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BECCALI Luigi

Milano 19.11.1907 / Daytona Beach (USA) 29.08.1990

1928. Atletica Leggera. Eliminato Primo Turno 1500 m

1932. Atletica Leggera. MEDAGLIA D’ORO 1500 m

1936. Atletica Leggera. MEDAGLIA DI BRONZO 1500 m

Milanese purosangue, del rione Porta Nuova, Luigi detto Nini sin da bambino si diverte a correre in strada, nella zona di Via Gioia e Viale Monte Grappa, tra nugoli di ragazzini. La famiglia è di umili origini: il padre è un modesto ferroviere. Le sue prime gare, da “libero” e dunque non tesserato, risalgono al 1921, quando ha appena 13 anni, ma i risultati sono alquanto scadenti. Prova inutilmente anche col ciclismo, ma la svolta arriva quando nel 1924 si tessera con la meneghina “Pro Patria”: leggenda vuole che sia stata la madre ad accompagnarlo nella sede della società. Pur non avendo un fisico da marcantonio (1,69mx63kg), inizialmente, come tipico del periodo, pratica un po’ di tutto, dalla ginnastica alla palla vibrata, dalla fune ai 100m. Poi nel 1925 comincia a correre più seriamente, sotto la guida di Desiderio “Dino” Nai, probabilmente il primo preparatore atletico in senso moderno, con metodi che talora contrasteranno coi vertici tecnici federali[1]. Il 3 maggio a Sesto, in una “popolarissima” per Allievi di 3mila metri, Beccali è superato da Gorini. Consegue il suo primo successo il 19 luglio nella “Coppa Bonacina”, in Piazza d’Armi a Milano: una gara di 3,5 km riservata agli Allievi, dove supera una novantina di avversari. Si rivede il 23 agosto quando, con Davite, vince un’americana di 6 km disputata in Piazza Morgagni a Milano. Il 20 settembre è battuto da Codognesi sui 5,5 km del “Giro di Porta Venezia”, ma si prende la sontuosa rivincita sette giorni dopo, aggiudicandosi la “Traversata notturna di Milano” per la sua categoria.

Inizia anche a correre coi “più grandi”: l’11 ottobre chiude buon terzo i 5mila a Sesto, alle spalle di Erba e Garaventa. Il 24 e 25 ottobre, sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”, è grande protagonista dei tricolori della FGNI: vince difatti 800 e 1500, affermandosi definitivamente come mezzofondista. Considerando che sta per compiere 18 anni, si tratta di un grande risultato. Il 1 novembre, a Gallarate, viene battuto sugli 800 solo dal quotato Facelli. Sette giorni dopo, nella stessa sede, a superarlo sui 1500 è Laredo. Nel 1926 la sua prima corsa data 7 febbraio, nel cross organizzato a Milano dal neonato “SC Lunghi”, sorto per onorare la memoria dello sfortunato argento olimpico (1908), deceduto pochi mesi prima a soli 34 anni. Beccali chiude al terzo posto, sopravanzato da Reati e Codognesi. La stagione su pista inizia il 28 marzo sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”. Si parla già di riunioni “preolimpiche”: la Commissione Tecnica, presieduta da Cartesegna, mette subito le cose in chiaro e non vuole perdere tempo. Tanto meno Beccali che vince subito i 1500, dimostrandosi già in palla. Il 5 aprile si conferma a Stresa dove si impone in un anomalo 4mila, denotando anche una certa resistenza. Il 2 maggio a Sesto è superato da Ferrario in un 800. Identico risultato, ma sui 1500 ed in una gara valevole per il titolo lombardo, sette giorni dopo sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”. Il 23 maggio ad Ancona, nei tricolori juniores, Beccali si conferma “grande promessa”: vince difatti gli 800.

Sulla “Gazzetta” Il noto giornalista Luigi Ferrario spende parole di elogio: “Beccali, un giovane nel quale abbiamo fiducia fin dal suo primo apparire sulla scena sportiva per la serietà della sua preparazione e per la volontà che dimostra nella lotta. Ha vinto come un campione di classe”. Sette giorni dopo, vince a Sesto un 1500 ad handicap. Il 6 luglio Beccali si aggiudica un 5mila nel Parco Reale di Monza. Il 25 luglio a Milano gareggia nelle selezioni azzurre in vista dell’incontro con l’Ungheria: arriva terzo negli 800, preceduto da Facelli e Tavernari, e secondo sui 1500, alle spalle di Garaventa. Si tratta di ottimi risultati. Ed ancor di più è ottimo quanto accade a Budapest, nel match contro i magiari per cui Beccali è stato selezionato: con una gara splendida, che la dice lunga sul suo futuro, batte tutti sui 1500, precedendo Garaventa. Ottiene punti importanti per i nostri che reggono a lungo il confronto coi padroni di casa, ma alla fine soccombono di misura per 49 a 53. Il 5 settembre Beccali si conferma, vince un 800 ad Intra. Il 26 settembre è a Genova, in Piazza di Francia, per la grande manifestazione in memoria di Lunghi: sugli 800 è battuto da Cominotto, ma non sfigura. Il 3 ottobre a Torino vince i mille, superando un asso come Garaventa: ormai Beccali è stabilmente tra i nostri migliori mezzofondisti. Difatti il 10 ottobre vince pure a Novara sui 1500. Nel weekend successivo è a Bologna per i tricolori FGNI, mancando di poco una clamorosa tripletta: consegue difatti il titolo su 1500 e 5mila mentre è secondo, battuto da Facelli, sugli 800. Il 24 ottobre, sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”, vince i mille del “Campionato Provinciale Fascisti ed Avanguardisti” mentre è secondo sui 3mila, sconfitto da Ferrario. Il 31 ottobre primeggia sui 1500 a Novara.

