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BARBESINO Luigi

Casale (AL) 01.05.1894 / Canale di Sicilia 20.04.1941

1912. Calcio. 9° p.m.

Inizia a giocare a calcio da adolescente, durante il suo soggiorno al collegio civico di Ivrea. Rientrato nella città natale, già nel 1910 viene inquadrato nelle file del Casale dove gioca fino al 1920, collezionando 83 presenze ed 11 reti, divenendo il calciatore più rappresentativo dei nerostellati nonché il carismatico capitano. Centrocampista schierato talora in attacco, abile nei colpi di testa anche data la sua statura di 186cm, è una sorta di “gigante” per l’epoca: per questo è soprannominato “il corazziere”. Si fa notare a più riprese da Vittorio Pozzo, il giovane CT degli azzurri tra l’altro all’esordio sulla panchina della Nazionale[1], che lo inserisce nella lista per i Giochi di Stoccolma. La spedizione azzurra però è preparata in tutta fretta, male organizzata e proseguita peggio, con pochi soldi e molti problemi contingenti: i nostri dormono in una scuola e per mangiare sono costretti a lunghi spostamenti in modo da raggiungere l’unico ristorante italiano della capitale svedese, “La Taverna Italiana”. Inoltre i calciatori sono molto “attratti” dalle valchirie nordiche: tra l’altro per molti di loro è il primo lungo soggiorno all’estero, sono giovani e vigorosi, difficile non capirli. Tutto questo spiega comunque solo in parte il mediocre risultato azzurro. Al torneo di calcio prendono parte 11 nazioni in un torneo ad eliminazione diretta. Il sorteggio pone di fronte ai nostri i finlandesi. La gara si gioca il 29 giugno alle 11 di mattina, al Tranebergs Idrottsplats, nella parte settentrionale di Stoccolma, presenti 600 spettatori. E’ il primo match in assoluto del torneo, ma Barbesino rimane in panchina. Sulla carta non sembra una partita impossibile, ma le cose si mettono subito male: i finnici passano in vantaggio dopo appena due minuti di gioco, con Ohman. Pareggia Bontadini al 10’, quindi Sardi capovolge il risultato al 25’. Soinio impatta al 40’. Il risultato non cambia e si va ai supplementari: al termine del primo extra-time segna Wiberg. I nostri non riescono a pareggiare e vengono malamente eliminati al primo turno. Il torneo verrà vinto, anzi dominato, dai maestri inglesi. L’Italia è relegata nel torneo di consolazione. Il 1° luglio, al Rasunda Idrottsplats di Solna, alle ore 19, di fronte a 2500 spettatori, vinciamo contro i padroni di casa svedesi 1-0, con rete ancora dell’ottimo Sardi al 15’ del primo tempo. E stavolta Barbesino, all’esordio in Nazionale e primo del Casale a vestire la maglia azzurra, è in campo: tra l’altro con i suoi 18 anni e 2 mesi è il più giovane atleta italiano in assoluto a gareggiare a Stoccolma. Barbesino viene confermato nell’undici iniziale il 3 luglio nella semifinale del torneo di consolazione, alle 19, all’Olympiastadion di Stoccolma, di fronte a 3500 spettatori, contro l’Austria che vince nettamente 5-1. Siamo così eliminati. La parentesi olimpica calcistica appare piuttosto mesta: il 9° posto finale, a pari merito, la dice lunga sul risultato tecnico dei nostri. Barbesino ha giocato due partite su tre, senza infamia e senza lode.

 

barbesino2Barbesino in divisa dell’Aeronautica: Tenente Colonnello, perde la vita durante la Seconda Guerra Mondiale

 

Poi torna a giocare nel Casale ed è tra i grandi protagonisti nerostellati del campionato 1913-14, con il sorprendente ma meritato successo finale, l’unico scudetto nella storia della società. Proprio nel 1914 Barbesino rigioca tre partite in azzurro e nella sua ultima recita, il 17 maggio a Berna contro la Svizzera, nella partita vinta 1-0 dai nostri, realizza il gol decisivo. Poi la guerra interrompe tutto e Barbesino, pur inquadrato come sergente del Genio, trova comunque modo di giocare anche nel periodo bellico, nella stagione 1917-18, con il Legnano, anche nella “Coppa Mauro”, torneo in cui Inter e Milan la fanno da padroni[2]. Il fatto di vestire la maglia lilla del Legnano gli consente di essere inserito nella formazione della Lombardia che il 30 giugno affronta il Piemonte in un match di beneficenza a favore delle vittime della guerra, al “Sempione” di Milano: è il migliore in campo dei suoi, ma vince il Piemonte 3-2 di fronte ad oltre diecimila spettatori, a conferma di come il calcio sia ormai uno degli sport più popolari. Tra la fine del 1918 e l’inizio del 1919 Barbesino gioca ancora nel Legnano con cui vince la “Coppa Mauro”, una sorta di “campionato regionale lombardo”, superando nell’ordine Milan ed Inter: uno dei momenti più alti di tutta la storia della compagine lilla. Barbesino rientra poi al Casale con cui conquista la finale della “Coppa Brezzi”, giocata il 1° giugno ad Alessandria contro i “grigi” di fronte a diecimila spettatori: il calcio sta ritrovando le sue folle, confermandosi sport in costante crescita, amatissimo da un gran numero di tifosi. Partita avvincente: l’Alessandria va sul 2-0, ma il Casale pareggia finché nel finale un rigore di Carcano non dà il successo ai padroni di casa. Barbesino resta in maglia nerostellata, ma ormai ha dato il meglio di sé ed al termine della stagione 1919-20 appende le scarpette al chiodo. Rimane però nel mondo del calcio come allenatore di buon livello. Con il Legnano vince difatti il torneo di “serie B” nel 1929-30, poi passa alla Roma per diverse stagioni (nel 1935-36 coglie un bel secondo posto ad un solo punto dal vincitore Bologna) ed infine al Venezia. Chiusa la parentesi in laguna, entra nell’Aeronautica Militare, conseguendo il grado di Maggiore e la qualifica di osservatore. Allo scoppio della guerra, è assegnato alla 149a squadriglia del 30° stormo, di stanza a Sciacca, con compiti generalmente di ricognizione ma anche talora di bombardamento nel Canale di Sicilia. Durante un volo, il 20 aprile 1941, nell’infuriare di una tempesta, il suo aereo scompare e non fa rientro alla base, caduto sicuramente in mare. Il suo corpo, come quelli degli altri cinque occupanti il velivolo, non sarà mai ritrovato. Per le sue missioni ed il suo sacrificio ha ottenuto la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.


[1] Classe 1886, Pozzo ha solo 26 anni e ha appena concluso la sua attività di calciatore nelle file del Torino

[2] Al torneo sono ammesse 7 squadre ed il Legnano, con 14 punti, giunge terzo alle spalle di Inter e Milan, primi a pari merito con 20 punti. Nello spareggio per l’assegnazione del trofeo il Milan vince 8-1