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BRUNI Amedeo

Acquaviva Picena (AP) 18.10.1906 / Roma 02.11.1991

1932. Tiro a Segno. 16° p.m. Carabina Piccolo Calibro

Trasferitosi presto a Roma, a 20 anni si arruola nei Carabinieri, dove rimarrà per 42 anni. Presto inizia a gareggiare nel tiro a segno, dove si fa subito notare al punto da entrare in Nazionale già ai Mondiali del 1928, disputati a Loosduinen, Paesi Bassi: ottiene un bel bronzo nel fucile d’ordinanza, posizione a terra. Con la carabina di grosso calibro invece finisce 34° nella gara individuale e quinto a squadre. Dopo una sfortunata partecipazione iridata a Stoccolma l’anno seguente (lontanissimo dalle prime posizioni), si rivede su buoni livelli nel 1930 ai Mondiali di Anversa, dove con la carabina di grosso calibro chiude al 25° posto l’individuale ma quarto a squadre, rivelandosi particolarmente efficace nella posizione a terra (5°). Un’altra presenza iridata insignificante a Leopoli nel 1931 e poi ecco le selezioni per i Giochi, disputate al poligono della Farnesina di Roma a metà giugno 1932. Bruni si disimpegna bene con la carabina di piccolo calibro, guadagnandosi la convocazione per i Giochi da parte del CT, il segretario UITS Battistoni. Così Bruni, dopo il collegiale preolimpico tenuto ancora nella Capitale, va in America. Dapprima però, il 1 luglio, tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì, dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli, dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma: vengono realizzate delle sagome di cartone con sui i tiratori possono esercitarsi, sparando verso il mare, senza rischi. In qualche modo si tengono comunque in allenamento. L’11 luglio arrivano a New York, dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City, le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles.

Le gare olimpiche di tiro si disputano nel poligono dell’Accademia di Polizia all’Elysian Park, non lontano dalla Chinatown di Los Angeles. La prova della “carabina di piccolo calibro” si svolge il 13 agosto e vi partecipano 26 tiratori di 9 nazioni. Si sparano 30 colpi ed il punteggio massimo ottenibile è 300. Bruni non va troppo bene e con 286 finisce lontano dai primi, 16° a pari merito. Vince, dopo spareggio, lo svedese Ronnmark con 294 sul messicano Huet mentre il bronzo va all’ungherese Soos-Ruszka Hradetzky con 293. Per Bruni, a sette punti dal terzo posto, comunque una prova dignitosa. Smaltita la sbornia olimpica, con tanto di ricevimenti e feste altolocate (Duce e Principe Umberto compresi) al rientro in patria, Bruni torna a gareggiare ai tricolori, disputati nel poligono della Farnesina a Roma: non va però al di là di un quinto posto nella gara col fucile’91 vinta da Ticchi. Nelle stagioni seguenti continua a sparare tra alti e bassi: nel 1933 vince il titolo italiano nella carabina di grosso calibro. Nel 1935 partecipa ai Mondiali di Roma, ma senza molta fortuna, nel fucile d’ordinanza (35° individuale, 8° squadre) e nella carabina grosso calibro (28° individuale, 7° squadre). Nello stesso anno vince un altro titolo italiano, ma nel moschetto Beretta piccolo calibro, dimostrandosi dunque tiratore quanto mai completo. Nel 1936 parte volontario per la guerra in Etiopia. Al rientro, ritrova la Nazionale per i Mondiali di Helsinki del 1937: 40° nella carabina piccolo calibro e 9° a squadre. Con quest’ultima arma nel 1938 conquista il suo terzo tricolore. Nel 1939 ai Mondiali di Lucerna, la sua ultima apparizione in Nazionale, gareggia nel fucile d’ordinanza (31° individuale, 8° squadre) e nella carabina piccolo calibro (45° individuale, 8° squadre). La Seconda Guerra Mondiale, dove combatte nuovamente come volontario, pone fine alla sua bella carriera agonistica. Cultore e vero appassionato del suo sport, ha ricoperto diversi incarichi tecnici e dirigenziali nell’UITS oltre a pubblicare manuali e volumi storici sulla disciplina del tiro a segno.

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La Nazionale di tiro a segno ai Giochi di Los Angeles del 1932. Presente anche Bruni, evidenziato dal tondo