Ormai è un talento affermato, che ha completato il suo sviluppo fisico, ma arriva il militare a complicargli i piani. A febbraio 1927 entra, a Milano, nel 12° Bersaglieri che non perde occasione per inquadrare atleti, famosi e non. Beccali esordisce nella nuova stagione il 18 aprile a Genova, nelle selezioni per Italia-Polonia, ma non è in forma e non va oltre il 4° posto negli 800 vinti da Cominotto. Il militare non gli permette di gareggiare al meglio, ma riesce comunque ad allenarsi e si ripresenta in pista il 29 giugno, sul campo meneghino dello “SC Italia”: vince bene i mille. Il 21 agosto a Busto si aggiudica i 1500 dei campionati lombardi. Ma la forma, tra un servizio in caserma e l’altro, non può essere perfetta: il 18 settembre nei tricolori di Bologna, sul campo della “Virtus”, chiude 5° i 1500 vinti da Davoli. Il 9 ottobre vince gli 800 a Legnano, nei campionati “fascisti” provinciali. Il 1928 è annata olimpica e gli atleti migliori devono essere tutelati. Così Beccali, che tutti ormai chiamano Nini, per merito della FIDAL viene distaccato come militare presso il 6° Reggimento Bersaglieri a Bologna che diventa la sede privilegiata di ritiri collegiali e preolimpiche sotto la guida del nuovo CT della Nazionale, l’ungherese Jeno Gaspar. Alla fine di marzo, al termine del primo collegiale, Beccali è battuto da Cominotto in un mille. Il 9 aprile è a Genova, sul campo della Nafta, per un’altra preolimpica: sui 1500 viene superato da Davoli. Il militare gli dà qualche tregua e comincia a carburare: il 21 aprile nella preolimpica di Bologna vince il miglio. Otto giorni dopo si aggiudica il titolo regionale dei 1500, superando un vecchio marpione come Ferrario. Le autorità militari gli concedono licenze per gareggiare nelle preolimpiche, ma non sembra andare benissimo: il 20 maggio a Bologna, sul campo della “Virtus”, chiude al terzo posto gli 800, battuto da Tavernari e Cominotto. Sette giorni dopo, un altro terzo posto ma sui 1500, sul campo meneghino dello “SC Italia”: a superarlo lo stesso Cominotto e Ferrario. Il 10 giugno è selezionato per il triangolare Francia-Svizzera-Italia, che si tiene nello stadio parigino di Colombes: chiude secondo i 1500, battuto dal forte Ladoumegue, ma realizza un gran tempo, 3’59”3/5 col quale abbatte una barriera storica. Difatti è la prima volta che un italiano rompe il muro dei quattro minuti. I nostri comunque perdono il confronto con la Francia (132-108), pur superando nettamente la Svizzera (ferma a 69).

Beccali si conferma astro nascente: sempre seguito da Nai come un figlio e ben coadiuvato da Tavernari nel ruolo di “lepre”, il 21 giugno a Bologna, sulla pista della “Virtus”, ottiene anche il record italiano sul miglio, in 4’20”1/5, strappandolo nettamente a Davoli (che lo deteneva con 4’26”4/5). Tra la fine di giugno ed i primi di luglio partecipa ai tricolori di Milano, disputati sul campo della “Forza e Coraggio”: vince i 1500 e nessuno può negargli la maglia azzurra ai Giochi di Amsterdam. Le gare olimpiche di atletica si svolgono all’Olympisch Stadion. Beccali esordisce il 1 agosto nei 1500 cui partecipano 44 atleti di 19 nazioni. La sua corsa finisce presto: nella sua batteria difatti giunge 4°, sopravanzato nell’ordine dal tedesco Wichmann, il ceco Kittel e l’ungherese Marton. Riesce comunque a precedere 4 avversari: l’olandese Zeegers, l’australiano Hyde, il polacco Jaworski ed il francese Martin. Ma questo non basta: poichè accedono al turno successivo solo i primi due, Beccali viene subito eliminato. L’oro va al finnico Larva, argento per il francese Ladoumegue, bronzo all’altro finlandese Purje. Per Beccali una prestazione sotto tono, ma utile come esperienza, anche per comprendere gli errori commessi, con una tattica ancora troppo istintiva. In Italia comunque continua a fare faville: il 2 settembre a Genova, nel meeting dedicato alla memoria di Lunghi, vince i 1500, con un tempo non lontano dal suo primato italiano. Ai Giochi, probabilmente, avrebbe potuto fare meglio. Il 16 settembre a Budapest, nell’incontro Ungheria-Italia, disputato sul campo del “Magyar AC”, vince i 1500, ma i nostri perdono 47-55. Quattro giorni dopo, ancora nella capitale ungherese ma nello stadio dell’MTK, viene battuto da Tavernari in un mille. In quei giorni a Budapest c’è anche il grandissimo finlandese Nurmi e Beccali ne studia gli allenamenti, cercando di carpirgli qualche segreto. Il 30 settembre a Modena “Nini” si aggiudica i 1500, distanza sulla quale si impone anche all’Arena di Milano il 14 ottobre. Si ripete il 1 novembre sul campo meneghino di Via Sismondi in un 1500 ad handicap, recuperando lo svantaggio iniziale. Nel weekend successivo è a Cornigliano per i “Campionati della Milizia”: vince bene i 1500 mentre sugli 800, che comincia a non amare, finisce terzo, sopravanzato da Tavernari e Tugnoli. Sette giorni dopo, a Milano vince 1500 e 3mila nei “Campionati Provinciali Fascisti”. Si ripete pari pari il 18 novembre a Trieste. Il 9 dicembre inizia la stagione dei cross nel migliore dei modi: vince il “GP Sciesa” a Milano. Sette giorni dopo, bissa nella “Coppa Crivelli”.

