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CACCIANDRA Giulio

Alessandria 15.07.1884 / Alessandria 28.01.1970

1920. Equitazione. MEDAGLIA D’ARGENTO Concorso Completo a Squadre (c. Caffaratti e Spighi), MEDAGLIA DI BRONZO Concorso ad Ostacoli a Squadre (c. Alvisi e Caffaratti) 

Intraprende presto la carriera militare e nel 1907 è sottotenente del Reggimento Guide. Passa poi alla Scuola di Pinerolo (1908) ed a Tor di Quinto (1909), dove trova due maestri di eccezione come Acerbo e Bolla, che ne affinano la tecnica di equitazione. Diventa un cavaliere di primo livello, capace di disimpegnarsi in ogni circostanza e non solo sugli ostacoli: nel 1909, montando Blue Boy, vince difatti un impegnativo steeple-chase alle Capannelle di Roma. Mette in mostra, fin dagli esordi, peculiarità che lo caratterizzeranno per tutta la carriera: più adatto al fondo che ai salti ma comunque cavaliere “completo” come pochi, di carattere ombroso e silenzioso fino al punto di apparire scostante, pragmatico in sella, alla teoria preferisce di gran lunga l’esperienza diretta sul campo. Nei primi anni ’10 si distingue in diversi concorsi, ma l’ingresso in guerra del nostro paese, nel 1915, interrompe tutto. Cacciandra è nominato Capitano nel Reggimento Cavalleggeri Guide ed è in prima linea, soprattutto nella vittoriosa avanzata finale, nella zona di Sacile, dove il suo ardimento gli vale la Croce di Guerra al Valor Militare. Terminato il conflitto, torna subito ai concorsi ippici e non ha perso il suo smalto. Il 1919 difatti è per lui una grande annata: montando Faceto, vince il prestigioso Campionato del Cavallo d’Arme (una sorta di “completo” dell’epoca) e partecipa ai “Giochi Interalleati” di Parigi, la prima grande manifestazione polisportiva disputata dopo la guerra ma riservata esclusivamente ai militari degli eserciti vincitori del conflitto. Cacciandra partecipa nella prova a squadre che si sviluppa su tre gare: long distance, cross-country ed ostacoli. Giunge quinto assoluto ed i nostri chiudono al terzo posto la classifica generale dietro Francia ed Usa. Con lui gareggiano Ubertalli, Amalfi e Valle. In quel 1919, ancora col cavallo Faceto, vince a Merano e Roma (con percorso netto) mentre ottiene buoni risultati in vari concorsi internazionali (Parigi, Colonia, Gand). L’8 novembre è battuto dal solo Valerio a Tor di Quinto su un percorso ad ostacoli di un km. L’anno seguente è olimpico e la nostra equitazione si prepara al meglio. Il 27 giugno Cacciandra è secondo nel concorso ad ostacoli di Genova (Marassi) dietro al forte Caffaratti, guadagnandosi in pratica il pass per i Giochi di Anversa: il suo nome difatti figura nella lista emanata appositamente dall’Ispettorato Ippico. In Belgio, Cacciandra esordisce in quello che oggi è definito “concorso completo” anche se all’epoca è diverso dall’attuale e viene chiamato “evento dei tre giorni”.

