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BRUSATI Giancarlo

Milano 06.03.1910 / Barlassina 30.06.2001

1936. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Spada a Squadre

Gareggia esclusivamente con la spada. Esordisce in Nazionale “cadetti” il 10 aprile 1932 a Montecarlo in un incontro di spada con il Belgio che però, per un equivoco organizzativo, manda la sua squadra maggiore. I nostri si difendono onorevolmente, ma perdono 10-5. Buono comunque il bilancio di Brusati che vince due incontri su quattro. Ai primi di marzo del 1933 è a Sanremo, per un’importante serie di esibizioni. Con la spada sconfigge il francese Bavastro 8-4 e 8-2. Il 17 marzo passa a Montecarlo dove la nostra Nazionale “cadetti[1]” affronta Francia e Belgio che però schierano schermidori di primo piano. Gli azzurri perdono 7-9 con la Francia (per Brusati un ottimo 3-1) e 5-11 con il Belgio (1-3 per Brusati). Sconfitte attese e non deludenti, che servono di esperienza. Ai primi di aprile Brusati chiude al quarto posto, primo degli italiani, il torneo a Nizza dove vince il francese Buchard. Il 25 maggio, a Ferrara, finisce terzo il tricolore, battuto dagli olimpionici Ragno e Riccardi, confermando comunque una certa crescita tecnica. Difatti viene convocato in Nazionale per gli Europei di Budapest dove il 13 giugno 1933 la nostra squadra guadagna l’oro a squadre, dimostrandosi ottima pedina[2]. Nel torneo individuale invece chiude quinto: vince il francese Buchard. Ai primi di settembre si presenta ai Mondiali Universitari di Torino: nella spada a squadre gli azzurri guadagnano l’argento, sconfitti, un po’ a sorpresa, dalla Francia mentre nel torneo individuale Brusati termina quarto (primeggia Rastelli). Il 31 gennaio 1934 nei saloni della “Patriottica”, Brusati supera 10-7 l’argentino Luchetti. Il 18 marzo a Cannes un'altra esibizione, stavolta con il fioretto, e bella vittoria, 10-5, col francese Wormser. Il 15 aprile 1934 Brusati è nella Nazionale di spada che a Montecarlo vince il torneo davanti a Belgio (superato 18-14) e Francia (18-8). Con lui Ragno, Rastelli e Cornaggia-Medici. Non va altrettanto bene agli Europei di Varsavia, tra 23 e 24 giugno: i nostri nel girone finale battono facilmente la Germania (24-8), ma impattano con la Svezia e la Francia, premiata dal conto delle stoccate (34-36) che le vale l’oro. Per gli azzurri un mesto e sfortunato argento cui si aggiunge per Brusati la delusione dell’eliminazione al primo turno nel torneo individuale di spada. Si rivede solo il 9 dicembre quando a Genova i nostri spadisti superano 13-11 i francesi nella “Coppa Moliè”[3]. Brusati vince due incontri, ma ne perde altrettanti. Si rivede il 1° aprile 1935 a Montecarlo nella “Coppa del Principe[4]” di spada: battiamo la Francia 9-7 e sembra fatta perché i transalpini schiantano 8-1 il Belgio con cui però andiamo in difficoltà, a sorpresa, e perdiamo 7-8. La coppa così non viene assegnata, essendo le tre squadre a pari merito.

