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BARONI Gianmario

Milano 21.01.1910 / Johannesburg (Sud Africa) 1950

1936. Hockey su Ghiaccio. Eliminato Primo Turno

L’hockey su ghiaccio italiano nasce soprattutto per merito dell’HC Milano che a metà degli anni Venti è la principale squadra di riferimento, vanamente contrastata dai cortinesi. Già a 17 anni Baroni è in prima squadra, giocando spezzoni di partite nella trasferta svizzera del gennaio 1927 e, soprattutto, la “Coppa Cinzano”, disputata al Palazzo del Ghiaccio di Milano il 26 febbraio e vinta dai meneghini 7-1 contro il Cortina. L’anno seguente è titolare, in difesa, nel torneo internazionale di Davos dove il Milano chiude quarto. Nell’agone internazionale il livello del nostro hockey è ancora abbastanza scarso: il 4 gennaio 1929, al Palazzo del Ghiaccio di Milano (vero e proprio tempio dell’hockey italiano di quegli anni), i meneghini perdono 2-6 con gli austriaci del Wiener. Sette giorni dopo, pareggiano 0-0 col Londra. Il 20 gennaio il Milano, con Baroni, è a Renon dove batte 4-1 la squadra locale (in un solo tempo) e 6-0 il Cortina. Quindi la squadra meneghina è trasferita in massa nella Nazionale che disputa gli Europei di Budapest (CT Francesco Roncarelli). Il 28 gennaio l’Italia/Milano batte l’Ungheria 2-1, il giorno seguente supera il Belgio 1-0. Siamo in semifinale, un risultato inatteso ma grandioso. Il 2 febbraio, in un incontro più equilibrato del previsto, perdiamo 0-1 con la Cecoslovacchia. Peccato. Nella finale per il 3°-4° posto, contro l’Austria, reggiamo un tempo: andiamo sul 2-0, ma poi siamo inesorabilmente rimontati, perdendo 2-4. Chiudiamo dunque quarti, ma dimostrando una certa crescita sul piano tecnico. Baroni comunque s’è difeso con onore. Nel viaggio di ritorno in Italia, il 5 febbraio a Vienna, il Milano è battuto 5-2 dal Davos. Il 16 marzo Baroni è in campo nell’8-3 che i meneghini, al Palazzo del Ghiaccio, infliggono ai carinziani del Villach. Il giorno seguente fa ancora meglio e realizza una doppietta contro il Renon, dominato 8-0 sullo stesso campo. Il 23 marzo ecco un altro bel successo dei milanesi contro gli svizzeri di Chateau d’Oex per 4-3, al termine di un match entusiasmante. Nella stagione seguente, Baroni ritrova il suo posto da titolare nell’HC Milano che il 7 dicembre supera 4-0 gli austriaci del Klagenfurt. Sette giorni dopo, altra vittoria per 4-0 contro gli altri austriaci del Villach. A fine dicembre il Milano partecipa alla “Coppa Sprengler” di Davos, ma subisce due nette sconfitte: 0-2 contro gli inglesi del Cambridge ed un sonoro cappotto di 0-10 contro i forti cechi del TC Praga. Baroni inizia alla grande il 1930. È difatti inserito nella Nazionale italiana che si aggiudica il Mondiale Universitario a Davos, battendo la Svizzera in due partite: la prima il 6 gennaio finisce 3-2, e Baroni segna un gol, la seconda tre giorni dopo termina 7-0.

A fine gennaio Baroni è in Nazionale per i Mondiali di Chamonix, ma gli azzurri perdono 0-2 la prima partita con la modesta Ungheria e vengono inaspettatamente subito eliminati. I milanesi si riscattano il 9 febbraio quando a Cortina si aggiudicano il titolo italiano, sconfiggendo 3-0 la squadra locale. È la sua ultima partita stagionale. Baroni si ripresenta il 29 novembre, nell’incontro inaugurale della nuova annata, contro lo Zurigo: il Milano vince 2-1. Il 6 dicembre i meneghini pareggiano 0-0 col St. Moritz. Sei giorni dopo, battono 4-2 i campioni bavaresi del Fussen. Il 22 dicembre i milanesi vengono sonoramente sconfitti per 4-0 dagli elvetici del Rosey Gstaad. Quindi effettuano la consueta tournée di fine anno in Svizzera: pareggiano 1-1 col St. Moritz, perdono 0-1 con lo Zurigo e 0-3 con i forti tedeschi del Berliner Schlittschuclub. Il 9 gennaio 1931 al Palazzo del Ghiaccio per il Milano arriva un’altra sconfitta, stavolta ad opera degli inlgesi del London Team che vincono 2-0. Cinque giorni dopo, i meneghini pareggiano 0-0 col Wiener. Il 26 gennaio il Milano torna alla vittoria, battendo 10-2 gli svizzeri del Bellerive. 4 giorni dopo, altra squillante vittoria: 7-0 all’Innsbrucker. Tra il 7 ed il 9 febbraio, al Palazzo del Ghiaccio meneghino, si disputa il Campionato Italiano: il Milano batte 12-0 l’Ortisei e 18-0 il Varese. Quindi in finale supera 6-1 il Cortina, guadagnando meritatamente il primo titolo ufficiale assegnato[1]. A metà febbraio il Milano brilla a Cortina dove supera 3-0 il Riessersee di Monaco e 2-1 una rappresentativa austriaca. Quindi, al Palazzo del Ghiacco, affronta i campioni mondiali del Manitoba, università canadese che ha appena vinto il titolo iridato. La differenza c’è e si vede: i meneghini escono sconfitti 10-0 e 11-2 nelle partite giocate il 24 e 25 febbraio. Baroni inizia la nuova stagione il 16 novembre quando, al Palazzo del Ghiaccio, il Milano affronta l’Aik Stoccolma, uscendo sconfitto 2-4. I meneghini si riscattano appena cinque giorni dopo, superando 8-4 lo Zurigo, recuperando da 1-4, e quindi il 12 dicembre battono pure il St. Moritz per 8-2, con un gol di Baroni. Il 15 dicembre altra bella vittoria, stavolta sugli inglesi del Cambridge per 2-1. La prima parte di stagione si chiude il 18 dicembre con i bavaresi del Fussen, superati 5-1, con un altro gol di Baroni. Quindi si va in Svizzera per la “Coppa Spengler”, ma i risultati sono poco lusinghieri: la squadra di Milano difatti perde dapprima col Davos 2-4, dopo aver condotto 2-0, e quindi 1-2 con i tedeschi del Berliner Rissersee, venendo subito eliminata. Il Milano affronta quindi il torneo di St. Moritz dove il 2 gennaio 1932 perde il primo incontro, contro il forte Racing Parigi per 2-5, comunque dopo una partita equilibrata e decisa solo al terzo tempo supplementare, in un clima polare con la temperatura a –15°C. 

