Protocollo biennale per promuovere stili di vita sani. Malagò e Cognetti: chi fa sport vive di più

CONI-FONDAZIONE INSIEME CONTRO IL CANCRO

gruppoIl Presidente del CONI, Giovanni Malagò, e il Presidente di "Insieme contro il Cancro", prof. Francesco Cognetti hanno firmato oggi - in Sala Giunta - un protocollo d’intesa biennale per promuovere campagne di sensibilizzazione sugli stili di vita sani (no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta).  Il documento è stato sottoscritto alla presenza del Segretario Generale del CONI, Roberto Fabbricini, del Responsabile di Nado Italia, Leonardo Gallitelli, e di Gianni Letta (foto Mezzelani-Gmt).

 

Il 20% dei tumori è causato dalla sedentarietà. I benefici dell’attività fisica sono evidenti e diversi studi hanno dimostrato la sua influenza su alcune delle neoplasie più frequenti: riduce del 12% il rischio di sviluppare il cancro al seno, del 44% al colon retto e del 55% al polmone. In Italia però ancora troppi cittadini non praticano nessuno sport, i sedentari rappresentano il 39,2% della popolazione, pari a circa 23 milioni di persone. “Scienza e sport uniscono le forze in un’alleanza strategica – spiega il prof. Francesco Cognetti -. Complessivamente in Italia ogni anno più di 73mila casi di tumore potrebbero essere evitati grazie al movimento, con conseguenze importanti anche in termini di risparmi. Le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consigliano circa 150 minuti a settimana, cioè 2 ore e mezza, di attività fisica aerobica, come camminare, correre, andare in bicicletta, a un ritmo moderato-intenso”. “Il movimento fisico esercita effetti preventivi e terapeutici – continua il prof. Cognetti - e può essere paragonato a un farmaco che, opportunamente somministrato, previene gravi malattie come i tumori e ne impedisce lo sviluppo, garantendo considerevoli vantaggi sia ai cittadini che al sistema sanitario. Ricerche dimostrano che i livelli attuali di attività sportiva in Italia fanno risparmiare 1,5 miliardi di euro l’anno al Servizio sanitario nazionale. La pratica sportiva continuativa infatti permette di evitare 25.880 malattie ogni anno (in particolare patologie cardiovascolari, ictus, tumori del seno e del colon retto, diabete di tipo II) e il ricorso a cure che costerebbero un miliardo e 283 milioni. A questa cifra si aggiungono 178 milioni di costi non sanitari. Inoltre se si abbassasse soltanto dell’1% la percentuale di persone sedentarie si otterrebbero ulteriori risparmi pari a 200 milioni di euro l’anno”. Nel 2016 in Italia sono stati stimati 365.800 nuovi casi di cancro e le persone vive dopo la diagnosi superano i 3 milioni.

 

Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha sottolineato l'importanza di questa sinergia. "Sono molto amico del prof. Cognetti il nostro rapporto va oltre. Ognuno cerca di dare un aiuto ai rispettivi mondi. La firma di questo protocollo rappresenta il punto di partenza per sviluppare  progetti ad ampio raggio, rivolti a tutti i cittadini, con l’obiettivo di promuovere corretti stili di vita e valorizzare l’importanza dell’attività motoria per la tutela della salute. I dati recenti dell'Istat rivelano che la percentuale di praticanti sportivi è cresciuta di un punto e mezzo nell’ultimo anno e di 4,2 punti tra il 2013 e il 2016, aumentando in media di circa 1,4 punti percentuali all’anno. Nel nostro Paese non erano mai stati raggiunti livelli di pratica sportiva così alti. Siamo orgogliosi di questo riscontro ma dobbiamo continuare a lavorare – tutti insieme - per incrementare il trend positivo, con la certezza che questo protocollo d’intesa favorirà il raggiungimento di nuovi traguardi, contribuendo a contrastare la sedentarietà, che interessa ancora milioni di italiani. Per me è motivo di orgoglio considerando il programma che mi ha portato alla Presidenza dell'Ente. E ora dobbiamo fare ancora di più, continuare ad andare nelle scuole, organizzare corsi di formazione. Se fai sport vivi di più e vivi meglio e non si è mai fatta tanta pratica come oggi: lo dicono i riscontri. Dobbiamo trascinare il Sud che abbassa la media, fare qualcosa di diverso sul territorio. È una nuova frontiera che il CONI vuole esplorare per crescere anche culturalmente e deve farlo tra i giovani. Sono sicuro che abbiamo davanti anni destinati a regalarci grandi soddisfazioni in questo senso".

Gianni Letta ha voluto presenziare all'appuntamento, rinnovando l'impegno al servizio della causa. "Grazie al prof Cognetti perché questa iniziativa concorre al raggiungimento di traguardi prestigiosi a livello sociale nella lotta al cancro. Ho accompagnato la nascita di questa fondazione che riesce a valorizzare l'aspetto sanitario, coniugandolo a quello umano, grazie al coinvolgimento di medici, pazienti e famiglie. Lo sport è uno strumento essenziale più dei farmaci e la sinergia con il CONI favorisce l'accesso alla pratica sportiva, dimostrando che l'Ente è entrato nel tessuto del Paese. Ricordo ancora la presentazione del programma di Malagò e i suoi propositi andavano oltre il perimetro agonistico. Abbracciava il sociale per farne uno strumento di crescita del Paese. È ci è riuscito, questa ne è la testimonianza più vivida".

 

Le ultime conferme sul ruolo dello sport nella prevenzione oncologica vengono dalla pubblicazione di due lavori sulla prestigiosa rivista scientifica JAMA. Il primo è un’indagine epidemiologica condotta su circa un milione e mezzo di cittadini negli Usa e nel Nord-Europa che stabilisce una forte correlazione tra attività fisica e riduzione della mortalità per 13 forme diverse di tumore: con un calo stimato tra il 10 e il 42%. A questo si aggiungono i risultati di un’altra indagine che ha scoperto una notevole riduzione del rischio per le neoplasie del sistema digestivo, valutabile intorno al 37%. “Un altro aspetto rilevante, anche se troppo spesso sottovalutato, riguarda il ruolo dell’attività fisica nelle persone che hanno già ricevuto una diagnosi– conclude il prof. Cognetti –. Purtroppo solo il 20-30% di questi pazienti pratica sport al termine delle cure. In realtà i vantaggi sono chiari. Ad esempio al Gastrointestinal Cancers Symposium che si è svolto a San Francisco lo scorso gennaio è stato presentato uno studio che ha coinvolto più di 1.200 pazienti con tumore del colon retto in fase metastatica: la mortalità si è ridotta del 19% e la progressione della malattia del 16% nelle persone che hanno svolto 30 minuti di attività fisica moderata al giorno. E nel tumore del seno l’esercizio regolare riduce il rischio di recidiva di ben il 50% nelle donne con neoplasie ormono-dipendenti, cioè con un alto numero di recettori per gli estrogeni”.