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CABELLA Salvatore

Sampierdarena - Genova 1896 / Genova 1965

1920. Pallanuoto. 11° p.m.

Da adolescente è un ottimo nuotatore: nel 1913 vince difatti la “Popolare” di Genova davanti a diverse centinaia di avversari[1]. Sulla scia di questo successo viene organizzato il “Miglio Marino” a Sturla, in mare aperto, che ancora oggi si disputa e che quell’anno rappresenta in sostanza una sfida a due, tra l’astro nascente Cabella e l’idolo locale Costa, il quale vince una gara tiratissima nell’entusiasmo generale. Cabella è un buon fondista, ma a livello nazionale non raccoglie risultati importanti e la guerra complica tutto. Dopo il conflitto, Cabella si dedica alla pallanuoto, nel ruolo di portiere, inquadrato nella neonata “Sportiva Sturla”. In questo sport nel 1920 in molti cercano la chance olimpica e la FIRN fa disputare un apposito torneo di selezione, al termine del quale la Commissione Tecnica incaricata sceglierà gli uomini da portare ad Anversa. Le partite si svolgono il 10 e 11 luglio e si disputano in una località inconsueta, addirittura sulle Alpi Marittime, a Millesimo, in Val Bormida, sulle alture di Savona. Qui difatti esiste una delle rare piscine olimpioniche italiane (dimensioni 50x20 m), realizzata dai munifici proprietari della SIPE, che nei pressi ha un’importante fabbrica. La vasca è situata in un complesso sportivo all’avanguardia, che rappresenta una specie di “cattedrale nel deserto” e vi confluiscono tutti i più forti nuotatori e pallanotisti italiani. Cabella è in porta nello “Sturla”, che batte 2-1 i cugini della Sampierdarenese, ma perde poi col Genoa 2-1 e, nella finale 3-4° posto, anche con la “Ligure WP” per 4-2. In un primo momento il portiere titolare della Nazionale sembra il genoano Pasteur[2], ma alla fine del ritiro collegiale di rifinitura, tenutosi a Sturla, il prescelto dal CT Ernesto Ghiorzi è proprio Cabella anche per le difficoltà burocratiche legate alla naturalizzazione dell’italo-svizzero, che deve quindi giocoforza rinunciare alla trasferta belga.

Al torneo olimpico prendono parte 12 nazioni e le partite si svolgono allo “Zwemstadion”, una sorta di “stadio del nuoto”, situato nella zona sud di Anversa, al confine coi sobborghi di Hoboken e Wilrijk, ricavato in un canale la cui acqua ha una temperatura non certo adeguata. E proprio l’acqua fredda sarà alla base di un clamoroso episodio nella prima partita dei nostri, contro la Spagna, che si gioca il 22 agosto alle 11 di mattina. La temperatura dell’acqua non supera i 12°C e molti giocatori sono restii a scendere ma alla fine si gioca. I nostri attuano una tattica difensiva, con molti falli e riescono a contenere le sfuriate spagnole: i tempi regolamentari si chiudono sull’1-1. E qui accade il patatrac. Olivari e Burlando sono semi-assiderati dal freddo, non riescono a proseguire. Beretta è il più sollecito a voler riprendere il gioco, seguito dai fratelli Boero, e si piazza in porta. L’arbitro non sta tanto a guardare e ordina la ripresa del match seppur i nostri siano in chiara inferiorità numerica. Si tuffa pure Lungavia, ma gli spagnoli segnano e la partita termina come da regolamento per una sorta di golden gol. I nostri finiscono dunque nel girone di consolazione, che assegna le medaglie di argento e bronzo ma al primo turno, il 25 agosto alle 11 di mattina, perdiamo 5-1 contro la Grecia e siamo estromessi definitivamente. Chiudiamo all’11° posto a pari merito con la Cecoslovacchia. Certo, non una bella figura. L’oro (per la terza volta consecutiva) va alla Gran Bretagna davanti a Belgio e Svezia. La brutta prova e, soprattutto, la sorta di “ammutinamento” per non essere scesi in acqua nei supplementari con la Spagna, non va giù alla FIRN, che squalifica Cabella, estromettendolo dalla Nazionale.

Rientrati in Italia, è comunque la volta della finale tricolore, giocata a Rapallo il 12 settembre, nello specchio d’acqua del porto, di fronte ad un pubblico numeroso quanto caloroso ed indisciplinato. Il tifo è tutto per lo Sturla, che però perde 4-2 con la RN Milano e Cabella, secondo le cronache, non è immune da colpe su qualche affondo avversario. Il titolo dunque va in Lombardia. Negli anni seguenti Cabella continua a difendere la porta di Sturla, Sampierdarenese e di nuovo Sturla con cui nel 1923 vince il Campionato al termine di una finale burrascosa: il 12 agosto a Roma, nella piscina della Farnesina, la Partenope di Napoli è in vantaggio per 1-0 quando, dopo una serie di interventi piuttosto rudi da ambo le parti, viene espulso il campano Del Giudice. I partenopei protestano vibratamente per l’arbitraggio ed alla fine abbandonano l’acqua: lo Sturla sarà cosi dichiarato vincitore. In Nazionale però Cabella trova una concorrenza agguerrita in Balla ed Andreancich: praticamente non trova più spazio. Continua ancora qualche anno a giocare, ma senza grandi risultati.


[1] Le “Popolari” di nuoto sono state istituite da “La Gazzetta dello Sport” proprio nel 1913, per idea del redattore Franco Scarioni. Si tratta di gare aperte a tutti, di una grande festa natatoria nazionale che si tiene in varie città nello stesso giorno, in questo caso il 20 luglio

[2] Enrico Pasteur, nato a Genova il 27.08.1882. La famiglia ha origini svizzere e vi appartiene anche Louis, il celebre batteriologo. Enrico è tra i primi calciatori del Genoa con cui vince 4 campionati (1899-1902-1903-1904) nel ruolo di attaccante. Poi, mentre il fratello Edoardo diventa Presidente del Genoa, Enrico passa alla pallanuoto: col Genoa vince il Campionato nel 1914