News

Europeo Under 23: straordinario argento per il quattro di coppia maschile

sabato 21 Novembre 2020

Europeo Under 23: straordinario argento per il quattro di coppia maschile


ROMA, 21 novembre 2020 – All’Europeo Under 23, azzurrini in grande spolvero anche sul quattro di coppia, barca che ha fatto la storia della tradizione remiera italiana. Non hanno deluso le aspettative dunque Riccardo Mattana (Idroscalo Milano), Gustavo Ferrio (CC Saturnia), Lorenzo Gaione (CUS Torino) ed Emanuele Giarri (CC Roma) che hanno conquistato un bell’argento, battendo equipaggi di valore come quelli della Germania e dell’Olanda: “Ci siamo allenati molto bene – inizia Gustavo – personalmente sono riuscito a lavorare adeguatamente anche durante il lockdown grazie al continuo monitoraggio da parte di Spartaco Barbo. Settimanalmente ci sentivamo su Zoom e riuscivamo a vederci almeno due volte per gli allenamenti. In particolare questi ultimi erano fondamentali per mantenere vivo lo spirito competitivo. Usciti dal lockdown, e in assenza di gare da disputare, la selezione è iniziata dai test al remoergometro fatti da casa. Verifiche che sono durate per tutto il mese precedente la selezione in barca svoltasi poi a Pusiano.


Una volta definito l’equipaggio abbiamo praticamente sempre espresso buone velocità in allenamento. L’affiatamento del gruppo era notevole e siamo cresciuti molto. Spesso ci siamo confrontati con le altre barche azzurre, in particolare con l’otto. Credo che l’atmosfera serena e positiva che si era creata, abbia portato giovamento a tutti”. Sull’Europeo Gustavo non ha dubbi: “Le aspettative c’erano ma non sapevamo il reale valore della barca. Io ed Emanuele Giarri, avendo condiviso anche il mondiale 2019 a Sarasota, cercavamo di capire e di fare dei paragoni con l’equipaggio dell’anno pretendete, ma sapevamo che alla fin fine sarebbero state le gare a dimostrare il nostro potenziale. Ed il successo è arrivato puntuale”.


Più difficoltoso, invece, il percorso di Emanuele Giarri che dice: “È stato un anno duro. Le problematiche legate alla pandemia non sono state facili da affrontare. Penso alla quarantena, agli allenamenti in solitaria ma anche a tutti gli eventi annullati. In particolare mi è dispiaciuto molto per la cancellazione del Mondiale, era l’ultimo che avrei affrontato in categoria Under 23. Poi a maggio mi sono anche dovuto fermare tre mesi pieni a causa di un problema ad una vertebra, risultato in seguito abbastanza importante. Diciamo che il livello di motivazione e l’umore non erano al massimo, per usare un eufemismo. Fortunatamente poi, grazie a svariate terapie, sono riuscito a rimettermi in sesto”.


Positivi comunque i ricordi relativi all’appuntamento di Duisburg: “In particolare ricordo la finale: è stata stupenda. Un mix tra soddisfazione e amarezza. Puntavamo all’oro, non lo nascondo, ma per qualche errore commesso in semifinale, siamo passati con uno dei tempi meno buoni. Questo ha fatto sì che ci capitasse una delle corsie peggiori, cosa che, a parer mio, ci ha sfavorito abbastanza. Le velocità che avevamo erano buone e penso che si potesse tranquillamente puntare all’oro. Diciamo che sono stati errori più mentali e di strategia che mancanze fisiche e questo un po’ di amaro in bocca me lo ha lasciato. Faccio comunque tesoro di quest’esperienza. Quello che ho imparato dalla stagione passata è che pazienza e tenacia sono fondamentali. I fallimenti fanno parte della salita verso l’obiettivo e, soprattutto in questo periodo di incertezze, è importante saper reagire bene alle avversità senza farsi condizionare”.


Difficoltà e impegno, dunque, per gli atleti del quadruplo che però, come ci spiega Lorenzo, hanno ampiamente ripagato gli sforzi fatti: “Questa medaglia d’argento è stata sicuramente una bella gratificazione per tutto il lavoro svolto in società e in raduno insieme ai miei compagni della nazionale. La gioia poi è stata ancora più grande dato che nei mesi di marzo e aprile, durante il lockdown, la stagione di gare sembrava inevitabilmente compromessa. Spartaco Barbo, in quel frangente, ha fatto un grande lavoro nel tenere tutti i potenziali azzurri uniti e compatti, dandoci motivazione e voglia di perseverare nonostante la situazione difficile. La notizia dell’Europeo confermato poi mi ha dato la spinta giusta per allenarmi ancora più intensamente. Grazie a questi sforzi ho potuto presentarmi al raduno preparatorio in forma e pronto per l’impegno internazionale.


Io ed i miei compagni di barca, Gustavo, Riccardo ed Emanuele, ci siamo presentati in Germania molto legati e determinati a fare un bel risultato che, infatti, dopo una finale tiratissima, è arrivato – e continua l’atleta genovese – sicuramente il nostro punto di forza è stata la grande affinità che abbiamo saputo creare. Siamo stati capaci di convogliare tutte le nostre energie verso il risultato. La giusta mentalità unita alla voglia di emergere hanno fatto la differenza nei momenti di maggior difficoltà e durante la gara”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Riccardo, che, relativamente all’argento afferma: “È stata una bellissima sorpresa. Sapevo che ci eravamo allenati veramente bene durante il raduno a Pusiano ma il quattro di coppia è una specialità molto competitiva e il risultato non è mai scontato”.


Per lui un esordio decisamente anomalo, viste le condizioni rese necessarie dalla pandemia: “È stata un’annata un po’ strana. Questo era il mio primo anno con la Nazionale. Nonostante le limitazioni imposte per evitare i contagi posso affermare che è stata un’esperienza straordinaria. Sono mancati i festeggiamenti alla fine dell’Europeo, quello si, ma quando eravamo in prossimità dell’arrivo, il tifo, se pur meno intenso, si è fatto sentire, grazie alla squadra azzurra che ci incitava da riva e dalle tribune”. E in conclusione il vogatore lombardo ci confessa: “Diciamo che non sono uno che esterna molto le proprie emozioni, ma se devo dirla tutta ero veramente teso e penso che i miei compagni l’abbiano notato. Poco prima della finale ero agitatissimo, ma appena ho sentito il segnale della partenza non ho pensato più a nulla e mi sono concentrato al massimo. La mia paura più grande era veramente stupida a pensarci ora: temevo di perdere un remo durante la gara. Ma penso che si possa vedere più in generale come la paura di deludere i miei compagni. Alla fine comunque è andato tutto bene”.