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SOLDÀ Gino

Valdagno (VI) 08.03.1907 / Recoaro Terme (VI) 08.11.1989

1932. Sci di Fondo. 19° 18 km

Nato a Valdagno, ma trasferitosi da bambino a Recoaro Terme, al seguito dei genitori: il padre Leone è guardia municipale, la madre Maria levatrice. Sin da ragazzino scia e va in montagna. Gareggia nel fondo, ma gli esordi non sono semplici. Nel 1926 va militare, nel 1928 diventa guida alpina e gestisce un rifugio presso il Passo Campogrosso. Continua a sciare e, soprattutto a scalare, denotando tecnica ed ardimento da vero rocciatore. Nel fondo tarda a segnalarsi a livello nazionale.  Il primo risultato interessante lo ottiene infatti l’11 gennaio 1931 quando chiude secondo il “Trofeo Comunità Folgaria” alle spalle di Tavernaro. Sette giorni dopo, vince il campionato provinciale a Villabassa. Si ripete il 25 gennaio al Brennero, in una 16km riservata agli appartenenti della Milizia Confinaria. Il 1° febbraio ad Asiago chiude al 18° posto il “Campionato delle Tre Venezie” di fondo su 18 km: vince Vuerich. Sette giorni dopo, ancora ad Asiago, termina al secondo posto il Campionato dell’ANA[1], disputato sui 20km: viene superato solo da Tavernaro. Il 15 marzo a Cortina affronta la 50km che vale il titolo italiano: fino a metà corsa regge bene il confronto coi migliori, poi cede di schianto e si ritira. Viene comunque convocato per un primo stage preolimpico dal CT della Nazionale, il norvegese Peder Kjellberg, al Passo Rolle. Soldà è confermato e convocato anche per il successivo stage azzurro, tenuto ad ottobre e novembre al Passo dello Stelvio: la maglia azzurra per i Giochi non sembra una chimera. Difatti Soldà è convocato per il collegiale definitivo, in cui verrà scelta la Nazionale, tenuto a dicembre in un isolato albergo in Val Lunga, nei pressi di Selva di Val Gardena. Qui viene tracciata, con l’aiuto in prima persona del CT Kjellberg, un’apposita pista di una ventina di km in cui gli azzurri vengono ripetutamente testati. Alla fine Soldà, sempre tra i migliori, è inserito nella lista per Lake Placid: stavolta più che i risultati, ha contato dimostrarsi in palla nei vari test di allenamento.

Qualcuno comunque critica la scelta del CT dato che Soldà è poco noto a livello nazionale. Per giungere in America, i nostri hanno compiuto un viaggio lungo, estenuante, ma anche entusiasmante per chi non s’è mai allontanato dalle proprie montagne: imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano” l’8 gennaio a Genova, dopo uno sbarco tecnico a Napoli con grandi festeggiamenti, hanno attraversato lo Stretto di Gibilterra per sbarcare a New York undici giorni dopo. Un giorno di riposo e poi un altro lungo trasferimento, stavolta in treno, verso Lake Placid, a Nord, non lontano dal confine canadese. Hanno dunque avuto modo di acclimatarsi ed allenarsi a dovere anche in loco, ma le gare deludono le speranze. Soldà partecipa alla 18 km che si svolge il 10 febbraio, con partenza ed arrivo allo stadio olimpico, il James Sheffield Speed Skating Oval. Al via 42 sciatori di 11 nazioni. La temperatura elevata crea parecchi problemi nella scelta della sciolina e condiziona fortemente la gara. Ne approfittano gli svedesi che azzeccano la formula giusta e dominano il campo: oro ad Utterstrom che chiude in 1h23’07” ed argento a Wikstrom, a due minuti esatti. Il bronzo è del finnico Saarinen in 1h25’24”. Soldà si difende e, tutto sommato, è protagonista di una gara sufficiente quanto generosa nella quale però si intestardisce troppo a rimanere attaccato sulle code del forte norvegese Hovde, andando poi “fuori giri” nella seconda parte di gara quando l’avversario gli è ormai sfuggito. Soldà finisce così 19°, a metà classifica, con un distacco di oltre 14’ dal podio: prestazione generosa ed al limite delle proprie possibilità. Soldà non ha molto da rimproverarsi. Al rientro a casa torna soprattutto a scalare e diventa in breve tempo un asso delle Dolomiti: apre nuove vie su Sassolungo, Marmolada e Tre Cime di Lavaredo, ottenendo pure una Medaglia d’oro al Valore Atletico.

Il suo valore di alpinista è universalmente noto e riconosciuto per tutti gli anni Trenta. Intanto nel 1934, dopo averne sperimentato di persona l’importanza, fonda la sua azienda per la produzione di sciolina, ancora oggi attiva. Proprio in quell’anno torna al successo in una prova di fondo, aggiudicandosi il Campionato Zonale a Cortina su 18km. Sulla stessa distanza il 3 febbraio chiude al secondo posto i tricolori di Sestriere, superato dal piemontese Gerardi. Si cimenta anche nello sci alpino: si rivede difatti ai tricolori del 1936, disputati a Madonna di Campiglio. Chiude buon settimo nello slalom vinto da Sertorelli mentre finisce 14° in discesa (primeggia Chierroni). Negli anni seguenti, pur continuando a gareggiare, non ottiene vittorie rilevanti: nel 1938 si aggiudica l’atipica discesa “a coppie” di Selva di Val Gardena, assieme a Gabriella Ansbacher. Poi la guerra interrompe tutto. Dopo l’8 settembre 1943, Soldà entra nella Resistenza dove combatte da partigiano, nome di battaglia Paolo, e soprattutto, grazie alle sue conoscenze del territorio impervio, aiuta ebrei e soldati alleati a fuggire in Svizzera. Nel dopoguerra continua a scalare ed a ricoprire il ruolo di guida alpina, in particolare nella zona del Passo Sella. Nel 1954, per le sue doti tecniche ed umane, viene scelto da Ardito Desio come caposquadra nella fortunata spedizione italiana al K2. Continua a scalare sino alla soglia degli 80 anni, rappresentando ancora oggi una delle figure più importanti del nostro alpinismo. Valdagno gli ha intitolato il Palazzetto dello Sport.


[1] Acronimo di Associazione Nazionale Alpini


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