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"Lo sport in Italia, numeri e contesto", presentati i dati

istat mezzelani gmt050E' stato presentato questa mattina, nel Salone d'Onore, il documento “Lo sport in Italia. Numeri e contesto”, curato dal Centro Studi del CONI. L’approfondimento, in collaborazione con l’Istat, oltre al monitoraggio sui dati del 2013 relativi al sistema sportivo, ha analizzato anche i risultati della rilevazione censuaria sulle istituzioni no profit e sull’indagine multiscopo effettuata sulle famiglie. Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha fatto gli onori di casa, alla presenza del Presidente dell’Istat Antonio Golini e del Direttore centrale delle rilevazioni censuarie e dei registri statistici dell’Istat, Manlio Calzaroni. Tra i relatori anche Michele Uva, Direttore Generale di CONI Servizi e Responsabile del Centro Studi CONI.

Malagò ha aperto la conferenza stampa, puntando sull'importanza dei dati per comprendere lo stato del movimento nel Paese. "Il Centro Studi è un punto di riferimento essenziale, per qualsiasi esigenza, è sinonimo di credibilità. Bisogna spiegare i numeri, capire come siamo e chi siamo, cosa succede nel nostro contesto, dalla Valle D'Aosta alla Calabria. Sono numeri in evoluzione e in qualche caso si presenta anche un'involuzione. Questo documento è una risonanza fondamentale, certificata da un partner che è la Cassazione in materia: l'Istat è andato anche oltre, ha allargato la prospettiva sul no profit. E' fondamentale che si parli di sport, non di altre attività, e che i numeri siano letti anche sotto il profilo dell'impiantistica. Per questo ho sollecitato una mappatura, perché senza una chiara visione di quante e quali strutture ci siano, anche a livello di dislocazione, diventa difficile intervenire. Lo sport offre l'opportunità per invertire il trend della disoccupazione, partendo dai numeri".

Il Presidente dell'ISTAT, Antonio Golini, ha amplificato il concetto. "I dati che presentiamo sono stati rilevati nell'ambito del censimento delle istituzioni non profit 2011, unico nel panorama europeo. Lo sport gioca un ruolo centrale nella formazione e nella crescita dei giovani e nella promozione delle discipline sportive, con evidenti ricadute positie sullo stato di salute della popolazione e sui rapporti sociali. Il dettaglio delle attività sportive non profit, svolte senza fini di lucro, ci offre la possibilità di analizzare numerosi aspetti relazionali. Lo sport è uno dei valori più importanti e il grado di partecipazione della popolazione ad attività fisiche e agonistiche è uno dei parametri per tracciare il profilo culturale e sociale del Paese, permettendo anche di monitorare il livello di sedentarietà della popolazione. Vogliamo proseguire la collaborazione con il CONI per migliorare il patrimonio informativo, garantendo la qualità e la periodicità del dato statistico. Abbiamo in cantiere una nuova indagine campionaria dedicata al tempo libero e alla cultura, con nuova rilevazione nel 2015, anche per quantificare il valore aggiunto generato dallo sport e stimare l'insieme delle relazioni economiche".

Manlio Calzaroni, Direttore Centrale delle rilevazioni censuarie e dei registri statistici dell'ISTAT, ha fornito invece i dati del "no profit nello sport". "Le istituzioni non profit sportive sono 92.838, pari al 30,8% delle istituzioni non profit censite. Oltre sei istituzioni sportive su 10 sono nate nell'ultimo decennio (+ 61,5% rispetto al 2000), 6.800 quelle che hanno erogato i propri servizi a persone con i disagi. Nel settore è attivo un milione di volontari (il 92,2% delle risorse umane impiegate), 13mila lavoratori dipendenti e 75mila lavoratori esterni, per lo più giovani: il 23,7% è under 30. Sono 61mila gli atleti, allenatori, accompagnatori, istruttori. Nel corso del 2011 le istituzioni sportive hanno registrato un flusso di entrate economiche di oltre 4,8 miliardi di euro di entrate (il 7,6% del totale relativo al non profit) e di uscite di oltre 4,7 miliardi di euro (8,2%). Il settore è cresciuto del 5% nel totale no profit rispetto al 1999, mentre è cresciuta di oltre il 60% la quota di istituzioni sportive costituesi nell'ultimo decennio. Nel settore è attivo un milione di volontari, 13 mila lavoratori dipendenti e 75 mila lavoratori esterni. E' alto il livello di partecipazione dei soci, circa il 75% del totale. Bolzano, Valle D'Aosta, Trento, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Marche sono i territori in cui l'attività sportiva è più diffusa. Il privato è la principale fonte di finanziamento".

Il Direttore Generale di Coni Servizi, Michele Uva, ha chiuso la presentazione, illustrando in modo esaustivo i dati legati al monitoraggio effettuato dal CONI sul sistema sportivo nazionale. "Con il Centro Studi abbiamo trasformato in realtà un obiettivo contenuto nel programma del Presidente, grazie al lavoro di validi professionisti. I numeri governano il mondo, diceva Platone, ma vanno analizzati e incrociati, questo è il nostro obiettivo. Dallo studio emerge che sono oltre 4 milioni e mezzo gli atleti italiani tesserati (il 31% in più rispetto al 2003) dagli organismi riconosciuti dal CONI, un milione invece gli operatori sportivi (dirigenti sportivi e federali, tecnici e ufficiali di gara) e 64.829 le società sportive. Numeri che continuano a crescere: è pari al 3,6% la crescita decennale del numero di società sportive, 1,6% quella relativa al numero degli operatori sportivi. Il 54% è la percentuale degli atleti tesserati che ha meno di 18 anni. Il 30% ha un'età compresa tra gli 8 e i 13 anni, mentre il 25% ha un'età superiore a 36 anni. A livello di pratica sportiva ammonta al 42% la percentuale dei sedentari, ma sono aumentati, fino a toccare il 30%, i praticanti assidui. Questo è un punto di partenza per capire il movimento, anche a livello sociale, e valutare tutte le iniziative necessarie per perseguire gli obiettivi più ambiziosi".

Il documento "Lo sport in Italia, numeri e contesto 2014"

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