SINGAPORE 2010: La scherma chiude in bellezza, oro a squadre per l'Europa "italiana"

grande_02.JPGIl team Europa 1, composto per 5/6 da italiani - Marco Fichera (spada), Camilla Mancini (fioretto), Leonardo Affede (sciabola), Alberta Santuccio (spada) ed Edoardo Luperi (fioretto) - e dalla russa Yana Egoryan (sciabola), conquista la medaglia d’oro a squadre miste nella Scherma, superando per 30 stoccate a 24 il team Europa 2. In tribuna erano presenti il Presidente del CIO Rogge e Alberto di Monaco. Per l’Italia si tratta del 4° oro ai Giochi Olimpici Giovanili, provenienti tutti dalla scherma, l’ottava medaglia in 4 giorni di gare. Nell’insolita competizione il gruppo misto dei migliori individualisti per ciascuna arma del nostro Continente ha superato nell’ordine: America 2 (28-25) nei quarti, America 1 (30-28) in semifinale, nonché, nell’ultimo assalto, un Europa 2 composta da tre tedeschi, una russa, una polacca ed un turco. Si comincia con la schiacciante vittoria per 5 a 1 della Egoryan su Anja Musch (GER), con il tabellone luminoso che per gran parte dell’incontro riporta erroneamente la bandiera tricolore sotto il nome della russa, tanta l’assuefazione ormai a considerare la prima squadra europea completamente made in Italy. Il primo dei nostri a salire in pedana è Marco Fichera, che però si lascia sopraffare per 9 a 5 da un Nikolaus Bodoczi (GER) desideroso di riscattare la bruciante sconfitta subita dal siciliano all’ultimo secondo della finale individuale della spada. Parità assoluta sul 10 a 10. Camilla Mancini ci riporta in vantaggio prevalendo per 5 a 4 su Victoria Alekseeva (RUS). Il totale adesso è di 15 a 14. E’ il turno di Leonardo Affede, che subisce l’intraprendenza di Richerd Hubers (GER). Il 4 a  6 per lo sciabolatore della Germania porta il parziale di squadra sul 20 a 19 per l’Europa 2. Ci pensa allora la nostra portabandiera, Alberta Santuccio, con un approccio grintoso che annichilisce Martyna Swatowska (POL). 3 a 0 per la giovane catanese, che riscatta così la delusione per l’oro mancato ieri di un soffio nella sciabola individuale. Sul 22 a 20 per noi Edoardo Luperi si toglie la soddisfazione di arrivare a quota 30 e di regalare alla sua squadra il titolo olimpico giovanile, battendo Tevfik Burak Babaoglu (TUR) per 8 a 4. Si chiude così una competizione sperimentale, introdotta per questi Giochi dal CIO, che presta il fianco a qualche perplessità. La schiacciante superiorità italiana ha voluto, infatti, che per noi arrivasse dalla prova a squadre una sola medaglia, contro le due della Russia che presentava la Egoryan nell’Europa 1 e la Alekseeva nell’Europa 2. Bastava, in altri termini, che l’Italia fosse meno forte per vincere di più. “In pratica è stata una specie di Italia contro il resto del Mondo – ha commentato Valentina Vezzali, presente in tribuna con il figlio – Il mio maestro sosteneva sempre che la scuola fa scuola, per dire che quando c’è una tradizione schermistica come la nostra, questa diventa un modello per tutti gli altri. I giovani in Italia hanno la possibilità di allenarsi direttamente con i campioni affermati, durante i ritiri della Nazionale. I cadetti tirando contro di me non posso che cresce. Mi ricordo Camilla Mancini ad 11 anni in uno stage chiedermi di allenarsi anche nel giorno di riposo, quando i compagni erano tutti fuori a divertirsi. Da ciò si capisce di che pasta sono fatti questi ragazzi. E a me fa piacere se mi prendono come esempio, anche i maschi. Credo di aver trasferito loro il coragio di non darsi mai per vinti fino all’ultima stoccata”. Alla campionessa di Jesi, che tra le righe ha lasciato intendere di non avere alcuna intenzione di cedere il posto alle nuove leve, forse neppure dopo Londra 2012 (“La competizione interna non può che far bene al nostro movimento”), ha fatto eco il presidente federale Giorgio Scarso: “Dietro i vari Tagliarol, Baldini, Vezzali, Montano cresce una nuova generazione davvero interessante. Il ricambio è fondamentale e la Federazione investe tanto sui giovani. Senza trascurare gli atleti di vertice puntiamo forte sui vivai in modo da perpetuare la tradizione vincente del nostro Paese e da valorizzare il lavoro delle società. Spirito olimpico a parte, poi, questa rassegna ha detto molto anche dal punto di vista tecnico. L’Europa la fa sempre da padrona, ma Asia e Stati Uniti stanno crescendo. Il nostro segreto? Forse è tra le pieghe di quel Gran Premio Giovanissimi ideato negli anni ’60 dal Presidente Nostini, che quest’anno ha riunito 3.400 bambini. La mentalità rivolta ai giovani di una Federazione che ha sempre guardato al futuro”.                 (Foto di Augusto Bizzi)