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PASTA Gaspare

1924. Pentathlon Moderno. 36°

Classe 1893, si dedica inizialmente all’atletica, pur senza risultati significativi. Ufficiale dell’Esercito, la Prima Guerra Mondiale interrompe bruscamente la sua attività. Terminato il conflitto, continua la carriera militare ma insiste anche con l’atletica dove fa un po’ di tutto. Tesserato per il CS Firenze (è di stanza nel capoluogo toscano), il 18 luglio 1920 alle Cascine giunge 2° sui 400 e nel lungo, battuto rispettivamente da Natali e Contoli (futuro olimpionico). Alterna le corse alla scherma che ha iniziato a praticare da militare. In guerra ha sparato, perciò non gli manca l’esperienza di tiro, e se la cava pure a nuotare. Inoltre, da buon ufficiale, sa anche cavalcare. Dunque è già un pentathleta in fieri, comunque poliedrico e multidisciplinare, un atleta a tutto tondo. Passa alla Scuola Militare di Educazione Fisica a Roma. Il 19 e 20 maggio 1923 a Firenze vince la prova di decathlon, totalizzando 3685,05 punti. Non rinuncia a niente: il 9 giugno a Bologna giunge 3° nei tricolori di spada, alle spalle di Spigaroli e Basletta. Gradino più basso del podio anche il giorno seguente nella “Coppa Pontenani”, ancora con la spada, sopravanzato stavolta da Sarrocchi e Terlizzi. In atletica e scherma dunque teme pochi confronti ed è già un buon inizio per pensare ai Giochi. In effetti tenta la qualificazione olimpica con la spada, ma gli va male sin dalla prima selezione e dunque rinuncia presto. Si apre però un’altra strada, quella del pentathlon moderno, sport letteralmente inventato da de Coubertin, teso alla ricerca del “soldato perfetto”, e che ha esordito ai Giochi del 1912. Sport militare per antonomasia, quando si devono scegliere gli azzurri per Parigi, i vertici del nostro Esercito non si lasciano sfuggire l’occasione: i nostri rappresentanti saranno alcuni esponenti delle forze armate. Si scelgono coloro che dimostrano le migliori attitudini in alcune delle cinque discipline e Pasta certamente sembra avere le caratteristiche ideali. Non sarà un grande nuotatore, ma si sa difendere dappertutto. Dunque si va a Parigi. Le prove olimpiche valide per il Pentathlon Moderno si svolgono dal 12 al 17 luglio. Partecipano 38 atleti di 11 nazioni. La generale viene stilata in base alla somma dei punti assegnati in base ai piazzamenti (1 al primo, 2 al secondo e così via): vince perciò chi totalizza il minor numero di punti. La prima gara in programma è il tiro a segno, con pistola automatica, su 200 colpi e si svolge al poligono di Versailles, nei pressi della celeberrima reggia. Vince il danese Olsen che totalizza 186 punti. Male i nostri: il migliore è Corradi, con 240 punti, che chiude 26° davanti a Chiesa (29°) mentre Micheli è 32° (134 punti) e Pasta addirittura solo 36°, con 126 punti, compromettendo fin da subito le chances di ben figurare nella generale.

Lo stesso giorno, qualche ora dopo, si disputano i 300 m sl a nuoto, nella Piscine des Tourelles, in Rue de Tourelles, nella parte orientale di Parigi, nei pressi della Porte des Lilas, praticamente dove oggi sorge lo “Stadio Nautico Georges Vallerey”. Chiesa, ricordandosi del suo passato natatorio, è grandioso e termina secondo, col tempo di 5’21”6, alle spalle dello svedese Lindman (futuro oro) che chiude in 5’18”6. Male gli altri azzurri: 22° Corradi, 35° Micheli (in 8’10”6) e 36° Pasta, ancora terz’ultimo. Dopo la prima giornata Pasta non ha nessuna speranza di entrare nei primi 20. Il 14 luglio tocca alla scherma, prova di spada, tutti contro tutti. Qui, finalmente, memore del suo passato, è grande Pasta, secondo dietro lo svedese Dyrssen, mentre Micheli termina 22° p.m. assieme a Chiesa, con Corradi 26° p.m. Ma la bella prestazione non consente a Pasta un grande recupero nella generale dove si installa in 28a posizione. Il 16 luglio si disputa la prova di equitazione, un cross di steeple-chase, nell’ippodromo del Grand Parquet a Fontainebleau, pochi km a sud di Parigi. Vince il finlandese Avellan, con Micheli migliore degli azzurri (17° p.m.) mentre Chiesa è 19° p.m., Corradi 22° p.m. e Pasta non conclude la gara, avviandosi verso il fallimento totale. Infine il 17 luglio, ultima prova, il cross di 4 km a piedi, nello stadio di Colombes. Vince alla grande lo svedese Lindman, in 12’40”. I nostri terminano lontanissimi e compromettono le già residue speranze di una discreta posizione nella generale: Micheli, con 15’28”, è il migliore ma chiude 30°, subito davanti a Corradi e Pasta (tempo 15’48”), con Chiesa solo 36°. L’oro va al grande svedese Lindman (primo nel nuoto e nella corsa) che totalizza 18 punti davanti ai connazionali Dyrssen (39.5) e Uggla (45.0) per un assoluto trionfo scandinavo. La posizione ottenuta da Pasta nella generale, 36° con 142 punti, rende superfluo ogni commento. Fortissimo nella scherma, ha profondamente deluso nelle altre prove, ritirandosi nell’equitazione. Il pentathlon, lo dice la parola stessa, si basa su cinque sport ed eccellere in una sola disciplina non può essere sufficiente a garantirsi una buona classifica. Non che gli altri azzurri abbiano brillato: Chiesa chiude 24°, Corradi 30° e Micheli 33°. Certamente per tutti una partecipazione olimpica che non ha lasciato segni significativi. Pasta continua a gareggiare in più sport e discipline. Nel giugno 1926 vince i tricolori militari nei 200hs. Assegnato alla Scuola della Farnesina, segue vari sport, praticando ancora diverse discipline: il 17 dicembre 1933 vince il tricolore di spada riservato agli ufficiali dell’Esercito. Ha sempre un occhio di riguardo per il pentathlon di cui conosce ogni segreto tant’è vero che nel 1934 è nominato CT della nostra Nazionale: organizza, gestisce e seleziona la spedizione azzurra i Giochi di Berlino del 1936, anno in cui peraltro riguadagna il tricolore di spada riservato ai militari. Rimane figura fondamentale nel mondo del pentathlon: è difatti il primo Presidente della Federazione Italiana (FIPM), fondata nel 1940, rimanendo in carica sino al 1943.

pasta grande


Berlino 1936. Pasta, CT della Nazionale di pentathlon moderno