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ANSELMI Renato

Marigliano (NA) 26.10.1891 / Genova 03.10.1973

1924. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Sciabola a Squadre

1928. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Sciabola a Squadre 

1932. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Sciabola a Squadre

Personaggio di spicco nella scherma italiana per tre lustri. Allievo dell’Accademia Militare di Napoli, vi impara l’arte della sciabola, ma la Prima Guerra Mondiale interrompe la sua attività. Terminato il conflitto, laureatosi ingegnere, riprende a tirare nel capoluogo partenopeo, facendosi ammirare per stile ed aggressività anche se nelle varie riunioni vince poco: sa comunque destreggiarsi a dovere con le tre armi. Il 30 dicembre 1923, nella Sala Maddaloni a Napoli, è battuto 10-6 nella sciabola da De Vecchi. Si prepara a dovere per il sogno olimpico ed è presente già nella prima selezione di fine febbraio 1924 alla Farnesina, a Roma. Un po’ a sorpresa si dimostra fortissimo nella sciabola e vince il suo girone, entrando a vele spiegate nella lista dei 30 “probabili olimpionici”. Tutto si decide il 29 maggio nella decisiva prova di selezione che si svolge alla “Società del Giardino” di Milano. Nel girone di sciabola, vinto da Moricca, Anselmi si classifica ottimo terzo e si guadagna la maglia azzura anche se la Commissione Tecnica, presieduta dal CT Flauto, forse non fidandosi troppo, lo inserisce solo nella prova a squadre, magari con l’intento di far risparmiare energie ai più forti nei primi turni eliminatori. Così in effetti sarà. Le gare olimpiche di scherma si svolgono nel famoso Vel d’Hiv, il Velodromo d’Inverno dove spesso si tengono prestigiose prove ciclistiche.

Anselmi partecipa al torneo di sciabola a squadre cui prendono parte 14 nazioni. Si inizia il 12 luglio, col primo turno dove i nostri battono la Cecoslovacchia 11-5 e la Grecia 14-2. Anselmi sale in pedana solo in questo secondo match, comportandosi piuttosto bene: perde difatti solo con Kotzias (1-4) e vince gli altri tre assalti (4-3 a Gerogiadis, 4-2 a Triantafyllakos e 4-1 a Nikoloupolos). Poi però si siede in panchina e non rientra più in squadra. Il giorno seguente tocca ai quarti di finale: vinciamo agevolmente, 12-4, con gli USA, ma fatichiamo parecchio a domare gli ostici belgi. L’incontro difatti si chiude sull’8-8 e prevaliamo solo per il computo delle stoccate. Poichè anche l’Ungheria vince con Belgio ed USA e visto che passano due squadre, diviene superfluo il match con i magiari, che difatti non viene disputato. Il 14 luglio situazione analoga in semifinale. L’Argentina è superata sia dall’Italia, 14-2, che dalla Cecoslovacchia e dunque non incontriamo i boemi. Siamo in finale, disputata il 15 luglio. Vinciamo, non senza fatica, con i Paesi Bassi 9-7, superiamo agevolmente la Cecoslovacchia 11-5 ed il match decisivo è, come da tradizione, contro l’Ungheria. Incontro equilibratissimo: finisce 8-8 ma stavolta il computo delle stoccate ci premia, 50-46. Medaglia d’oro! Ed a svantaggio degli odiati magiari con cui, da tempo, è in atto una fiera polemica, acuitasi proprio in questa edizione dei Giochi. Anselmi non ha faticato molto per guadagnarsi questo splendido oro: ha disputato un solo incontro ma ha comunque svolto ottimamente il suo compito, ritagliandosi il suo piccolo-grande spazio vincente olimpico.

