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ANDREOLI Arnaldo

Modena 06.08.1893 / Parma 02.12.1952

1920. Ginnastica Artistica. MEDAGLIA D’ORO concorso a squadre

Inevitabilmente attratto, sin da adolescente, dalla “Panaro” cui si iscrive sotto l’impulso delle grandi vittorie di Braglia. Nei primi anni ’10 è inserito nella prima squadra e nel 1913 conquista il successo al concorso di Milano nella graduatoria per le compagini. Risultati altrettanto brillanti vengono conseguiti dalla “Panaro” anche al concorso di Genova nel 1914: Andreoli ha coronato il sogno di gareggiare assieme al suo idolo Braglia. Ma la Prima Guerra Mondiale interrompe bruscamente la sua parabola ginnica. Se ne riparla solo nel 1920 quando si organizza nuovamente un grande Concorso ginnico nazionale, a Venezia, alla fine di maggio. Andreoli è nella squadra della “Panaro” che guadagna il primo posto sia pure in coabitazione con altre compagini[1].

A 27 anni Andreoli è ormai il veterano dei modenesi ed uomo di riferimento importante: anche il prof. Pastorini[2], incaricato di selezionare gli uomini per i Giochi di Anversa, lo tiene in grande considerazione. In effetti, dopo essersi messo in luce già a Genova, nella prima prova di selezione olimpica, il 27 giugno Andreoli è quarto nella gara artistica di Forlì, ulteriore banco di prova dei nostri ginnasti che si chiude col successo di Tunesi. Il CT Pastorini non ha dubbi: Andreoli è inserito nella lista per Anversa. Il ritiro collegiale di preparazione si svolge nella lussuosa Villa Badia a Cornigliano, di proprietà del munifico conte Raggio. In un clima cameratesco gli azzurri possono allenarsi al meglio, sotto la guida di Pastorini e l’egida di Enrico Gualdi, presidente della Commissione Tecnica federale. Sono radunati 32 atleti dai quali poi alla fine, tramite apposite ed ulteriori selezioni, saranno scelti i 24 titolari: Andreoli è tra questi. Manca il fenomenale Braglia, è vero, ma Zampori pare in forma ed il livello tecnico medio dei nostri ginnasti è molto alto. Si può essere fiduciosi: la “prova generale” di Sampierdarena, disputata il 16 agosto, mostra tutti gli azzurri in grande forma. Si raggiunge Anversa in treno, via Modane e Parigi. Le gare di ginnastica si tengono nell’Olympisch Stadion. Nel pomeriggio dei giorni 23 e 24 agosto, si inizia con la prova a squadre, simile ma non uguale a quella del 1912 e redatta sul “modello tedesco”. Consta di 5 tipi di esercizi: prova di gruppo con gli strumenti (clave e bastoni), corsa ad ostacoli (4 di 70 cm), sbarra, parallele e cavallo con maniglie. Mancano gli anelli, punto di forza degli azzurri ma poco importa. Negli attrezzi i ginnasti, che si esibiscono a gruppi, devono eseguire esercizi obbligatori e liberi. Punteggio massimo ottenibile 404. Assenti i massimi interpreti di questa disciplina, svizzeri e tedeschi, i nostri ripetono il trionfo di Stoccolma, ottenendo 359,8 punti ovvero l’89% del possibile. Secondi i sorprendenti padroni di casa del Belgio, con 346,7, che superano la Francia, bronzo con 340,1. Grande successo per gli azzurri (che gareggiano in maglia bianca) ma su un numero alquanto esiguo di squadre: le altre due nazioni partecipanti difatti sono la Cecoslovacchia, “medaglia di legno”, e la Gran Bretagna. Dopo i Giochi, Andreoli non ottiene più risultati importanti e passa al ruolo di organizzatore che ricopre con un certo successo per vari anni.

 

andreoli grande

La squadra di ginnastica che si aggiudica l’oro ad Anversa nel 1920. Tra loro anche Andreoli


[1] Al primo posto, con 135 punti su 140 ottenibili, si piazzano anche Virtus Bologna, Ginnastica Sampierdarenese e Pro Italia di La Spezia

[2] Manlio Pastorini, nato a Pistoia il 05.05.1879. Ginnasta dei primordi, con la pistoiese “Francesco Ferrucci” è grande protagonista dei concorsi ginnici nella prima decade del Novecento. La “Ferrucci”, con Pastorini, guadagna la medaglia di bronzo ai “Giochi Intermedi” di Atene del 1906. Pastorini gareggia spesso in gruppo, come allora consuetudine, ma si dismpegna bene anche agli atrezzi sia pure senza raggiungere i vertici nazionali. Abbandona presto l’attività, si stabilisce a Firenze e diventa un ottimo tecnico fino a guidare la nostra Nazionale