Nel 1929 si conferma alla grande, sfruttando anche il fatto che il suo lavoro (è geometra, supervisore della manutenzione stradale al Comune di Milano) gli lascia abbastanza tempo libero per allenarsi. Il 1 aprile vince bene i 1500 a Genova, sulla pista della Nafta. Il 28 aprile è grande anche sui 3mila all’Arena di Milano dove supera il quotato francese Dartigues. Il 9 maggio vince nella stessa sede i campionati provinciali sugli 800. Tre giorni dopo, a Roma, nello stadio del PNF, domina i 3mila siepi col tempo di 9’38”2/5 che viene omologato come primato italiano anche se in realtà esistevano prestazioni migliori[2]. Il 20 maggio a Parigi, stadio Jean Bouin, vince i 3mila. Il 2 giugno all’Arena di Milano chiude 4° un 2mila ad handicap: partito scratch, non recupera lo svantaggio iniziale, ma il suo è il miglior tempo. Non solo: con 5’33”4/5 è pure il nuovo record italiano della distanza. Il 16 giugno si concede quasi una pausa di...”divertimento”. All’Arena di Milano difatti gareggia sui 200hs, evidentemente per lui una specialità anomala, dove comunque non sfigura, pur perdendo nettamente da uno specialista come Facelli. Sette giorni dopo è a Cesena dove dà di nuovo spettacolo: vince il miglio col tempo di 4’19”1/5 che rappresenta il nuovo primato italiano. Si discute molto sulla migliore specialità per le sue caratteristiche: chi lo vuole sugli 800, chi addirittura sui 5mila. Il record sul miglio appare, a questo proposito, piuttosto indicativo. Come conferma, il 30 giugno a Torino, sul campo del “SC Michelin”, si aggiudica agevolmente un mille. Il 6 luglio è a Londra, Stamford Bridge, dove gareggia nelle 2miglia siepi: non ingrana e si ritira. Poi si prende un periodo di riposo. Si ripresenta l’8 settembre a Genova, sulla pista della Nafta, nel “GP Regioni Alta Italia”: vince bene i 1500. Il 21 e 22 settembre è protagonista ai tricolori, disputati nel “Littoriale” di Bologna: guadagna un bel successo sui 1500 che sembrano ormai la sua gara per eccellenza. Tuttavia continua a gareggiare anche su distanze più lunghe che forse non gli sono poi così propizie: il 6 ottobre a Parigi, nel prestigioso “GP Bouin”, è battuto sui 5mila dal finnico Loukola dopo uno sprint “testa a testa”. Sette giorni dopo, torna alle gare su strada e si aggiudica nettamente la “Traversata di Novara”. E’ in forma e lo dimostra il 20 ottobre a Genova, sulla pista della Nafta, nell’incontro Italia-Ungheria: con 3’58”2/5 vince nettamente i 1500 e realizza il primato italiano. Sugli 800 finisce terzo, superato da Barsi e Tavernari. I magiari, più forti nei lanci, si aggiudicano il match 78-64. Sette giorni dopo, Beccali è a Mestre dove si impone agevolmente sui 1500. Il 3 novembre gareggia a Napoli nel “GP Regioni”, disputato nel nuovo “Stadio del Littorio”, zona Vomero: vince i 1500, ma sugli 800 è superato dallo specialista Tavernari, confermando come questa distanza non sia la più adatta alle sue caratteristiche. Sulla via del ritorno a Milano, si ferma a Pisa dove si aggiudica il “Giro dei due ponti”. Insiste con le corse su strada: il 10 novembre fa suo il “Giro di Bolzano”. Inizia il 1930 con un bel successo nel cross dell’Epifania, il 6 gennaio a Cesano Maderno dove supera Davoli. Esordisce in pista il 6 aprile nel tricolore dei 3mila siepi, sul campo dello “SC Italia” a Milano: si ritira quando viene staccato da Davoli, è comunque l’ultimo a cedere. Il 21 aprile a Genova, nella “Coppa Piaggio”, sulla pista della Nafta, Beccali vince agevolmente i 1500. Il 4 maggio a Torino si aggiudica i mille, distanza sulla quale si ripete sette giorni dopo, sul campo meneghino dello “SC Italia”, superando nettamente il quotato francese Martin. Il 25 maggio, alla presenza degli augusti Principi di Piemonte, vince i 600 a Genova. Tre giorni dopo, al “Littoriale” di Bologna è battuto da Venturi in un 2mila ad handicap, ma realizza il miglior tempo e con 5’29”0 stabilisce il record italiano. Il 15 giugno all’Arena di Milano è grande sul miglio: realizza difatti il primato italiano con 4’16”0. Quattro giorni dopo, vince gli 800 a Treviso ed il 22 giugno primeggia a Bologna sui 1500, distanza nella quale guadagna il campionato lombardo il weekend seguente. Il 5 luglio è a Londra dove nel miglio parte troppo tranquillo e rimane chiuso dai due inglesi Thomas e Cornes che gli guadagnano metri decisivi: Beccali tenta troppo tardi la rimonta e chiude terzo.