Negli anni seguenti continua a gareggiare con buoni risultati. Nel 1925, a fine febbraio, partecipa al torneo di Nizza con la spada ma è subito eliminato; a Cannes pochi giorni dopo è battuto negli ottavi. Il 12 aprile è 7° nel torneo di fioretto a Tripoli (vince Bertinetti), ma quattro giorni dopo si impone nella sciabola, superando 4-3 lo stesso Bertinetti nel match decisivo, confermandosi valido nelle tre armi. Difatti ai campionati toscani, disputati a Livorno tra la fine di settembre ed i primi di ottobre, chiude al secondo posto nella spada e nella sciabola, superato da Bini. Coglie altri ottimi piazzamenti nel 1926. Il 6 gennaio ai tricolori di Ancona chiude al secondo posto, pari merito con Bini, nella spada dove si impone il giovane Minoli. Il 25 gennaio è a Parigi, per una prestigiosa riunione con Gaudin ed i fratelli Nadi: Anselmi nella sciabola batte 10-8 l’ostico Taillandier, confermandosi schermidore di vaglia internazionale. Difatti il 30 marzo, da capitano, guida i nostri al successo nella “Coppa Bretagnat” di fioretto a Nizza: con lui gareggiano Bini e Minoli. Battuta la Francia con un sofferto 5-4, gli azzurri superano 6-1 il Belgio e guadagnano il trofeo. Si rivede il 29 giugno nel “GP Budapest” di spada, che chiude ottimo secondo, battuto solo da Bertinetti. Il 1 agosto è ad Ostenda, per un’importante incontro internazionale: vince alla grande nella spada. Ormai è una sicurezza, dal rendimento garantito. Il 12 gennaio 1927 chiude al secondo posto, battuto solo da Ragno, il “Trofeo Città di Napoli” di spada. Due mesi dopo è a Praga, dove finisce terzo nel torneo di spada, superato da Riccardi e lo stesso Ragno. Il 1 giugno è nella Nazionale che vince gli Europei Militari di spada a L’Aja, nei Paesi Bassi[1]; gli avversari più ostici si rivelano Francia e Paesi Bassi, superate 9-6 entrambe ed alla fine nell’ordine sul podio. 4 giorni dopo i nostri, con la stessa formazione, conquistano il bronzo nella gara a squadre di sciabola, sopravanzati da Ungheria e Paesi Bassi. Anselmi chiude poi ottimo secondo il torneo individuale di sciabola, battuto solo dal magiaro Terzianski. Il 31 agosto a Vichy termina al sesto posto gli Europei di sciabola vinti dal magiaro Gombos.

Il 1928 è annata olimpica ed Anselmi giustamente si candida. Il 28 marzo è a Budapest per un informale incontro di sciabola con una rappresentativa ungherese: i nostri perdono seccamente 14-7 e lo score di Anselmi, 1-2, non è niente di eccezionale. Però ha esperienza, è un elemento sempre di spicco e di affidabilità, un nome sicuro per i Giochi dove tra l’altro sarà pure Presidente di Giuria. Proprio per questo suo ruolo inizialmente viene escluso dai titolari dove però rientra per le sue indubbie qualità che ne fanno una pedina importante per la prova a squadre. Le gare olimpiche di scherma si svolgono in un apposito edificio situato a lato dell’Olympisch Stadion, dal poco fantasioso nome di “Schermzaal” (sala della scherma). Anselmi gareggia nella sciabola a squadre che inizia l’8 agosto e vede al via 12 nazioni. Primo turno facile per gli azzurri che demoliscono la Grecia 16-0, con Anselmi protagonista e vincitore dei suoi 4 incontri: 5-1 ad Ambet, 5-3 a Triantafyllakos, 5-4 a Nikolopoulos e Botasis. Il giorno seguente è già semifinale ed Anselmi è titolare fisso. Con la Polonia è una “passeggiata” e vinciamo 16-0, con Anselmi di nuovo imbattibile: 5-1 a Segda, 5-2 a Malecki, 5-3 a Laskowski, 5-4 a Zabielski. Leggermente più complesso il compito coi Paesi Bassi, ma gli azzurri dominano 12-4 ed Anselmi perde il suo primo incontro, 3-5 con Van de Wiel. Vince però gli altri tre: 5-1 a De Jong, 5-3 ad Ekkart e Wijnoldy-Daniels. Poche ore dopo, in finale, la musica cambia. Anselmi mantiene il suo posto in squadra, ma con i formidabili magiari non va benissimo: perde 2-5 con Petschauer e 1-5 con Gombos, supera 5-3 Glykais e Tersztyanszky. Il bilancio finale però parla a favore dei magiari, 9-7, ed in definitiva è il match decisivo per l’oro. Difatti i nostri superano agevolmente la Germania 14-2 e, per il computo degli altri risultati, diventa inutile l’incontro con la Polonia ai fini dell’assegnazione delle medaglie. Contro i tedeschi Anselmi torna grande, vincendo tutti gli incontri: 5-1 a Moos, Halberstadt e Thomson; 5-4 a Casmir. Dunque oro all’Ungheria, argento all’Italia e bronzo alla Polonia. Per Anselmi comunque una bella medaglia, anche se rispetto a Parigi si sviluppa un piccolo ma significativo passo indietro. Titolare fisso in tutti gli incontri, ottimo il suo score, 17-3, per un torneo comunque altamente positivo che, a 36 anni suonati, lo conferma ai vertici della scherma internazionale.

