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ORECCHIA Michele

Marsiglia (Francia) 26.12.1903 / Moncalieri (TO) 12.11.1981

1928. Ciclismo. 4° Prova a Squadre, 16° Prova Individuale

orecchia grandeNato a Marsiglia da genitori italiani, poi rimpatriati. Cresce a Torino dove inizia a correre intorno ai vent’anni, tesserandosi per la gloriosa UCAT[1]. I primordi sono stentati, con diversi piazzamenti nelle retrovie. Sale alla ribalta solo nel 1925: vince il “GP Giacomasso” a Moncalieri e chiude secondo la “Coppa CIB” a Torino, battuto in volata da Sogno. Si conferma nel 1926. A sorpresa, perchè non è giudicato un velocista, il 21 aprile vince in volata di gruppo il “GP Michelin” a Torino. Si conferma appena 4 giorni dopo, aggiudicandosi in solitario la “Monti e Valli Torinesi”. Il 2 maggio è battuto allo sprint dal tricolore Balla nella “Coppa UCN” a Novara. Stessa sorte sette giorni dopo ad Asti, sotto una fitta pioggia, nella “Coppa Prina-Pelissero” dove a superarlo è Bertolazzi. Il 16 maggio finisce sesto nella volata che chiude la “Coppa Val Maira”, appannaggio di Ferrato. Sette giorni dopo, si piazza quinto nella “Targa Legnano” vinta da Balla. Il 6 giugno un altro quinto posto, stavolta nella “Coppa Petrino” a Torino, con un altro successo di Balla. Il 20 giugno Orecchia è tra i grandi protagonisti del tricolore, disputato a Bologna ed imperniato sulle ascese di Sestola e Masera: sempre molto attivo, favorisce la fuga del conterraneo Gremo e quando questo si ritira per una caduta, rimane nel gruppetto di testa. In volata però è superato da Grandi e Zanone, salendo comunque sul gradino più basso del podio ed iniziando a farsi notare a livello nazionale. Sette giorni dopo, situazione similare nella “Coppa del Re” a Milano, chiusa in quarta posizione: Balla, Balzaretti e Reffo gli arrivano davanti. Balla vince anche il “Criterium Biellese” del 18 luglio quando Orecchia chiude quinto. Orecchia finalmente rivince una gara il 15 agosto: si tratta del “GP Ambrosio” a Venaria Reale dove arriva da solo al traguardo dopo aver staccato tutti nei pressi di Robassomero. Sette giorni dopo, chiude al terzo posto, in volata, la “Coppa Rossano” a Moncalieri. Finisce invece 8° pari merito nella “Coppa Bernocchi” del 5 settembre, vinta da Pancera. Orecchia riesce spesso a mantenersi nel gruppo di testa, ma è penalizzato dalla mancanza di uno sprint valido: nella “Coppa del Re”, a Torino, finisce sesto (primeggia Bertolazzi). Nella “Torino-Dronero” del 19 settembre si piazza terzo, alle spalle di Viarengo e Polano. Il 3 ottobre chiude al settimo posto il promiscuo “Circuito del Sestriere”, staccato di nove minuti dal vincitore, l’Indipendente Gremo[2].

Finisce invece sesto la “Coppa Città di Vercelli” vinta da Polano il 17 ottobre: la mancanza di un valido spunto finale continua a pregiudicargli la possibilità di ottenere piazzamenti sul podio. Accade la stessa cosa sette giorni dopo nel “Piccolo Lombardia”: sempre coi migliori, chiude al sesto posto lo sprint conclusivo di otto corridori vinto da Lusiani. 4 giorni dopo, Orecchia è secondo nella staffetta “Firenze-Roma” con la squadra torinese: vincono i veneti, guidati dallo stesso Lusiani. Nel 1927 Orecchia passa Indipendente e si misura ai massimi livelli. Il 1° maggio chiude buon 9° nel “Giro del Piemonte” vinto dal grande Binda. Il piazzamento gli dà lo spunto per azzardare la partecipazione al “Giro d’Italia” dove però si ritira dopo poche tappe. Il 29 maggio è 7° p.m. nella promiscua “Targa Legnano” vinta in volata da Mara. Il 12 giugno termina al quinto posto la volata che chiude la promiscua “Coppa Petrino” a Torino dove vince Balla, suo “capitano” e per il quale spesso si sacrifica. 4 giorni dopo però, con Balla in crisi, approfitta della chance e nella “Coppa del Re” è grande protagonista: va in fuga sul Ghisallo alle spalle di Serena, lo raggiunge e lo stacca sulla Cicognola. Ha la vittoria in pugno, ma a sei km dall’arrivo cade in una curva e viene superato dall’arrembante Fossati che va a vincere. Orecchia è secondo, ma vincitore morale per tutti. Il 26 giugno si conferma nella “preolimpica” di Tortona, 180 km a cronometro dove chiude terzo, sopravanzato da Bocchia e Bogliolo. Prestazioni che gli valgono la convocazione in Nazionale per i Mondiali su strada che il 21 luglio, per la prima volta, sono aperti anche ai Professionisti e si svolgono sull’impegnativo circuito del Nurbrugring, in Germania. La prova è anomala: dilettanti e “pro” gareggiano difatti insieme ma con classifiche separate. Orecchia, appositamente riqualificato dilettante (come permesso dai regolamenti dell’epoca), va alla grande: rimane a lungo col gruppo di testa, per cedere solo nel finale quando i nostri, con Binda scatenato, provocano la selezione vincente. Binda arriva da solo e da dominatore al traguardo davanti a Girardengo, Piemontesi e Belloni, per un favoloso trionfo azzurro. Tra i dilettanti vince il belga Aerts, 5° assoluto, sul tedesco Wolke e su un comunque grande Orecchia, bronzo, che finisce 7° assoluto, per una prestazione di alto spessore. Il 3 agosto, in una notturna al “Sempione”, Orecchia gareggia con Corsi in un inseguimento a coppie, ma i due vengono raggiunti da Piano-Cattaneo. Quattro giorni dopo, chiude al settimo posto la “Coppa Martini&Rossi” vinta da Viarengo. Il 28 agosto termina 4° nella “Coppa del Re” a Torino dove vince Balla. Il 4 settembre finalmente coglie una bella vittoria nella “Coppa Città di Canelli”, superando allo sprint il compagno di fuga Gremo. Sette giorni dopo, è buon 5° nella “Coppa Bernocchi” vinta da Pancera. Il 18 settembre si piazza secondo nella “Coppa Podestà” ad Asti, battuto dal più veloce Balla. Il 2 ottobre vive la sua grande giornata nel “Circuito del Sestriere” dove stacca tutti in salita e giunge da solo al traguardo. Sette giorni dopo, termina settimo la cronometro di Torino, importante prova di tricolore, anche se il suo distacco dal vincitore Binda è piuttosto pesante (17’29”). Il 9 ottobre vince, assieme a Balla, il “GP Spiga”, una cronocoppie a Torino. Il 6 novembre chiude al terzo posto il “GP UCAT” a Moncalieri, vinto da Balla su Gremo.