Il 13 luglio torna in Nazionale, a Parigi, per il match Francia-Italia, nel mitico stadio di Colombes: sui 1500, dopo un gran duello, è battuto da Ladoumegue, ma realizza il nuovo record italiano con 3’57”1/5. Sugli 800, stanco, finisce 4° (vince Keller), facendosi superare anche dal giovane Cerati. I nostri perdono il confronto 67 a 81. Ai tricolori di Udine Beccali fa il minimo indispensabile ed il 27 luglio vince agevolmente i 1500. In agosto si riposa. Il 7 settembre a Genova si impone agevolmente sugli 800 che valgono il “Premio Lunghi”. Sette giorni dopo, è la star della riunione di Grignasco dove vince nettamente gli 800 mentre sulla per lui anomala distanza delle 100y è superato da Turba. Il 21 settembre domina gli 800 a Borgosesia. Il 5 ottobre Beccali è a Parigi per il prestigioso “GP Jean Bouin”: protagonista di una grande gara, è battuto da Ladoumegue che per superarlo deve ottenere il record del mondo mentre Beccali sfiora il suo limite nazionale. Il 19 ottobre Beccali si conferma il nostro miglior mezzofondista: nel “Littoriale” di Bologna, per il “Campionato delle Regioni Alta Italia”, si aggiudica 800, 1500 e staffetta olimpionica[3]. Sette giorni dopo, vince i 600 sulla pista meneghina dello “SC Italia”. Si ripete il 28 ottobre a Novara ma sui 1500. Il 1 novembre a Roma, nella finale del “GP Regioni”, centra la doppietta 800-1500 ed il giorno seguente a Firenze, sul campo del “Giglio Rosso”, si aggiudica i mille, successo bissato il 9 novembre al “Giurati” di Milano. A fine stagione torna alle gare su strada: il 30 novembre vince brillantemente il “Giro dei due ponti” a Pisa ed il 7 dicembre chiude la sua annata, aggiudicandosi la “Traversata di Brescia” sulla distanza di 4,5 km. Torna alle gare già il 6 gennaio 1931 quando si impone nel cross di Cesano Maderno. Si ripete il 25 gennaio, primeggiando nel campionato provinciale milanese di cross. Il 22 marzo all’Arena di Milano viene battuto da Facelli in un’anomala gara sui 350m. Il 6 aprile a Genova, pista della Nafta, guadagna agevolmente gli 800 e venti giorni dopo, sul campo meneghino dello “SC Italia”, vince il titolo lombardo sui 1500, distanza in cui primeggia anche a Monaco il 9 maggio. Cinque giorni dopo, all’Arena di Milano dà spettacolo, eguagliando il record italiano sui 600m con 1’20”2/5. Il 24 maggio a Firenze vince agevolmente la prima prova tricolore sui 1500. Sette giorni dopo, a Bologna si impone sugli 800. Torna nel capoluogo felsineo il 7 giugno quando coglie una splendida doppietta 800-1500 nel match Italia-Francia che i nostri vincono 78-69. Il 28 giugno, sulla pista genovese della Nafta, vince in scioltezza i 1500 validi come seconda prova tricolore. Il 12 luglio all’Arena, nella riunione di attesa dell’arrivo del “Giro di Milano”, vince la gara dei 2mila. Dieci giorni dopo, è a Colonia dove sugli 800 viene superato dallo statunitense Cobb. Sulla stessa distanza primeggia il 26 luglio a Roma, in una prova tricolore. Il 9 agosto gareggia a Budapest nell’incontro Ungheria-Italia vinto dai magiari 78-64: sugli 800 viene battuto sul filo di lana, dopo un serrato duello, da Barsi, ma si impone nalla staffetta olimpionica[4]. Il 22 agosto è a Londra, Stamford Bridge, per Inghilterra-Italia, vinto 83,5-62,5 dai padroni di casa: sulle 880y è battuto da Hampson, tardando nello sprint. Il 30 agosto a Borgosesia vince agevolmente gli 800. Diserta l’ultima prova tricolore sui 1500 a Firenze, certo matematicamente del successo nella classifica a punti che vale il titolo italiano. Il 12 e 13 settembre a Poznan partecipa all’incontro Polonia-Italia: vince bene gli 800 mentre, un po’ a sorpresa, sui 1500 è battuto da Kusocinski. I nostri si aggiudicano il confronto 73-69. Il 4 ottobre, all’Arena di Milano, Beccali viene superato dal ritrovato Tavernari sugli 800, ma il secondo posto gli permette di primeggiare nella classifica tricolore, a punti, basata sulle apposite prove svolte nell’annata. E’ in forma: il 18 ottobre a Firenze, nella finale del “GP Regioni”, consegue la splendida doppietta 800-1500, superando in entrambe le occasioni Furia. Nella stessa riunione vince anche la staffetta olimpionica, assieme a Facelli, Maregatti e Toetti. Il 28 ottobre si aggiudica i 3mila del “GP Milano” all’Arena.