Si rivede alla fine di gennaio 1929, quando chiude all’ottavo posto il torneo di sciabola a Cannes. Tra la fine di maggio ed i primi di giugno è a Budapest per gli Europei riservati ai militari: vince il fioretto a squadre e termina secondo nella sciabola sia individuale che a squadre, vinte rispettivamente dal magiaro Piller e dall’Ungheria. Il 24 maggio si aggiudica il tricolore di sciabola ad Abbazia. Si rivede due mesi dopo quando a Carlsbad, in Boemia, con Ragno e Cornaggia-Medici, porta l’Italia a vincere il torneo di spada a squadre: 8-1 a Germania e Cecoslovacchia, 5-3 alla Francia i risultati. Anselmi si rivede solo il 20 dicembre a Firenze dove in un’esibizione con la spada supera Ragno 8-6. Il primo confronto importante cui Anselmi partecipa nel 1930 è la “Coppa Harden” di sciabola a Montecarlo il 21 marzo. Con lui Puliti, Marzi e Gaudini. I nostri battono 12-4 la Francia e pareggiano 8-8 con l’Ungheria: essendo pari anche il numero stoccate (60-60), si rende necessario uno spareggio. Gaudini supera Petschauer 5-4 e consegna la vittoria agli azzurri. A metà maggio Anselmi è grande ai tricolori di Napoli: si aggiudica il titolo nella sciabola. 15 giorni dopo, è a Liegi per gli Europei: nella sciabola a squadre guadagna un bell’argento, coi nostri sconfitti 7-9 dagli ungheresi nel match decisivo, dopo aver agevolmente superato Polonia e Francia[2]. A metà luglio torna in Belgio, ma ad Ostenda, dove partecipa ai Campionati Europei per militari e vince il fioretto a squadre[3] mentre nella sciabola a squadre[4] è secondo visto che i nostri perdono il match decisivo con l’Ungheria per 5 a 11. Nella sciabola individuale invece Anselmi finisce quarto, dietro tre formidabili magiari (primeggia Piller). Si rivede solo ai primi di marzo 1931 quando una rappresentanza azzurra si reca a Budapest per un incontro di sciabola coi magiari: Anselmi batte Kalmar 8-4, ma perde 6-8 con Petschauer. L’incontro termina in parità, 4-4. Il 21 marzo disputa a Montecarlo la “Coppa Harden” di sciabola a squadre: con lui Gaudini, Marzi e Pignotti. I nostri battono 14-2 la Francia, ma perdono 10-6 con la sempre fortissima Ungheria che supera gli azzuri, con Anselmi, anche nell’Europeo di Vienna il 3 giugno. Per i nostri l’argento[5]. Nel torneo individuale Anselmi è il migliore dei nostri, ma finisce solo sesto (vince il magiaro Piller).

Poi pensa solo ai Giochi: il CT Nadi, che lo conosce bene, lo inserisce nella lista dei “probabili olimpici” ed Anselmi si prepara seriamente nei vari collegiali, disputati per lo più a Roma. Alla fine si guadagna il viaggio a Los Angeles. Il 1 luglio gli azzurri vengono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli, dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. Gli schermidori si sfidano in assalti amichevoli, sia pure in spazi piuttosto angusti, con Nadi sempre pronto a consigliare dall’alto della sua classe e del suo carisma. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura e nel clan azzurro non manca la fiducia. Anselmi viene schierato nella sciabola a squadre cui partecipano solo 6 nazioni e che inizia il 10 agosto. I nostri però sono esentati per sorteggio dal primo turno ed accedono direttamente in finale. Qui incappano nella fortissima Ungheria, da sempre maestra della specialità, ed è notte fonda: perdiamo difatti 9-2. Con Anselmi gareggiano Marzi, Gaudini e De Vecchi. Anselmi non va bene e perde nettamente i suoi due incontri: 1-5 con Piller e 2-5 con Petschauer. Poi il match viene sospeso per la matematica vittoria dei magiari. Per noi va decisamente meglio con la Polonia, battuta 9-1. Ma anche qui Anselmi non brilla, perdendo l’unico incontro degli azzurri, 3-5 con Papée. Riesce comunque a battere 5-4 Lubicz-Nycz. Con Anselmi figurano Gaudini, Salafia e Marzi. Gli azzurri guadagnano un altro bel successo con gli USA, 9-4, anche se stavolta Anselmi finisce in panchina. Otteniamo così un bell’argento dietro gli inarrivabili magiari e davanti alla Polonia. Per Anselmi una prova poco brillante, ma con una bella medaglia in più al collo ed a 41 anni non è una soddisfazione da sottovalutare. E’ questo in pratica l’ultimo successo della sua carriera. Tornerà ai Giochi nel 1936, a Berlino, e nel 1948, a Londra, come Presidente di Giuria. Laureato in Ingegneria, avrà anche una brillante carriera nell’Esercito, arrivando fino al grado di Generale di Divisione.

anselmi grande

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


[1] Con lui Bertinetti, Moricca, Cuccia, Pezzana, Capone, Gotti e Rosichelli

[2] Con lui gareggiano Marzi, Gaudini, De Vecchi, Salafia e Pezzana

[3] Con lui gareggiano Pignotti, Puliti e Bertinetti

[4] Con lui gareggiano Puliti, Pignotti, De Martino e Rosichelli

[5] Con Anselmi gareggiano Marzi, De Vecchi, Salafia, Gaudini e Pignotti