TNAS: Antonio De Meo ricorre contro AIA e FIGC

3-TNASIl Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport ha ricevuto istanza di arbitrato da parte di Antonio De Meo nei confronti della Associazione Italiana Arbitri e della Federazione Italiana Giuoco Calcio. L’istanza a oggetto la deliberazione n. 007 del 20 settembre 2013 della Commissione di Disciplina di Appello della Associazione Italiana Arbitri della Federazione Italiana Giuoco Calcio con la quale ha rigettato l’appello proposto da Antonio De Meo della Sezione AIA di Foggia e ha accolto l’appello proposto dalla Procura Arbitrale Nazionale nei confronti del medesimo e, per l’effetto, la sanzione della sospensione per 2 anni, inflitta con deliberazione del 31 maggio 2013 dalla Commissione di Disciplina Nazionale, è sostituita con il provvedimento disciplinare del ritiro della tessera. Il Sig. De Meo fu ritenuto responsabile delle seguenti trasgressioni: 1. violazione dell’obbligo di cui all’art. 40, n. 3, lett. a) del Regolamento dell’AIA, per aver utilizzato per suoi fini elettorali e personali, senza aver ricevuto in tal senso alcuna apposita autorizzazione da parte degli interessati, gli indirizzi di posta elettronica di diversi associati, in possesso dell’AIA e della Sezione AIA di Foggia per le sole finalità istituzionali, inviando dal proprio indirizzo delle email e così violando le norme sulla privacy; 2. violazione degli obblighi di cui all’art. 40 n. 1 del Regolamento dell’AIA, in quanto non svolgeva le proprie funzioni con imparzialità terzietà e correttezza, in quanto, ricoprendo il ruolo di Presidente sezionale e, anzi, sfruttando tale ruolo, parteggiava per uno dei due candidati alla carica di Presidente di Sezione, invitando, con inusitata insistenza e con l’invio di email, a votare l’uno, anziché l’altro; 3. violazione degli obblighi di cui all’art. 40, n. 3, lett. b) e c) del Regolamento dell’AIA perché scrivendo e inviando delle email ha tenuto un comportamento non corretto e non rispettoso dei principi di colleganza, della comune morale e del ruolo arbitrale, utilizzando un linguaggio arrogante, con frasi e riferimenti offensivi della dignità personale di alcuni colleghi. Il tutto con le aggravanti di cui all’art. 7, n. 4, lett. a) e lett. c) delle norme di Disciplina dell’AIA, per aver commesso l’infrazione nell’esercizio della carica di Presidente di Sezione e per essere stato già destinatario di altri tre provvedimenti disciplinati irrogati dalla CDN: sospensione dal 01.06.2008 al 01.07.08, dal 14.06.2010 al 13.12.2010 e dal 20.12.2010 al 19.01.2011.