ROMA 1960: Successo per il convegno "Ieri, oggi e domani", primo atto delle celebrazioni del Cinquantenario. Il ricordo di Giulio Andreotti, i complimenti di Letta al CONI

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Sono iniziate oggi, con il convegno dal tema “50 anni di Roma Olimpica 1960-2010. Eredità e sostenibilità di un’Olimpiade a dimensione umana: Ieri, Oggi, Domani”, le Celebrazioni per il Cinquantenario dei Giochi Olimpici di Roma 1960. Nel Salone d’Onore del CONI, il Presidente del Comitato Olimpico Italiano, Giovanni Petrucci, unitamente al Segretario Generale, Raffaele Pagnozzi, ha fatto gli onori di casa con il prestigioso tavolo di relatori: Franco Carraro, Presidente del Comitato Celebrazioni Roma ’60 e membro CIO, Giulio Andreotti, senatore a vita e Presidente del Comitato Organizzatore di Roma 1960, Mario Pescante, vicepresidente del CIO, Gianni Alemanno, Sindaco di Roma, Rocco Crimi, Sottosegretario con delega allo Sport, Antonio Marano, Vice Direttore Generale Rai, e Luca Pancalli, Presidente Comitato Paralimpico. La relazione conclusiva è stata invece di Gianni Letta.

Hanno partecipato anche alcuni tra i campioni di Roma ’60, come i fratelli Raimondo e Piero D’Inzeo, gli eroi del Settebello, Eraldo Pizzo, Luigi Mannelli e Salvatore Gionta, Nino Benvenuti, il campione di ciclismo Livio Trapè, Luciana Marcellini, la più giovane  atleta olimpica italiana e Giancarlo Peris, l’uomo che accese il tripode dopo aver vinto i Giochi Studenteschi. Presenti anche il figlio di Giulio Onesti, Massimo, i figli di Mario Saini, e quello di Bruno Zauli, Leonardo, oltre ai nipoti di Nervi, Pierluigi e Marco, oltre a Francesco Ricci Bitti e Manuela Di Centa.

Nel corso del convegno, aperto dall’intervento del Segretario Generale del CONI, Raffaele Pagnozzi, si sono ripercorse le tappe di Roma ’60, esperienza unica che vivrà, dal 25 agosto all’11 settembre, le iniziative chiamate a celebrare il Cinquantenario. Pagnozzi ha sottolineato l’importanza delle novità introdotte in quell’edizione olimpica, “perché fu la prima trasmessa in diretta televisiva e in eurovisione, la prima con un atleta non bianco che fece da portabandiera per gli USA, la prima per un caso di doping e per il discorso di pubblicità (un atleta che promozionò le proprie scarpe)”, mentre Carraro si è soffermato sul valore e sulla figura di Giulio Onesti e sullo spessore acquisito dallo sport italiano dopo l’esperienza di Roma, “"In quei giorni i nostri atleti hanno dato per 36 volte l'emozione di vedere il drappo italiano sui pennoni e per 13 volte hanno consentito di ascoltare l'inno. Eravamo diventati un grande paese sportivo”.

Il Presidente Petrucci ha esaltato l’edizione olimpica perché è stata capace di “cambiare in modo radicale la struttura organizzativa del CONI, perché da lì è nata una nuova cultura e un nuovo modo di fare e intendere sport”, mentre Mario Pescante ha ricordato l’esperienza personale “da studente, in piedi in Curva Sud, ad applaudire il trionfo di Livio Berruti”, oltre a una serie di aneddoti legati ai trionfi di Bikila e Jesse Owens e alla fiaccolata spontanea che colorò la cerimonia di chiusura. Il Senatore Giulio Andreotti ha voluto onorare l’occasione ricordando che “nessuna olimpiade è costata meno di Roma 1960, non si fecero spese superflue. Quei Giochi mi hanno regalato gioia ed emozioni”. Luca Pancalli ha invece ricordato l'importanza dell'edizione di Roma '60, perché la prima assoluta a contemplare anche la disputa dei Giochi Paralimpici. Antonio Marano ha invece parlato dell’inscindibile rapporto tra RAI e sport, mentre il sindaco Alemanno ha specificato come “queste celebrazioni nascano a prescindere, non nella logica della candidatura del 2020. Quell’edizione fu memorabile, anche per quello che ci ha lasciato in eredità”. Il Sottosegretario Rocco Crimi ha ricordato “l’importanza di quei Giochi, per lo sport e il Paese” e sottolineato che “il Governo si auspica che Gianni Letta diventi il Presidente del Comitato Promotore per l’edizione del 2020”.

Gianni Letta ha chiuso i lavori, ricordando in modo sintetico che “quei Giochi cambiarono l’Italia e gli italiani. Onesti fu l’anima di quelle Olimpiadi. Furono un esempio e la rievocazione è propositiva per trarne insegnamenti e stimoli in vista di nuovi traguardi. Lo sport sa unire. E se l'Italia può candidarsi non solo alle Olimpiadi è perché il modello del CONI è preso ad esempio da tutti, non è una favola ma una splendida realtà. Se i Giochi tornassero a Roma, sarebbero ancora unici e straordinari ma si potranno ottenere solo se sapremo dare un esempio di concordia ed unità. La lezione meravigliosa che viene dal Sudafrica l'abbiamo vissuta tutti dalle partite del Mondiale che abbiamo seguito, è stato lo sforzo di tutto un continente perché tutta l'Africa si è sentita impegnata. Vorrei che tutta Roma e l'Italia si sentano impegnati in una sfida ardua: senza unità ci sarà competizione ma difficilmente ci sarà la vittoria".

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Roma, 14 luglio 2010