Sette vittorie e nessuna sconfitta valgono l’oro a squadre nella sciabola

100 anni fa i Giochi Olimpici ad Anversa
images/1Primo_Piano_2020/Squadra_sciabolai_al_centro_Oreste_Puliti_e_i_Nadi_PHO10004953.retouche.jpg

Una giornata memorabile, quella del 24 agosto 1920 ai Giochi della VII Olimpiade. La scherma azzurra fece en plein nelle gare a squadre conquistando l’oro nella sciabola, dopo i successi ottenuti prima nel fioretto e poi nella spada. Gli sciabolatori azzurri, reduci dalla vittoria ai Giochi Interalleati di Joinville-Sur-Pont, diedero vita ad una prova di assoluta maestria dominando il torneo in ogni assalto. I giardini di Palazzo Egmont, fecero da cornice ad un vero e proprio spettacolo con stoccate dal livello tecnico eccelso, ma soprattutto, gli azzurri, non diedero mai l’impressione di subire gli avversari.

Il torneo prevedeva un girone unico con otto partecipanti.Ogni squadra doveva affrontare sette incontri, al termine dei quali veniva stilata una classifica che assegnava le medaglie. Grande assente l’Ungheria, che pagò le conseguenze della Grande Guerra. I magiari dominarono nel 1908 e nel 1912, mentre l’Italia a Londra vinse la medaglia d’argento e a Stoccolma si classificò al quinto posto. L’unico reduce della spedizione svedese era Nedo Nadi.

La squadra era composta dai livornesi Baldo Baldi, Nedo e Aldo Nadi, Oreste Puliti e Dino Urbani; dal padovano Federico Cesarano, dal siciliano Francesco Gargano e da Giorgio Santelli, figlio di Italo, uno dei padri della sciabola moderna. Nelle prime tre sfide gli azzurri superarono agevolmente (13-3) Danimarca, Cecoslovacchia e Stati Uniti. Nei due assalti successivi, con avversari sulla carta più forti, s’imposero nettamente per 12-4 sui Paesi Bassi e sui padroni di casa del Belgio. Nella sfida decisiva con la Francia, ancora imbattuta, si confermarono in stato di grazia vincendo per 13-3.

Nell’ultima sfida, quindi, i britannici - già lontani dal podio - rinunciarono all’assalto, consegnando, di fatto, il titolo all’Italia. Sette vittorie e nessuna sconfitta, per un trionfo senza precedenti. Piazza d’onore alla Francia (Trombert, Margraff, Perrodon, Henri de Saint Germain) sconfitta solo dagli azzurri e medaglia di bronzo ai Paesi Bassi (Van der Wiel, De Jong, Doorman, Delaunoij, Van Blijenburgh, Zeldenrust, Wijnoldy-Daniels) con cinque vittorie e due sconfitte. Nedo Nadi festeggiò così il suo quarto oro in terra fiamminga, suo fratello Aldo il terzo; mentre, Puliti, Baldini e Urbani centrarono la doppietta. Gargano, invece, fu il primo siciliano a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi.

La scherma azzurra si confermò ancora una volta la grande protagonista dei Giochi di Anversa, ma in particolar modo, scrisse una favolosa pagina della storia dello sport italiano.