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CARCERERI Zavirre

Verona 12.04.1876 / deceduto

1912. Lotta greco-romana. Eliminato Terzo Turno pesi medi

Di fisico prestante, ama gli sport di combattimento e fin da adolescente frequenta le palestre, praticando anche sollevamento pesi. Intorno ai 20 anni prova con la lotta e gareggia ripetutamente all’Arena di Verona, sede di numerosi combattimenti. A livello nazionale però emerge raramente, nonostante una lunga gavetta. Nel 1910 coglie il 3° posto nei tricolori di sollevamento pesi nella categoria dei “medi”. Nello stesso anno, a fine stagione, ha un buon comportamento nel torneo di lotta di Bologna, organizzato dalla “Virtus”, dove nei pesi “medi” soccombe solo di fronte al forte Gardini, ma vincendo tutti gli altri incontri. Ha ormai 35 anni, ma si dedica con impegno alla lotta. Nel 1911 non demorde ed a metà dicembre ai tricolori di Roma, ancora nei “medi”, è battuto solo da Bianchi. Assieme ai compagni Covre e Manzatti conquista, grazie al gioco dei piazzamenti nelle varie categorie dei campionati italiani, la “Coppa Ravaschieri” per la compagine migliore del lotto. L’annata seguente è olimpica e Carcereri ci prova. A 36 anni suonati si iscrive alle prove di selezione per i Giochi che si tengono si tengono il 22 e 23 giugno al Teatro Frattini di Roma. Carcereri dà tutto: vince contro Pepe e Manfredi, ma viene battuto da Gargano insieme al quale comunque, avendo ben impressionato, è iscritto al torneo di Stoccolma, coronando dunque il suo sogno olimpico. Le prove di lotta dei Giochi si svolgono all’interno dell’Olympiastadion, in apposite piazzole. Il torneo ha una regola alquanto particolare, la cosiddetta “doppia eliminazione”: chi perde due incontri viene escluso ed alla fine i rimanenti (massimo tre) disputano il turno conclusivo. Alla gara dei pesi medi, di peso limite pari a 75 kg, prendono parte 38 lottatori di 14 nazioni. Il 6 luglio Carcereri vince il primo incontro, schienando il portoghese Vital dopo 4’. Il giorno 10 invece è sconfitto dallo svedese Andersson, dopo un serrato duello durato 11’. Poco dopo perde anche col finlandese Jokinen che lo atterra in 2’30”. Carcereri, avendo perso due incontri, viene dunque eliminato. Non mancano tuttavia le polemiche per un torneo in cui le giurie, costituite principalmente da svedesi, hanno smaccatamente favorito i padroni di casa, consentendo loro anche colpi proibiti dal regolamento (morsi compresi).

Dopo i Giochi, si dedica più intensamente al pugilato, diventando professionista. Combatte uno dei suoi primi incontri ufficiali di boxe, se non il primo in assoluto, il 31 marzo 1913 a Genova, perdendo nettamente ai punti contro Garassini. Poi a giugno è 3° nel campionato italiano assoluto, ovvero senza distinzione di peso, disputato al Trianon di La Spezia e vinto dal grande Boine da cui in precedenza è stato sconfitto ai punti in sei rounds. Si dedica quindi più intensamente alla boxe, anche se pratica pure la lotta. Il 7 aprile 1914, al Teatro Andreani di Mantova, si cimenta proprio in questi due sport nella stessa serata: dapprima perde un incontro di lotta col concittadino Covre, dopo 14’ di combattimento; quindi vince un match di pugilato contro De Falco, per k.o.t. al terzo round. Con Covre perde anche ai primi di maggio a Carpi dove pure affronta anche un match di pugilato, pareggiando con Fantato al termine di una gara scorbutica, fallosa e ricca di scorrettezze, nella quale fa valere il suo “mestiere” per far fronte agli attacchi dell’avversario. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale porta ad una breve riduzione dell’attività agonistica: Carcereri ormai è un pugile a tutti gli effetti e si allena duramente, tralasciando la lotta, visto anche che nella boxe ottiene risultati lusinghieri. Riqualificato dilettante, il 6 gennaio 1915 vince il “Campionato Alta Italia a Milano”, battendo Boniforti con un ko fulmineo, dopo appena 2’45” di gara, che rimane nella storia della boxe italiana del periodo, suscitando sorpresa ed ammirazione anche per lo stordimento provocato all’avversario che rimane incosciente per qualche minuto. Poi però, una decina di giorni dopo, Carcereri soccombe nettamente nel match per il titolo italiano, disputato a Sanremo, contro il romano Volpi che lo martella subito, ferendolo al viso e costringendolo a cercare difficili quanto impetuosi e scomposti contrattacchi, anche al di là del regolamento: un suo colpo basso, netto e proditorio, lo porta infatti alla squalifica. Non demorde: il 28 marzo al Teatro Ristori della sua Verona, applaudito in standing ovation, batte ai punti il bolognese Sclavina. Si ripete il 12 e 13 maggio nel Criterium Atletico Nazionale organizzato dal Club Atletico Milanese dove batte Boniforti e Crippa, finiti nell’ordine alle sue spalle. Torna anche alla lotta: il 2 maggio all’Arena di Verona viene battuto dal quotato milanese Geri dopo 18’ di aspro combattimento. E’ l’ultima sua recita importante. Difatti il 24 maggio l’entrata in guerra del nostro paese blocca l’attività sportiva e quella di Carcereri che al termine del conflitto, nel 1919, torna ancora sul ring ma senza risultati apprezzabili e chiude presto la sua carriera.


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