Sono previste difatti tre gare: una cavalcata di 50 km in campagna di cui 5 km con 20 ostacoli, un cross di 20 km da percorrere in un’ora con aggiunta di 4 km di steeple-chase ed infine un concorso ad ostacoli. Le tre prove si tengono rispettivamente a Merksem, all’Hoogboom Country Club a Kapellen ed all’Olympisch Stadion di Anversa. Al via si presentano 25 cavalieri di 8 nazioni. La prima prova, i 50 km, si svolge il 6 settembre, con partenza alle 8 di mattina. In sei vengono classificati primi a pari merito e tra loro figura proprio Cacciandra (che monta il fido Faceto) assieme ad un altro italiano, Spighi: i due totalizzano 900 punti. Gli altri azzurri sono Caffaratti (13° a pari merito) ed Asinari (18°). Comunque tutto ancora in gioco. Due giorni dopo, l’8 settembre, tocca alla seconda prova, i 20 km. Vince lo svedese Von Braun che totalizza 630 punti, con Cacciandra che ha un tracollo clamoroso e giunge addirittura ultimo, perdendo ogni speranza per la medaglia individuale. Ottimo invece Caffaratti, terzo, che risale fino alla quinta posizione in classifica. Non bene gli altri azzurri: 10° Spighi e 13° p.m. Asinari, pure loro ormai fuori gioco per una medaglia. Negli ostacoli, il 10 settembre, brilla la grande scuola italiana: Cacciandra si toglie la platonica soddisfazione di battere tutti nettamente (453,75 punti), con un risultato eccezionale quanto fondamentale per la classifica a squadre. Caffaratti ottiene un brillante terzo posto (271,25) alle spalle dello svedese Helmer (320). Spighi è settimo (207,5) mentre Asinari incappa in una giornata-no e non termina la gara. I conteggi per la classifica finale sono presto eseguiti: oro a Helmer (1775 punti), argento all’altro svedese Lundstrom (1738,75), bronzo al bravo Caffaratti (1733,75). Bene anche Spighi (quinto con 1647,5) mentre Cacciandra (14° con 1353,75) ed Asinari (19° e penultimo con 1245) pagano le loro controprestazioni di una giornata. Ma la splendida prova di Cacciandra tra gli ostacoli ha un peso notevole. Si fanno difatti i conti anche per la classifica a squadre: la Svezia porta a casa un altro oro (5057,5) ma l’Italia guadagna un grande argento (4735) davanti al Belgio (4560,5). I punti vengono difatti assegnati tramite la semplice addizione dei primi tre di ogni nazione e dunque anche Cacciandra si mette la medaglia al collo. Fatti i complimenti agli svedesi, che confermano il primato del 1912, anche i nostri comunque escono con molto onore da una competizione complicata, difficile, estenuante, tra le più particolari ed affascinanti dell’intero programma olimpico. Due giorni dopo, il 12 settembre, è la volta del concorso ad ostacoli a squadre. Gareggiano 20 cavalieri di 5 nazioni e per la classifica generale sono considerati i tre punteggi migliori di ogni compagine. I punti vengono assegnati per penalità perciò vince chi totalizza il quoziente più basso. Cacciandra monta Fortunello, nome beneaugurante al contrario del cavallo di Caffaratti che si chiama...Traditore. Per l’Italia gareggiano anche Alvisi (su Raggio di Sole) ed Asinari di San Marzano (Varone). Caffaratti è il migliore di tutti, accusando solo 1,5 punti di penalità. Ma di nuovo i migliori risultano gli svedesi che si portano a casa un altro oro, con Van Rosen ancora protagonista, e si confermano ad otto anni di distanza. Alvisi chiude con 6,25 punti, Cacciandra con 11 ed Asinari (che non entra nel computo e non prende la medaglia) con 33. Il totale dei nostri risulta dunque 18,75 contro il 16,25 del Belgio ed il 14 della Svezia. Comunque è bronzo: un buon risultato, ma comunque non eccezionale, legato ad un Cacciandra al di sotto delle sue potenzialità anche rispetto a quanto aveva fatto vedere solo due giorni prima sullo stesso terreno.

Cacciandra comunque se ne va da Anversa con un argento ed un bronzo in due gare disputate, a conferma delle sue grandi doti di cavaliere completo ed energico. Terminata la positiva esperienza olimpica, Cacciandra continua nei primi anni Venti a cogliere successi di spicco: il 25 maggio 1922, montando Melanina, vince a Genova la gara a coppie assieme a Valle (su Bocca). Poi diventa istruttore, con una puntata perfino in Messico. Rientra però presto in Italia e continua a cavalcare con un certo successo: nel 1925, montando Fragola, vince la “Coppa delle Nazioni” a Londra[1]. Si lascia però attrarre nell’orbita fascista. Quando difatti il governo di Mussolini decide di invadere l’Etiopia (o Abissinia come si diceva allora), Cacciandra si offre volontario e parte per l’Africa Orientale Italiana come Tenente Colonello del Nizza Cavalleria, inserito nel comando della 2a brigata eritrea. Si distingue in diverse azioni repressive e nei combattimenti di Dennebà e Uaiù, ai primi di giugno del 1936, guadagnandosi una Medaglia d’Argento al Valor Militare. Rientrato in patria e promosso Generale di Brigata, assunto anche l’incarico di Capo del Centro Olimpico ippico, nei primi anni ’40 è impiegato nella difesa territoriale di Torino, poi con l’8 settembre 1943 sparisce di scena. Torna quindi in Messico dove coordina le squadre olimpiche per i Giochi di Londra del 1948: qui, grazie anche alla sua acuta direzione, il Messico domina il salto ad ostacoli sia individuale che a squadre[2]. Rientrato in Italia, Cacciandra fonda la Società Ippica di Alessandria, promuovendo e tramandando le sue conoscenze. Oggi quel circolo porta il suo nome.


[1] Con lui gareggiano Lequio su Trebecco e Tappi su Nunzia

[2] Nella gara individuale il Messico conquista oro ed argento, rispettivamente con Marlies ed Uriza i quali, assieme a Valdes, arrivano primi anche nella prova a squadre


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