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ANNONI Pietro

Milano 14.12.1886 / Milano 19.04.1960

1920. Canottaggio. MEDAGLIA D’ARGENTO due di coppia (con Dones)

Intorno ai vent’anni pratica canottaggio, tesserato con la “Canottieri Milano”. Alto 1,84m per 74kg di peso, ha una struttura fisica di tutto rispetto e adatta allo sport del remo. Inizialmente si schiera con diversi equipaggi della sua società: nel 1907 a Varese è secondo nel “4con” juniores alle spalle della piacentina “Nino Bixio”. Alla fine della prima decade del XX secolo non ha però ancora sviluppato una sua precisa fisionomia remiera, ma nell’ambiente, dove tutti lo chiamano “L’Anùn”, è già famosa la sua paura...per l’acqua, visto che sa a malapena rimanere a galla. Nel 1908 è sulla “yole di mare a 4” della “Milano” che vince a Pavia il 21 maggio ed è seconda, dietro alla “Lario”, nelle regate del 16 agosto a Ghirla. L’8 settembre Annoni è invece sull’otto che vince a Como. Si dimostra elemento affidabile e di buon rendimento. L’anno seguente continua a dividersi tra vari armi: come juniores vince il 20 maggio a Genova sulla “yole a 4” e dieci giorni dopo a Cadenabbia sul “4 con”. Su quest’ultima imbarcazione il 6 giugno si impone a Torino, sul Po, nell’incontro Piemonte-Lombardia. Sullo stesso campo di regata, appena sette giorni dopo, coglie un altro successo, stavolta con l’otto, con cui chiude terzo a Lucerna. Il 15 agosto è la volta del primo tricolore per Annoni, di nuovo con l’otto ma juniores, sul Lago d’Orta. Si sposta poi a Bellagio dove l’8 settembre coglie, sempre con l’otto, altri due successi tra cui quello nell’eliminatoria per la partecipazione alla Parigi-Milano (che poi non si effettuerà) contro gli eterni rivali dell’“Olona”. Nel 1910 cerca di trovare la sua giusta dimensione, passando ad equipaggi meno affollati. L’esordio è col botto: il 26 maggio a Como si aggiudica la sua prima gara di singolo (o skiff che dir si voglia). Si rivede il 12 giugno a Torino dove è secondo nel “due di coppia”, assieme a Dones, battuti dalla formazione dell’Armida. Vince però nel “quattro con”, dimostrandosi atleta di punta della “Milano”. Disertati i tricolori di Taranto, il 21 agosto a Ghirla è secondo nello skiff, superato dal forte Mariani[1]. La “Milano” lo inserisce anche a bordo dell’otto che affronta l’eliminatoria italiana per il match Parigi-Milano, ma i meneghini stavolta sono superati dai comaschi della “Lario”, società tra le più prestigiose di tutti i tempi del nostro canottaggio. Annoni chiude la stagione il 15 settembre a Varese, aggiudicandosi il singolo.