L’8 novembre Beccali vince il “Giro di Bolzano”, 5,5km, bruciando Lippi. Sette giorni dopo, chiude l’annata con l’ennesimo successo, stavolta sui 5mila all’Arena di Milano. Ovviamente Beccali trascorre l’inverno col pensiero rivolto ai Giochi ed inaugura il 1932 con un cross il 21 febbraio nel campionato bergamasco disputato allo Stadio Brumana: vince nettamente. Esordisce in pista il 28 marzo con un altro successo sugli 800 nel campo genovese della Nafta. Si ripete agevolmente sui 1500 il 21 aprile a Firenze, nella prima preolimpica. Non ha difficoltà sulla stessa distanza ad imporsi anche l’8 maggio nel campionato lombardo. Raggiunge una forma ragguardevole: il 15 maggio all’Arena di Milano, nella seconda preolimpica, non solo stravince i 1500 ma realizza pure il record italiano con 3’52”1/5, ottimo anche a livello mondiale. Si alza la fiducia in vista dei Giochi. Si mantiene in forma, gareggiando anche in competizioni minori: il 22 maggio vince agevolmente gli 800 a Gallarate. Sulla stessa distanza si ripete nell’ultima preolimpica, disputata a Bologna il 5 giugno. E’ una delle nostre carte migliori ai Giochi ed anche per questo, oltre ai problemi lavorativi che lo trattengono a Milano, gli viene concesso di allenarsi da solo, sotto le direttive del CT Contoli, non partecipando dunque al ritiro collegiale azzurro di Firenze. Beccali comunque è una sicurezza e lo dimostra il 12 giugno a Francoforte dove sbaraglia la concorrenza qualificata, correndo i 1500 in 3’54”. Poi è tempo di pensare al viaggio in America. Il 1 luglio gli azzurri vengono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura: Beccali sta bene e nel clan azzurro monta la fiducia. Le gare di atletica si svolgono nel grandioso “Coliseum”. Beccali gareggia nei 1500 cui prendono parte 24 atleti di 14 nazioni. Il 3 agosto si svolge la batteria, che poi è già una semifinale, e Beccali dimostra subito la sua ottima condizione, dominando su uno stuolo di avversari provenienti da ogni parte del mondo. Secondo giunge il finnico Purje davanti allo svedese Ny. Quindi lo statunitense Crowley, ultimo a qualificarsi per la finale sul canadese Wade ed il messicano Ortiz mentre non terminano la gara il brasiliano Gomes, il britannico Thomas ed il quotato ma stagionato tedesco Peltzer. Beccali ha dimostrato sicurezza ed energia: fa ben sperare per la finale che si svolge il giorno seguente. Partono in 12 ed è subito battaglia. Il neozelandese Lovelock parte a spron battuto, gli altri dietro in fila indiana. Primo giro in sessanta secondi. Poi balzano al comando prima lo statunitense Cunningham e quindi il canadese Edwards, con lo svedese Ny ben piazzato. Il gruppo si sfilaccia e Beccali perde qualche metro, forse troppi, ma si mantiene tranquillo, verso la quinta/sesta posizione. All’ingresso dell’ultima curva il grupetto al comando è ancora folto, Edwards in testa mentre Lovelock clamorosamente si sfila esausto. Ai 150m parte Beccali che supera tutti di slancio, con Cunnigham che lo affianca. Ma Beccali accelera ancora all’ingresso del rettilineo finale e guadagna qualche metro: dietro arrancano, l’azzurro insiste e vola fin sul traguardo dove coglie uno straordinario successo, col nuovo record olimpico di 3’51”2. Medaglia d’oro! La prima della storia olimpica in una gara di corsa per il nostro paese[5]. Argento per il britannico Cornes, bronzo ad Edwards. Seguono Cunningham, Ny, lo statunitense Hallwell, il neozelandese Lovelock, l’altro statunitense Crowley, i finnici Luomanen, Larva e Purje (che ha abbandonato). Beccali ha veramente messo il mondo in fila: un trionfo fenomenale quanto indiscutibile.