Le ottime prestazioni di quest’annata gli valgono l’inserimento nella lista dei “probabili olimpici”. Si prepara per i Giochi anche attraverso appositi ritiri collegiali organizzati dall’UVI, in particolare a Mirandola sotto la direzione del “console” Temistocle Testa. Ma il 13 maggio nella prima preolimpica, una cronometro di 95 km a Carpi, Orecchia si ritira malamente (vince Grandi a 35 di media). Non sembra adatto alle crono: difatti il 1° luglio si piazza ottimo secondo nella “Coppa del Re”, la prova in linea più prestigiosa a livello dilettantistico, battuto allo sprint da Mara. Tra i migliori in gara, convince la Commissione Tecnica, e viene inserito tra i titolari ad Amsterdam. Sembra una scelta discutibile perchè Orecchia è tutto fuorchè un cronoman, ma ha denotato buona condizione e fra i “probabili olimpici” appare tra i più in forma anche se nessuno si fa illusioni per i Giochi. La gara olimpica individuale si disputa il 7 agosto a cronometro, su un percorso di 168 km, da Amsterdam a Scheveningen, completamente privo di asperità ma ventoso. Al via 75 concorrenti di 21 nazioni. Orecchia si difende come può, ma non è mai in corsa per una medaglia. Vince il danese Hansen, cronoman di eccezionale talento, col tempo di 4h47’18”: argento, a 7’48”, per il britannico Southall e bronzo per lo svedese Carlsson, a 12’59”. Il migliore dei nostri è Grandi, quarto a 14’47”. Orecchia chiude 16°, a ben 26’11”, un ritardo abissale, ma alla fine s’è difeso onorevolmente in una specialità non proprio sua. Ancora peggio gli altri azzurri: 29° Beretta e 30° Neri. Ciò compromette anche la nostra prestazione nella gara a squadre la cui classifica è ottenuta tramite la semplice addizione dei tempi realizzati dai primi tre di ogni compagine. I nostri ottengono un totale di 15h33’12” che vale il quarto posto, alle spalle dei formidabili danesi (15h09’14”) i quali superano Gran Bretagna e Svezia (15’27’49”). Il distacco dei nostri dal bronzo, 5’23”, parla chiaro: le prestazioni pessime di Beretta e Neri hanno influito parecchio su un risultato che avrebbe potuto essere migliore. Orecchia non è stato eccezionale, ma non ha nemmeno demeritato e la sua prova può essere valutata al limite della sufficienza. Subito dopo i Giochi, Orecchia passa professionista, ma non ha grande fortuna. Gareggia per sei stagioni nella categoria maggiore, ottenendo un’unica ma prestigiosa vittoria: nel 1932 si aggiudica la tappa di Marsiglia, proprio la città in cui è nato, al “Tour de France”. Per il resto, solo piazzamenti, con l’8° posto nella “Sanremo” 1929 suo miglior risultato in una “classica monumento”. In sostanza una carriera di medio livello, illuminata da un bronzo mondiale e da un’onorevole partecipazione olimpica.


[1] Acronimo di Unione Ciclo Alpina Torino

[2] Felice Gremo, nato a Torino il 23.12.1901. Fratello minore di Angelo, vincitore della “Sanremo” 1919. Al suo attivo 15 vittorie nelle categorie maggiori tra cui Milano-Modena 1929 e GP Nizza 1931