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CANGIULLO Luigi

Napoli 1897 / Milano 03.09.1930

1924. Tuffi. Eliminato Semifinale Piattaforma

1928. Tuffi. Ritirato Primo Turno Piattaforma

Detto “Gegé” o “Gigetto”. Il padre si chiama Gennaro[1] ed è tra i fondatori nel 1905 della RN Partenope, poi RN Napoli, il principale circolo partenopeo per gli sport acquatici. Luigi inizia l’attività come ginnasta, già a Napoli, tesserandosi prima per “Partenopea” e poi per “Neapolis”. Diventa un buon attrezzista al punto da cimentarsi pure nelle selezioni per i Giochi di Anversa, ma senza risultati rilevanti. Intanto ha iniziato a praticare anche i tuffi, seguendo l’esempio del padre, sviluppando questa disciplina soprattutto dopo la Prima Guerra Mondiale ed a partire dai primi anni Venti, realizzando pure uno stage a Berlino. Trasferitosi quindi a Firenze, si tessera per la locale “Florentia”. Il 9 luglio 1922, in una gara di tuffi sull’Arno, si piazza terzo dietro i padroni di casa Borgelli e Cappelletti. Migliora velocemente: il 23 luglio vince difatti nelle stesse acque il Campionato Toscano, che comprende tuffi da 3, 5 e 10 metri, davanti allo stesso Cappelletti e Roselli. A Roma, nella zona del porto fluviale, giunge invece 4° nella “Targa Macchini” vinta dal capitolino Pasqui. Pochi giorni dopo, si prende la rivincita sui romani, superandoli a Forio d’Ischia. Cangiullo appare in grande crescendo e si conferma anche a livello nazionale: ai tricolori di Abbazia vince la prova che combina i tuffi da 1 e 3 metri, con 729 punti contro i 706 di Gino De Santi, e primeggia pure nella gara dai 5 metri, con 414 punti contro i 376 di Vidali. È il miglior tuffatore italiano anche se qualcuno non lo giudica abbastanza acrobatico: in effetti spesso i tuffi di quegli anni sono tecnicamente semplici. Il 17 settembre Cangiullo festeggia il titolo, aggiudicandosi la gara dal trampolino a Firenze, davanti ai soliti Roselli e Cappelletti. L’anno seguente, 1923, Cangiullo è di nuovo grande. Il 5 agosto a Firenze, in una riunione definita già “preolimpica”, vince nettamente le due gare previste, da 3 metri e da 5-10 metri. Nel trampolino basso prevale, con 114,60 punti, sui romani Lanzi (109,10) e Pasqui (103,10) mentre nelle prove più alte supera nettamente lo stesso Lanzi (77,8 a 59,3). Assiste alle gare il neo CT della FIRN, il tedesco Wisbar, incaricato di preparare gli azzurri per i Giochi di Parigi, il quale, da ex-tuffatore di rango internazionale, apprezza lo stile di Cangiullo e gli dà diverse dimostrazioni pratiche tra gli applausi generali. Evidentemente le “lezioni” sono servite perchè Cangiullo domina anche i tricolori che si svolgono dall’11 al 13 agosto a Roma, nella piscina della Farnesina a Roma, aggiudicandosi le prove sia dai tre metri (davanti a Lanzi) che da 5-10 m (su Tamagnini), sia pure quest’ultima con un solo punto di vantaggio.