Nel 1911 continua la sua ascesa: è difatti nell’otto della “Milano” che vince prima a Pavia e poi la “Coppa Bastogi” a Firenze. Ma è il singolo la specialità dove coglie i principali allori. Il 4 giugno fa sua addirittura la “maratona” Milano-Abbiategrasso, 17 km sul Naviglio, una delle classiche più prestigiose del tempo. E’ la sua consacrazione, bissata 15 giorni dopo nelle regate internazionali di Torino dove, sul Po, trionfa nello skiff tra gli juniores e giunge terzo tra i seniores, ma superato da due mostri sacri come il francese Delaplane[2] e Bruna[3]. Risultati analoghi ai tricolori di Como: primo tra gli juniores e 4° nella categoria maggiore. Il 1912 è annata olimpica, ma nessun canottiere va a Stoccolma, anche a seguito di polemiche e problematiche varie[4]. Annoni comunque non viene mai preso in considerazione per un’eventuale selezione e, in effetti, vi sono diversi atleti più forti di lui. Tuttavia si toglie una bella soddisfazione, aggiudicandosi sia il singolo juniores che il “due di coppia”, ancora con Dones, alle sempre prestigiose regate di Lucerna dove però sono assenti i migliori equipaggi, impegnati ai Giochi. I due poi si rendono protagonisti di una performance eccezionale ai tricolori di Como: in una gara appassionante, tra le più emozionanti degli anni ’10, combattuta punta a punta, battono gli idoli di casa Mariani-Sinigaglia che, inesorabilmente superati a ¾ di gara, si ritirano, schiantati. Annoni sembra aver costruito con Dones, più anziano di lui di 4 anni esatti, un’ottima intesa. I due difatti conquistano anche il Campionato Europeo a Ginevra, su Svizzera e Francia, sollevando entusiasmi generali e generalizzati. La vittoria nella “Coppa Padulli” a Como, con l’otto juniores, chiude alla grande per Annoni un’annata da incorniciare e che pare prospettare un futuro radioso. Invece non è così. Con Dones che si prende un anno sabbatico e si dedica ad altre sue passioni (alpinismo e scultura), il 1913 è annata-no per Annoni che scompare letteralmente di scena agli alti livelli, per rifugiarsi negli “otto” della “Milano”, peraltro senza ottenere risultati rilevanti se non un secondo posto nei tricolori di Castel Gandolfo dietro la “Lario”. Nel 1914 Dones torna al remo ed i due si ripresentano con la stessa forza e classe. Il 21 giugno a Torino dominano la regata del “due di coppia” e la settimana seguente trionfano a Lucerna, davanti al duo del Grasshoppers di Zurigo, confermandosi ad alti livelli dopo una gara difficile, condizionata dal vento e dall’acqua increspata nonché...dalla paura di Annoni di finire in acqua. I due sono pronti anche per i tricolori, previsti ai primi di agosto, ma lo scoppio della Prima Guerra Mondiale cancella la manifestazione e l’intera attività remiera, al pari di altri sport, subisce una brusca frenata. Annoni così non gareggia più fino al termine del 1914. Anzi, il suo nome sparisce proprio per quattro lunghi anni.

Si rivede soltanto a giugno 1919, per la precisione il giorno 22 a Torino, sul Po, quando viene battuto nel singolo dal rampante Castelli. Dopo un’estate di intensi allenamenti, Annoni torna al “due di coppia” e fa bene: col fido Dones il 22 settembre conquista il tricolore a Lecco davanti al duo di casa Castelli-Cazzaniga e Torlaschi-Taroni della “Lario”. Grandi avversari, grande vittoria. La scelta in effetti si rivela molto azzeccata ed i due si allenano molto intensamente in vista dei Giochi di Anversa. La loro preparazione pare eccellente: il 19 giugno 1920, praticamente all’esordio stagionale, dominano la regata sul Po a Torino davanti ai “soliti” Castelli-Cazzaniga che pure hanno velleità olimpiche. Il 24 luglio Dones-Annoni si recano a Lucerna dove però, in condizioni di acqua mossa da un forte vento, si trovano in difficoltà e vengono superati dagli elvetici Schochlin-Walter. I due si riscattano prontamente otto giorni dopo, il 1° agosto, ai tricolori di Como, disputati nelle acque antistanti Villa Geno: nonostante qualche difficoltà, con Dones affaticato nel finale, vincono nel “due di coppia” davanti ai torinesi dell’Armida Smeraldi-Di Vaio ed ai lariani Torlaschi-Taroni. E’ il successo giunto al momento giusto: la Commissione Tecnica inserisce Annoni e Dones nella lista per i Giochi di Anversa. Sorgono però improvvise problematiche: Dones non sta bene, è molto affaticato, ha problemi ai reni. Si vive qualche giorno d’incertezza, Annoni è sfiduciato e spazientito, i due stanno quasi per rinunciare alla trasferta, ma alla fine tutto si sistema. Trovano pure una barca nuova, di costruzione inglese, prestata loro dalla generosa “Canottieri Lecco”. Anversa è raggiunta in treno, via Modane e Parigi. Le gare di canottaggio si svolgono nel canale di Willebroek, a Vilvoorde. Annoni gareggia nel doppio, o “due di coppia” che dir si voglia, con il compagno di tante battaglie Dones: non dimentichiamo che i due hanno gareggiato insieme per la prima volta ben dieci anni prima. Solo cinque le nazioni partecipanti: basta vincere la batteria per assicurarsi una medaglia. E i due vi riescono: il 27 agosto alle 15.30, col tempo di 7’25”4, superano i belgi Sadzawska-Leonet e si guadagnano l’accesso alla finale. Il 29 agosto alle 16.30 tre equipaggi si allineano allo start: Stati Uniti, Italia e Francia. Finiscono nell’ordine sul traguardo con i cugini americani Kelly[5]-Costello nettamente vincitori, con dieci secondi di margine sugli azzurri che tengono bene a bada i francesi Plé-Giran. Dones ed Annoni guadagnano così un bell’argento che consacra la loro carriera.

