Sofia Raffaeli vince sia l’oro mondiale al cerchio con 34.850, davanti alla bulgara Stiliana Nikolova (33.400) e alla tedesca Darija Varfolomeev (32.150), sia quello alla palla con 34.900, precedendo la Varfolomeev (34.100) e l’altra azzurra Milena Baldassarri, bronzo con 32.400. La diciottenne di Chiaravalle entra così nella leggenda, essendo l’unica individualista italiana ad aver vinto un titolo iridato. In realtà sono due i titoli, quindi il primato vale doppio, come anche la doppietta sul podio con Milena, l’amica del cuore. Era proprio quest’ultima, in una specie di derby fabrianese, a detenere il precedente record nell’albo d’oro federale, avendo vinto l’unico argento di specialità proprio a Sofia, al nastro, nel 2018. La Raffaeli oggi, quindi, riscrive la storia della disciplina, raccogliendo in un colpo solo l’eredita di Dina Averina - la russa squalificata dalla Federazione Internazionale per i fatti di guerra - che a Kitakyushu nel 2021 fece lo stesso en plein. Per la FGI si tratta dunque della quinta, sesta e settima medaglia mondiale individuale di sempre, dopo che per quasi ventisette anni l’unica capace di piazzarsi ad un Campionato del Mondo era stata Samantha Ferrari, bronzo ad Atene 1991. Poi all’Armeec Arena, quattro anni fa, arrivarono appunto l’argento della Baldassarri al nastro e il bronzo alla palla di Alexandra Agiurgiuculese. La Raffaeli, che a Kitakyushu, in Giappone, si aggiudicò il terzo posto al cerchio, sale di ben due gradini, vince pure la palla e sembra inarrestabile nel prosieguo del Campionato. “Sono molto felice, ho lavorato tanto per arrivare pronta a questo appuntamento – ci racconta l’agente delle Fiamme Oro della Polizia di Stato, ancora incredula – Non ho dato il mio massimo pur provando a fare del mio meglio, esprimendomi come volevo e coinvolgendo pubblico e giuria. Al cerchio ho commesso qualche piccola imprecisione in un rischio e alla palla qualche ripresa non era come avrebbe dovuto. Però sono riuscita a salvare tutto”. Sofia, che è riuscita davvero, come aveva promesso, a mettere l’accento giusto alla competizione, cambiando di fatto il nome della capitale bulgara, è stata, per la casualità del sorteggio, la prima a salire in pedana nella finale al cerchio e l’ultima a uscire in quella alla palla. “Avendo dovuto fare la sfilata all’inizio mi sentivo un po’ più tesa al cerchio, parchè, per seguire il cerimoniale, non ho potuto provare in warm up. Poi mi sono sciolta, grazie anche alla mia allenatrice, Julieta Cantaluppi, che mi ha dato i consigli giusti. Così sono entrata serena, pronta a fare ciò che so fare meglio. Alla palla, invece, ero felice di chiudere io, così poi ce ne saremmo andati in albergo a riposare – scherza la formica atomica, soprannome che le diede Fabrizia D’Ottavio, la farfalla d’argento ad Atene 2004, quando la vide per la prima volta – Tra pochissime ore dobbiamo tornare qui per la gara con clavette e nastro, affronterò la giornata con una carica in più, tanta grinta e la voglia di proseguire su questa strada”. Una road to Paris, in verità, che sabato potrebbe farle coronare il sogno più grande, la qualificazione olimpica: “Per ora non ci penso, qui ho la mia famiglia, gli affetti più cari e mio nonno Nello. Se ripenso a quanti chilometri ha fato per portarmi in giro per l’Italia, è tutto merito suo se adesso sono qui. Di sicuro una medaglia la dedico a lui”. Altrettanto soddisfatta la Baldassarri: “Che emozione stare accanto ad un tale fenomeno, sul podio, mentre cantiamo l’Inno di Mameli – esordisce l’aviere dell’Aeronautica Militare – La mia finale al cerchio era inaspettata, non ero mai riuscita a centrarne una con questo esercizio. Dopo la perdita sull’equilibrio e l’attrezzo fuori pedana da 0.30, due errori che mi hanno fatto arrivare ottava, ho cercato subito di recuperare la concentrazione. Anche perché ero la prima della successiva final eight alla palla. La mia dedica è per la Ginnastica Fabriano, per tutte le piccole che ci seguono, le mie allenatrici, l’Aeronautica Militare e la mia famiglia. Se ce lo aspettavamo? Il nostro obiettivo è sempre quello di portare in alto la bandiera italiana, quindi domani mattina si ricomincia. Mi dispiace tanto per Daria Atamanov, ho visto in diretta il suo infortunio, perché era proprio prima di me. Anche Boryana (Kaleyn) l’ho vista molto carica in questi giorni, non vedeva l’ora di gareggiare in casa davanti al suo pubblico. Un grande dispiacere che da ginnasta capisco bene. Il mio pensiero quindi va ad entrambe, spero di rivederle presto in pedana”.

CLASSIFICA FINALE CERCHIO

CLASSIFICA FINALE PALLA