Cangiullo è indiscutibilmente il miglior tuffatore italiano e può preparare a puntino i Giochi anche se il CT cambia ed arriva Tuminelli. Nell’ultima preolimpica di Firenze Cangiullo mostra di nuovo le sue qualità ed il Consiglio Direttivo della FIRN, nonostante qualche incertezza, lo manda ai Giochi anche se, a detta di tutti, il livello tecnico degli stranieri pare assai più elevato. In effetti gli scettici non avranno tutti i torti. Le gare olimpiche di tuffi si svolgono alla Piscine des Tourelles, in Rue de Tourelles, nella parte orientale di Parigi, nei pressi della Porte des Lilas, praticamente dove oggi sorge lo “Stadio Nautico Georges Vallerey”. Cangiullo gareggia il 19 luglio nella piattaforma, prova cui prendono parte 20 atleti di 10 nazioni e che prevede diversi tipi di tuffi: quattro obbligatori da 5 metri e quattro liberi da 10 m. Va bene ma non troppo: nella sua poule difatti giunge quarto, ottenendo 398,8 punti e preceduto nell’ordine dallo statunitense Pinkston, dallo svedese Adlerz e dal francese Lenormand. Poichè passano i primi tre, Cangiullo è subito eliminato. Riesce comunque a sopravanzare il britannico MacDonald, l’olandese Lotgering e lo spagnolo Ulio. Manca la qualificazione per 37 punti. Un po’ di rammarico c’è, ma la prestazione rimane comunque più che onorevole. L’oro va allo statunitense White che precede per soli 80 centesimi di punto i connazionali Fall e Pinkston, per uno straordinario trionfo a stelle e strisce. Cangiullo fa tesoro di questa bella esperienza ed a metà agosto è a Pesaro per i tricolori, da favorito. Ma risente di un dolore ad una spalla, retaggio di un vecchio infortunio: stringe i denti e si aggiudica il titolo che combina i tuffi da 5 e 10 m, anche se con soli 75/100 di vantaggio sull’emergente Levati. Poi però l’infortunio si riacutizza e deve ritirarsi nella prova dal trampolino (1 e 3 m), lasciando spazio al romano Granata[2]. Cangiullo si rivede solo ai tricolori di nuoto di Pusiano, a metà agosto del 1925: ha ritrovato la forma migliore e si impone nelle gare “dimostrative” da 3 e 5 metri. Il titolo italiano infatti viene assegnato 15 giorni dopo a Firenze e Cangiullo offre un altro sontuoso show: vince nettamente sia la prova che combina i salti da 1 e 3 metri sia quella da 5 e 10 metri, suscitando ammirazione generale. È ancora il più forte tuffatore italiano, applaudito a scena aperta. Stessa situazione a Pesaro, nel porto-canale, il 13 settembre: Cangiullo vince la gara da 5 e 10 m.

Nel 1926 si stabilisce a Milano dove si tessera per la “Pro Patria”, ma ha qualche problemino di salute e gareggia poco. Segue con affetto l’allievo Selva che l’8 agosto ai tricolori di Sampierdarena, disputati nel porticciolo, gli arriva direttamente alle spalle, anche se non lo impensierisce più di tanto, nella gara da 5 e 10 m. Cangiullo è sempre il migliore, ma il forte vento di maestrale impedisce ai tuffatori di esprimersi al meglio e la prova non è tra le più brillanti del napoletano che diserta, proprio perchè in non perfette condizioni fisiche, la gara dal trampolino. Il 19 agosto Cangiullo gareggia nella piattaforma (o “tuffi alti” come si diceva allora) agli Europei di Budapest. Si tratta della prima storica edizione della manifestazione ma Cangiullo non ha fortuna: chiude 4° la sua “poule”, vinta dal tedesco Riebschlager, e viene subito eliminato. Il giorno seguente chiude ottavo dal trampolino dove primeggia un altro teutonico, Luber. Sulle sue prestazioni, soprattutto sulla seconda, pesa comunque l’imparzialità dei giudici che in più di un’occasione lo penalizzano, suscitando perfino la disapprovazione del pubblico, con fischi e proteste. Il 19 settembre Cangiullo stravince a Firenze la prova da 5 e 10 m. Nel 1927 perde un po’ di smalto. Ai tricolori di Bologna, disputati nella nuovissima piscina del “Littoriale”, viene clamorosamente battuto dal suo allievo Selva: ottiene 105,40 punti contro i 107,30 dell’avversario e pupillo, in una sorta di passaggio di consegne. In effetti Cangiullo attraversa un periodo di forma non eccezionale: agli Europei di Bologna, ai primi di settembre, chiude quarto, superato nell’ordine da Luber, Riebschlager e lo stesso Selva. Il 1928 è annata olimpica e Cangiullo cerca la seconda convocazione che peraltro non sembra difficile. Il 10 giugno è a Parigi, nella piscina olimpionica delle Tourelles, dove disputa la prova della piattaforma: chiude al terzo posto, alle spalle di Selva e del francese Billard. Si tratta di un importante gara a livello internazionale ed i due italiani si assicurano in pratica il posto per i Giochi. Si preparano a puntino nel collegiale azzurro, tenuto nella piscina del “Littoriale” a Bologna.