Nel 1921 Annoni, impresario edile, si incarica di ristrutturare la sede sociale della Canottieri e nel contempo si allena con Dones il quale, per un momento, tenta la strada del “4 senza” con poco costrutto. I due si ripresentano insieme ai tricolori di Pallanza, sul Lago Maggiore, e vincono alla grande, confermandosi i migliori interpreti del “doppio”. Il 10 settembre, dopo un viaggio estenuante in treno terminato in ritardo ed appena in tempo per essere al via, gareggiano ad Amsterdam nei Campionati Europei, ma vengono battuti in batteria dagli olandesi ed esclusi subito dalla competizione, preparata peraltro in modo alquanto improvvisato. La carriera agonistica di Annoni termina praticamente qui. Dones trova un altro compagno (Salvini) e si lascia attrarre dalle lugubri sirene fasciste cui però è sensibile pure Annoni che a Crescenzago diventa un elemento di spicco delle camicie nere. Anche per il suo apporto al nuovo movimento, entrato poi al Governo, in seguito Annoni riceve incarichi federali e rimane nel mondo del canottaggio anche come tecnico. Nel 1935-36 diventa pure Presidente del Milan. Dopo la guerra assume la presidenza della “Canottieri Milano” e nel 1950 sovraintende all’organizzazione degli Europei di canottaggio all’Idroscalo di Milano, ricoprendo ulteriori incarichi federali di alto livello. Annoni, pur con qualche ombra peraltro comune a molti nel ventennio fascista, rimane una delle figure più eminenti nella storia del nostro canottaggio, come atleta e come dirigente.


 

[1] Teodoro Mariani, nato a Como il 28.02.1882. Benestante, figlio di un banchiere. Inizia con la ginnastica, poi passa alla Canottieri Lario. Agli Europei vince due ori, nel singolo (1909) e nel “due di coppia” (1911) con l’amico fraterno Sinigaglia. Tre i titoli italiani conquistati, due nel singolo (1908 e 1909) ed uno nel “due di coppia” (1911, ancora con Sinigaglia). Morto durante la Prima Guerra Mondiale, il 02.08.1916, combattendo sul Monte Zebio, Altopiano di Asiago

[2] Gaston Delaplane, nato a Le Havre il 06.03.1882. Tra i più forti vogatori a livello mondiale di inizio Novecento, in particolare nello skiff. Al suo attivo tre medaglie ai Giochi “intermedi” di Atene 1906 (oro nel singolo, argento nel “4con”, bronzo nel “2con” sui 1000 m) e ben 11 medaglie agli Europei di cui 6 ori (4 nel singolo), 4 argenti ed un bronzo. Nei Giochi Olimpici del 1908 a Londra partecipa, senza fortuna, in tre competizioni di ciclismo

[3] Enrico Bruna, nato a Venezia l’11.11.1880. Grande canottiere della Bucintoro, vince tre ori ai Giochi “intermedi” di Atene (“due con” 1000 m e Miglio, “quattro con” 2000 m) e diverse medaglie agli Europei (oro nel “due con” nel 1911, argento nel doppio e nell’otto nel 1910, anno in cui è anche bronzo con lo skiff). Otto invece i titoli italiani (4 nella “veneta a 4”, uno nell’otto, nel “doppio”, nel singolo e nel “due con”). Oro anche ai Giochi Interalleati di Parigi del 1919 nel “4con”. Muore a Venezia il 7 febbraio 1921, a soli 40 anni

[4] Nel singolo il posto spetta al fortissimo Sinigaglia mentre negli armi superiori, dopo grandi polemiche, la prova di selezione tra “Bucintoro” e “Querini” finisce con speronamento, affondamento di entrambe le barche e scazzottata generale. La Federazione, inviperita per la mancanza di sportività, annulla qualsiasi spedizione per i Giochi. Sinigaglia rinuncia invece per conto proprio, con motivazioni abbastanza incomprensibili (mancanza di una barca adatta, carenza di forma, ecc.)

[5] John Brendan Kelly, detto Jack, nato a Filadelfia il 04.10.1889. Tra i più grandi canottieri dei primi anni ’20, ha vinto più di 120 gare nel singolo. Nei Giochi di Anversa oltre all’oro del “due di coppia” vince anche nel singolo. Nel 1924 bisserà l’oro nel “due di coppia”. Noto per essere il padre della celebre attrice Grace Kelly, Principessa di Monaco. Il figlio John, fratello di Grace, vincerà il bronzo nel singolo ai Giochi di Melbourne 1956