Poi una lunga pausa: Brusati si ripresenta in pedana ad alti livelli difatti solo il 9 febbraio 1936 quando alla “società del Giardino” meneghina supera agevolmente 10-3 Guaragna in un match di spada. Con la stessa arma si impone il 22 marzo 1936 nella prima preolimpica, a Ferrara: un posto ai Giochi sembra vicino. Il 20 marzo a Montecarlo gli spadisti azzurri si aggiudicano il torneo internazionale, superando Francia (18-14), Belgio (19-13) e Principato di Monaco (18-14). Con Brusati gareggiano Ragno, Cerchiari e Mangiarotti. Il 27 aprile a Merano chiude al secondo posto il torneo preolimpico di spada: lo supera solo Macerata. Per lui Berlino si avvicina, ma ai tricolori, disputati il 31 maggio alla “Patriottica” di Milano, non va altrettanto bene: chiude difatti solo 11°, vince Dario Mangiarotti. Viene comunque convocato per il consueto ritiro collegiale di rifinitura, svoltosi a Pontepetri, alla “Pensione Paradiso”, sulle colline pistoiesi, per l’intero mese di luglio, sotto la guida di Nedo Nadi, Presidente della Federazione e supervisore assoluto della nostra spedizione olimpica. Alla fine Brusati convince tutti e parte per Berlino, in treno, il 27 luglio da Verona. Brusati gareggia nella spada a squadre che si tiene per i primi turni al “Tennisplatze”, l’arena del tennis all’aperto, e poi alla “Haus des Sports”, un grande palazzo dello sport. Al torneo partecipano 21 nazioni. Il 7 agosto i nostri vincono 8-2 con gli ungheresi: in pedana vanno Cornaggia-Medici, Pezzana, Ragno e Mangiarotti. Poiché l’Ungheria è battuta (8-7) anche dalla Cecoslovacchia e passano al turno successivo le prime due compagini, non si disputa l’incontro tra cechi ed azzuri, divenuto inutile. Nei quarti affrontiamo la Cecoslovacchia che si rivela altro avversario abbordabile: vinciamo 8-3 e Brusati stavolta è in pedana, con lo score di 2-2: vince con Kirchmann e Rais, perde con Bergmann e Vorhyzek. Gli altri azzurri sono Riccardi che si difende (1-1), Pezzana che convince (2-1) ed un grande Mangiarotti (3-0). Poiché anche gli USA superano i cechi (10-6) e passano al turno successivo le prime due compagini, non si disputa l’incontro tra americani ed azzuri, divenuto inutile. L’8 agosto si va dunque in semifinale e Brusati è confermato titolare con il Portogallo, regolato agevolmente 8-2, con tre bei successi di Brusati (Carinhas, Da Silveira e Sassetti). Bene anche Pezzana (3-0), meno Mangiarotti e Ragno (1-1). Poi tocca agli USA, sconfitti 12-4, con tutti gli assalti che terminano 3-1: in pedana vanno l’inamovibile Mangiarotti, Riccardi, Cornaggia e Brusati che perde con Sands, ma vince con De Capriles, Righeimer e Heiss. Si entra dunque a vele spiegate in finale, disputata poche ore dopo. Brusati rimane in panchina per tutti e tre gli incontri. Vinciamo 10-5 con la Svezia: in pedana troviamo Mangiarotti, Cornaggia-Medici, Ragno e Riccardi. Contro la Francia il discorso non cambia molto e vinciamo 9-5, con la stessa formazione precedente. Con la Germania, quando Pezzana entra al posto di Riccardi, è una mezza passeggiata: dominiamo 7-1. Il trionfo dei nostri è netto ed indiscutibile: sette successi con ampio margine, per un dominio incontrastato che sorprende pure molti osservatori. Per gli azzurri un grandissimo oro davanti a Svezia e Francia. Per Brusati, impiegato nei turni preliminari ma non in finale, la consapevolezza di aver svolto pienamente il proprio dovere di riserva, facendo risparmiare energie ai titolari in vista degli appuntamenti decisivi. Il suo score, 8-3, è importante e la medaglia d’oro appare più che meritata. Si rivede in pedana solo il 13 dicembre a Genova, nella “Coppa Moliè” di spada dove però i nostri cedono nettamente (19-31) ai francesi. Negli anni seguenti emerge sempre più raramente e la guerra fa il resto. Lasciata la pedana, Brusati intraprende la carriera dirigenziale, arrivando fino alla Presidenza della Federazione Internazionale, da lui ricoperta dal 1981 al 1984. Indubbiamente un grande uomo di scherma.


[1] Con lui gareggiano Battaglia, Molea e Rastelli

[2] Con lui gareggiano Riccardi, Ragno, Minoli, Cornaggia-Medici e Visconti

[3] Con lui gareggiano Riccardi, Ragno, Agostoni e Minoli

[4] Con lui gareggiano Cornaggia-Medici, Agostoni e Ragno