Poi si va in Olanda. Le gare olimpiche dei tuffi si disputano nello “Zwemstadion”, “stadio del nuoto”, ubicato in un canale, lo Stadiongracht, in pieno centro di Amsterdam, nei pressi dello Stadio Olimpico. Cangiullo gareggia solo nella prova dalla piattaforma cui prendono parte 24 tuffatori di 12 nazioni e si svolge l’11 agosto. La gara prevede 4 tuffi obbligatori, due da 5 metri e due da 10 metri. Purtroppo però al primo salto Cangiullo s’infortuna ed è costretto al ritiro. L’oro va al fuoriclasse statunitense Desjardins, che bissa il titolo del trampolino, davanti all’egiziano Simaika ed all’altro americano Galitzen. Per Cangiullo una prova sfortunata. Si riscatta ai tricolori di Roma, disputati ai primi di settembre: vince nettamente la gara dalla piattaforma. Quindi il 16 settembre a Napoli si aggiudica il “Campionato della Milizia” da 1 e 3 metri. Si rivede ai tricolori di Roma del 1929, disputati il 17 e 18 agosto nella piscina dello stadio PNF: vince dalla piattaforma, dimostrandosi ancora il migliore nei “tuffi da grandi altezze”. Identico risultato il 17 agosto 1930 a Bologna, nella piscina del “Littoriale”: Cangiullo conquista un altro titolo italiano dalla piattaforma. Il 2 settembre rimane vittima di un rovinoso incidente mentre sta lavorando al “Lido” di Milano dove svolge quotidianamente il ruolo di maestro di nuoto. Alcuni operai stanno montando una struttura necessaria ad alcune acrobazie circensi, ancorandola al tetto di un edificio, quando si stacca un grosso pezzo di cornicione che investe lo sfortunato Cangiullo il quale stava osservando i lavori, evidentemente in una posizione poco sicura. Trasportato d’urgenza all’Ospedale Maggiore di Milano, in un primo momento non sembra grave, ma col passare delle ore le sue condizioni peggiorano causa lesioni interne finchè cessa di vivere. Con lui scompare il più grande tuffatore italiano dei primi 30 anni del Novecento, importante anche come punto di riferimento per i suoi successori, forse poco acrobatico ed innovativo, ma certamente in grado di ben figurare in qualsiasi circostanza.


[1] Gennaro Cangiullo, valido nuotatore ma soprattutto grande tuffatore. Il 15 settembre 1912 vince, a pari merito col fratello Giuseppe, il Campionato Italiano di tuffi, con sede proprio a Napoli

[2] Guido Granata prevale sul concittadino Lanzi grazie ai liberi dove si dimostra nettamente il migliore. Specialista del trampolino o, meglio, dei tuffi da 1 e 3 metri, si aggiudica il titolo italiano già nel 1913 ad Albano. Rimane sulla breccia per vent’anni anche se trova in casa, nella Capitale, due tosti avversari come Lanzi e Pasqui che gli tolgono diverse vittorie. Passato alla SS Lazio, nel 1934 sarà terzo ai tricolori da 3 metri


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