Dopo il successo strepitoso, mantiene i piedi in terra in vista dei prossimi impegni, tra cui alcune riunioni in terra d’America. Ma un piccolo infortunio ad un piede, causatogli dal maldestro tentativo di scavalcare un cancello, lo blocca sul più bello e non gareggia più negli USA. Rientrato finalmente in Italia, è difficile smaltire la sbornia olimpica ed i conseguenti festeggiamenti. Salta pure i tricolori e rientra in gara solo il 9 ottobre a Valenza, aggiudicandosi facilmente i 1500 col corollario dell’americana assieme a Bonfà (compagno di colori nella “Pro Patria”). Il 16 ottobre ritrova pure l’azzurro, a Torino per Italia-Ungheria: vince bene i 1500 e staffetta olimpionica tra l’entusiasmo generale; ormai è tra i migliori mezzofondisti del mondo. I nostri si impongono 72-69. Sette giorni dopo, a Bergamo si aggiudica il tricolore della staffetta 4x1500 assieme ai compagni della “Pro Patria” (Bonfà, Zonca e Capoferri). Il 28 ottobre è all’Arena dove si celebra in pompa magna il decennale della Marcia su Roma: vince i 1500 ad handicap. Il 4 novembre a Napoli, nella finale del “GP Regioni”, splendida doppietta 800-1500 col corollario della staffetta “olimpionica” (con lui Toetti, Maregatti e Facelli). Il 20 novembre guadagna il campionato sociale della “Pro Patria”, assegnato in un esathlon: è l’ultimo successo di una stagione assolutamente strepitosa. Inizia il 1933 tranquillo: il 23 aprile è nella squadra della “Pro Patria[6]” che si aggiudica l’americana di mezz’ora sulla pista genovese della Nafta. Il 7 maggio all’Arena di Milano vince facile i 1500 e poi si aggiudica la staffetta olimpionica (con Turba, Cani e Ferrario). Sette giorni dopo, a Firenze vince la 4x400: con lui Redaelli, Bonfà e Turba. Il 21 maggio domina i mille a Modena. L’11 giugno è grande protagonista allo stadio parigino di Colombes, in Francia-Italia, con la splendida doppietta 800-1500. I nostri si aggiudicano l’incontro 80-68. Quattro giorni dopo, altro bel trionfo all’Arena di Milano in una gara sui ¾ di miglio. Si ripete il 29 giugno a Torino, ma sui mille: in Italia non ha avversari. Si rivede solo dopo due mesi: il 27 agosto si impone agevolmente sugli 800 all’Arena di Milano. Ai primi di settembre è grandissimo ai Mondiali Universitari di Torino: dapprima, il giorno 7, porta al successo la staffetta olimpionica[7] e quindi due giorni dopo, tra l’entusiasmo di pubblico e gerarchi, vince i 1500 davanti al neozelandese Lovelock ed il tedesco Dessecker, addirittura uguagliando il primato mondiale con 3’49”2[8]. Il 17 settembre all’Arena di Milano fa ancora meglio, nell’incontro Italia-Inghilterra: stravince in 3’49”0, migliorando dunque il record, per un’impresa strepitosa. Gli azzurri si aggiudicano il match 85-62. Beccali sfrutta la sua condizione e va a caccia di primati: sette giorni dopo, a Firenze strappa al grande Lunghi l’annoso record italiano sugli 800, con 1’50”3/5. Il 1 ottobre è ancora in azzurro, stavolta a Vienna per Austria-Italia, ma disputa solo la staffetta olimpionica[9], lanciandola in prima frazione: i nostri primeggiano col record italiano (3’24”5), aggiudicadosi pure l’incontro 73-58. Sette giorni dopo, è di nuovo in Nazionale, a Padova per Italia-Svizzera: vince agevolmente gli 800 e gli azzurri si impongono 93-65. Il 15 ottobre primeggia da campione sui 1500 a Torino, ripetendosi sulla stessa distanza sette giorni dopo a Venezia. Il 29 ottobre vince in scioltezza gli 800 a Trieste. Il 4 novembre, all’Arena di Milano, è protagonista di un altro show memorabile: con 2’10”0 stabilisce difatti il record mondiale sulle 1000y, distanza anomala e poco praticata in Italia, ma il limite lo conferma ai massimi livelli. Otto giorni dopo, a Cornigliano, si aggiudica gli 800 del “GP Lunghi”, il grande mezzofondista di cui Beccali è l’erede magistrale. Il 19 novembre a Firenze trionfa in un mille, praticamente organizzato per lui, e si aggiudica il sontuoso premio messo in palio dal marchese Ridolfi, una Balilla nuova di zecca con cui poi effettua un giro d’onore dello Stadio Berta, applauditissimo. Il 16 dicembre, dopo qualche incertezza, affronta anche la sua prima gara su pista coperta, indoor: a Monaco di Baviera supera nettamente i più forti tedeschi in un mille.

In Germania è diventato famoso e, dopo un inverno in cui s’è ben allenato, il 4 marzo 1934 si presenta a Berlino per un’altra prova al coperto, su una pista peraltro in legno e lunga solo 150 metri, con curve molto strette. Di fronte a seimila spettatori, Beccali è di nuovo grande e vince nettamente. Torna in pista all’aperto il 29 aprile, sul campo genovese della Nafta dove si aggiudica l’americana assieme ai compagni Capoferri, Kosciaski e Pericoli. Ritrova i suoi amati 1500 il 10 maggio a Gallarate dove l’emergente Lanzi lo impegna senza però impensierirlo. Sulla stessa distanza primeggia facilmente a Trento il 13 maggio ed all’Arena di Milano sette giorni dopo, in una gara però giudicata “scialba” dai cronisti, troppo bene abituati. Il 31 maggio a Legnano primeggia nel “campionato provinciale fascista” sui mille. Il 3 giugno a Torino, nel “GP Fidal”, Beccali si aggiudica in scioltezza gli 800: non è colpa sua se in Italia è una spanna sopra tutti. Si ripete il 10 giugno all’Arena di Milano sui 1500 e sette giorni dopo a Bologna nell’incontro Italia-Polonia, vinto dai nostri 69-51, dove si impone pure nella staffetta[10]. Beccali ormai è una star internazionale: il 24 giugno ad Anversa, nello Stadio Olimpico, domina i 1500, con 7” di margine (!) sull’inglese Cornes e vince la staffetta olimpionica[11]. Il 15 luglio ad Ancona Beccali vince agevolmente i 1500. Sette giorni dopo, è a Stoccolma dove, dopo aver sofferto di disturbi gastrici nei giorni precedenti, perde l’imbattibilità sui 1500 che durava ormai da oltre due anni: lo supera lo svedese Ny, peraltro con un gran tempo. Il 28 luglio Beccali è l’inevitabile favorito degli 800 che valgono il titolo tricolore, disputato all’Arena di Milano, ma arriva un clamoroso colpo di scena: a metà gara il gruppo è ancora folto, si verifica qualche spintone e Bicci urta Beccali il quale cade a terra. Gara compromessa e ritiro tra la delusione generale. Vince l’emergente Lanzi che il giorno seguente impegna sui 1500 l’acciaccato Beccali cui però non sfugge il successo.

