’ampiezza. In Italia, gioco e scommesse rappresentano un’attività riservata per legge allo Stato, sotto il controllo e la vigilanza dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che ne affida la gestione in concessione ad operatori privati”.
Per quel che riguarda nello specifico il contrasto alla frode e alla corruzione, si richiedono sinergie tra il sistema sportivo e il sistema giudiziario, a livello nazionale e internazionale. Tre aspetti appaiono particolarmente cruciali: il sistema degli appalti, il contrasto
al match-fixing e lo sviluppo di modelli di governance, risk management e di controllo interno.