Beccali torna in Nazionale il 19 agosto per Ungheria-Italia, disputata di fronte a 30mila spettatori: nei 1500, mentre Cerati attacca da lontano, Beccali si limita a controllare Szabò, per allungare solo sul rettilineo finale e chiudere secondo dietro l’altro azzurro. Poi tocca alla prima storica edizione degli Europei, disputata a Torino: il 7 settembre Beccali si conferma grande sui 1500. Dapprima “passeggia” in batteria, lasciandosi battere dal tedesco Schamburg, ma risparmiando energie preziose. Quindi si aggiudica l’oro sul magiaro Szabò ed il francese Normand, dopo una corsa intelligente e di controllo, conclusa con uno sprint imperiale ed imperioso. Poi Beccali parte per l’America, assieme ai “Littori”, gli Universitari che sono stati invitati per una tournée nei più importanti atenei della costa orientale. Il 5 ottobre vince i 1500 a Cambridge (Harvard), nonostante una caduta, e sette giorni dopo si ripete allo Yankee Stadium di New York, dopo essersi allenato a lungo alla Columbia University. Nelle stesse occasioni primeggia anche nella staffetta olimpionica. Torna in pista solo il 2 giugno 1935 quando a Locarno la Pro Patria affronta la squadra locale, vincendo 66-48: Beccali si aggiudica in scioltezza i mille. Sembra già in grande forma: il 9 giugno all’Arena di Milano, nella riunione in attesa dell’arrivo del “Giro d’Italia”, vola sui 3mila col tempo di 8’36”6, non lontano dal record italiano. Sette giorni dopo, sulla stessa distanza si impone anche a Torino, nel “GP Fidal”. Il 30 giugno all’Arena di Milano domina invece la prova su 2mila metri. Il 28 luglio ai tricolori di Firenze realizza una splendida doppietta, anomala sotto il profilo tecnico: da quel grandissimo campione che è, si aggiudica difatti il titolo nei 1500 e nei 5mila. Il 4 agosto arriva una battuta d’arresto, peraltro in un contesto importante: a Parigi chiude terzo sui 1500, superato dallo statunitense Bright ed il francese Normand dopo un serrato duello, tra gomiti alti e chiodate, sul rettilineo finale. Ritrova il successo e l’exploit, ma sul miglio, il 25 agosto all’Arena di Milano, sotto la pioggia e davanti a 25mila spettatori: ottiene pure il record italiano, con 4’15”4. Il 1 settembre si conferma grande in Nazionale, a Berlino per il pentagonale con Germania, Ungheria, Svezia e Giappone: vince i 1500, con l’ennesimo tempo sotto i 4’, ma gli azzurri finiscono quinti nella classifica finale, per una prestazione globale poco esaltante. Beccali fa sempre il suo dovere: vince alla grande i 1500 anche il 22 settembre a Torino, in Italia-Francia. Non contento, dà il suo contributo alla 4x400[12] che si impone col record italiano (3’18”2). I nostri si aggiudicano l’incontro nettamente, 83-65. Il 13 ottobre Beccali, al “Giurati” di Milano, guadagna il tricolore della staffetta 4x1500: con lui, per la Pro Patria, gareggiano Bellini, Santi e Lanzi. Per la sua squadra, a caccia di punti per il tricolore, si “sacrifica” al punto da disputare, il 19 e 20 ottobre a Bologna, il Campionato Italiano di decathlon: chiude 11°, lontano dal vincitore Gasti, rivelandosi però atleta a tutto tondo. Il 1936 è annata olimpica: Beccali è il campione uscente ed ovviamente tutta la preparazione è incentrata su Berlino. Torna difatti in pista solo il 30 maggio all’Arena di Milano dove vince agevolmente i 1500 ed appare già in buona condizione.

Tutto sembra procedere bene ed il bis pare possibile. Intanto il 14 giugno a Budapest domina in 3’50”6: tutto fila alla perfezione. Sette giorni dopo, Beccali compie un altro test sui 1500 a Torino, primeggiando agevolmente. Il 29 giugno a Bologna tocca ai tricolori, appositamente anticipati in vista dei Giochi: Beccali vince in scioltezza i 1500. Prepara in serenità i Giochi nella sua Milano, essendo dispensato dal seguire il ritiro collegiale di Firenze da dove poi parte, in treno, per Berlino il 19 luglio. Le gare di atletica leggera si disputano all’Olympiastadion. Beccali gareggia sui 1500 che vedono al via 43 atleti di 27 nazioni. Detentore del titolo, è tra i più attesi ma non avrà vita facile anche perchè, contro il suo volere, i tecnici federali gli alleggeriscono il carico di lavoro proprio nell’ultima settimana di vigilia. Il primo turno si svolge il 5 agosto ed è in pratica una semifinale: i primi tre accedono difatti alla finale. Beccali fa una gran gara e vince di misura sul magiaro Szabò ed il canadese Edwards. Seguono nell’ordine, eliminati, il britannico Graham, il ceco Hosek, il francese Latigny, l’australiano Backhouse, il tedesco Mehlhose, l’estone Uba, il cinese Lianren ed il colombiano Torres. Il giorno seguente è finale. L’inizio, con lo statunitense Cunningham in testa, è tranquillo e Beccali si mantiene al coperto, ma nel gruppo riceve una chiodata ad un piede che certo non lo agevola. Le cose cambiano a metà gara, con lo svedese Ny scalpitante e l’andatura cresce a dismisura. Beccali tarda ad emergere mentre lo fa invece il neozelandese Lovelock che nell’ultima curva pianta tutti e vola a vincere col record mondiale (3’47”8). L’argento è per Cunningham ed il bronzo va ad un comunque grande Beccali, apparso però probabilmente troppo titubante. Forse poteva anticipare lo scatto finale, ma quando ha provato a forzare, non gli è riuscito il cambio di passo vincente: qualcuno attribuisce questa sua defaillance alla famosa chiodata, l’atleta stesso propende invece per il mancato “carico” nell’ultima settimana, rammaricandosi tutta la vita per questo atteggiamento dei tecnici federali. Stiamo comunque parlando di un bel bronzo, ma il bis poteva essere alla portata di Beccali se tutto fosse filato liscio. Riesce comunque a precedere nell’ordine lo statunitense San Romani, Edwards, il britannico Cornes, Szabò, il francese Goix, lo statunitense Venzke, il tedesco Schaumburg, Nys ed il tedesco Bottcher. Beccali è comunque il primo atleta a salire per due volte sul podio olimpico dei 1500.

Ferita al piede grave o no, Beccali comunque stenta a recuperare: si rivede in pista solo il 20 settembre a Vicenza dove si impone agevolmente sui 1500, bissando sette giorni dopo sul campo di Vigentino. Ha ritrovato la forma: il 4 ottobre a Parma vince il tricolore della staffetta 4x1500[13]. Il 25 ottobre a Roma, sul campo Guardabassi, per ordini di scuderia è “costretto” a gareggiare sugli 800 in Italia-Austria: vince alla grande ed i nostri si aggiudicano il confronto 73,5-50,5. Tre giorni dopo, ritorna ai 1500 e domina facilmente il campo a Novara. Il 1 novembre a Venezia consegue il primato italiano nella staffetta 4x800[14], con 7’58”5. Poi si prende un “mezzo anno sabbatico”. Ad inizio 1937 infatti Beccali si reca negli USA, per gareggiare ma anche per impegni professionali: intende infatti studiare i metodi di costruzione americani, in particolare per i grattacieli. Nelle indoor del New Jersey non ha molta fortuna e trova in Cunnigham un avversario quasi imbattibile: riesce a vincere una prova, il miglio ad handicap a Worcester, nel Massachussetts, il 24 marzo. Sulla stessa distanza il 9 giugno finisce terzo a Princeton, sopravanzato da San Romani e Lash, ma ottiene il primato italiano con 4’09”6. Rientra a casa in piena estate e ritrova il successo il 5 settembre all’Arena di Milano, sui 1500. Venti giorni dopo, sulla stessa pista consegue una bella doppietta 800-1500 nelle finali dei campionati italiani di società. Ormai però a 30 anni l’età comincia a pesare anche per lui. Nel 1938 comunque sui 1500 rivince il titolo italiano e guadagna il bronzo europeo a Parigi, in un arrivo peraltro dove non mancano manovre al limite del regolamento[15]. Quindi Beccali dà una decisa sterzata alla sua vita e nel 1939 si trasferisce a New York dove commercia in vini italiani. Torna anche saltuariamente in pista: il 21 settembre 1940 vince una gara sul miglio ed il 1 marzo 1941 si impone in una prova su 880y indoor. E’ il suo ultimo successo ed anche la sua ultima gara. Rimane negli USA per sempre. Nel 1956, essendo geometra, è assunto temporaneamente dal CONI in qualità di disegnatore di impianti sportivi per le Olimpiadi invernali di Cortina, ma la sua vita ormai è in America dove torna presto e si spegne a 89 anni. La sua è una delle carriere più rappresentative di tutti i tempi nel settore dell’atletica leggera: Beccali è l’unico uomo azzurro ad aver vinto l’oro olimpico nel mezzofondo (800-1500)[16].


[1] Nai, professore all’Università di Veterinaria, grande appassionato di atletica, ha appreso i metodi di allenamento durante un soggiorno di sette anni in America. Ricoprirà per anni ruoli dirigenziali nella Pro Patria

[2] Avevano difatti ottenuto tempi migliori Ambrosini nel 1923 a Parigi (9’36”3/5) e Testoni nel 1927 a Cesena (9’33”2/5) ma per cavilli regolamentari queste due prestazioni non erano state considerate record

[3] Con lui gareggiano Facelli, Fusarpoli e Maregatti

[4] Con lui gareggiano Gerardi, Toetti e Maregatti

[5] Nel 1920 e 1924 Frigerio aveva vinto l’oro nella marcia

[6] Con lui gareggiano Capoferri. Kosciatzki e Bonfà

[7] La prova consiste in frazione di 400, 200, 200 e 800. Con lui gareggiano Giacomelli, Ferrario e Gonnelli

[8] Il record appartiene al francese Ladoumegue che lo ha stabilito il 5 ottobre 1930

[9] Con lui gareggiano Gonnelli, Ferrario e Facelli

[10] Con lui gareggiano Di Blas, Ferrario e Rabaglino. La gara si disputa con frazioni di 100, 200, 400 e 800

[11] Con lui gareggiano Facelli, Di Blas e Ferrario

[12] Con lui gareggiano Ferrario, Turba e Lanzi

[13] Per la “Pro Patria”, con lui gareggiano Bellini, Santi e Lanzi

[14] Con lui gareggiano Koschatzky, Dotti e Pericoli

[15] L’Italia presenta apposito reclamo contro il belga Mostert, argento, ma non viene accolto. L’oro va al britannico Wooderson

[16] Nel 1984, casualmente di nuovo a Los Angeles, sui 1500 vinse Gabriella Dorio


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