Il giorno seguente i meneghini conquistano il terzo posto del torneo, superando 2-1 i locali del St- Moritz. Il 7 gennaio il Milano è già al Palazzo del Ghiaccio per l’importante incontro con i fortissimi canadesi dell’Ottawa che vincono 5-0. Tre giorni dopo, va in scena la rivincita che finisce 11-0, con i meneghini incapaci di reggere il confronto. Va male anche il 16 gennaio con gli zurighesi del Grasshoppers che si impongono 5-2. Il 7 febbraio il Milano affronta, fuori casa, il Cortina nella finale del Campionato Italiano: dopo un viaggio disagevole, arrivati all’una di notte, i meneghini scendono in campo in formazione rimaneggiata, senza il portiere titolare Calcaterra e sottovalutando l’avversario, più volte battuto. Così perdono 1-2 ed il titolo va meritatamente, per la prima volta nella storia, a Cortina. Si tratta tuttavia solo di una brutta parentesi perchè già il 19 febbraio il Milano, al Palazzo del Ghiaccio, pareggia 4-4 con i forti campioni austriaci del Poetzleinderfer che, non a caso, batteranno poi nettamente proprio il Cortina, suscitando inevitabili rimpianti nella compagine meneghina. Anche perchè i risultati di prestigio continuano: il 26 febbraio i meneghini battono 5-3 i cechi del Troppauer, altra squadra di grande livello. Il 5 marzo altro successo di prestigio contro gli svizzeri del Rosey di Gstaad, battuti per 4-1. E’l’ultima partita della stagione. Si riparte, sul fedele Palazzo del Ghiaccio meneghino, a novembre: il 19 il Milano affronta i parigini dell’HC Central e vince 3-0. Si ripete sette giorni dopo col St. Moritz, ma per 6-0. Il 3 dicembre ecco la prima sconfitta, 3-2 con gli svizzeri del Grasshoppers Zurigo. Sette giorni dopo, il Milano pareggia 2-2 col Davos. Il 21 dicembre i meneghini tornano al successo contro gli inglesi di Cambridge, battuti 5-3. Il 4 gennaio 1933 altra bella vittoria con i romeni del TC Roman, superati 3-0. Cinque giorni dopo, i forti canadesi dell’Edmonton battono 6-2 il Milano che comunque non sfigura totalmente. Va peggio il 19 gennaio contro gli statunitensi del Massachussetts Rangers di Boston che vincono 8-0. Il riscatto giunge il 6 febbraio, al Palazzo del Ghiaccio, quando il Milano supera 2-1 i campioni ungheresi del Budapest. Il 15 febbraio a Cortina si disputa la finale d’andata del Campionato: il Milano sconfigge i padroni di casa 3-0 e si spiana la strada verso il titolo. Poi tutti a Praga per i Mondiali, ma non va troppo bene. Il 18 febbraio perdiamo 3-0 con l’Austria, il giorno seguente vinciamo 2-0 con la Romania e Baroni segna un bel gol, ma il 21 febbraio perdiamo 3-1 con la Cecoslovacchia e siamo eliminati.

Perdiamo pure la partita di consolazione con la Lettonia (0-2), disputata peraltro sotto un’abbondante nevicata che ricopre a tratti il ghiaccio. Non certo una bella figura anche se Baroni ha l’onore di essere considerato tra i migliori difensori europei del torneo. Il 12 marzo si gioca il ritorno della finale di Campionato, al Palazzo del Ghiaccio meneghino: il Milano trionfa 5-0 e guadagna il titolo italiano. La stagione successiva inizia il 24 novembre, al Palazzo del Ghiaccio: il Milano pareggia 2-2 col St. Moritz. Il 1° dicembre, sulla stessa pista, il Milano pareggia 1-1 con lo Zurcher. Due giorni dopo, i meneghini restituiscono la visita in Svizzera, giocando con una rappresentativa di Zurigo: sono battuti 1-0. Il 10 dicembre, al Palazzo del Ghiaccio, il Milano batte 5-2 una selezione francese. Il 29 dicembre invece secca sconfitta (0-4) contro i tedeschi del Berliner. Poi trasferta a St. Moritz per un importante torneo internazionale: intanto il 31 dicembre i meneghini sono sconfitti 3-1 dalla squadra locale. Si prendono però subito la rivincita e nella prima partita del torneo, il 2 gennaio 1934, superano lo stesso St. Moritz per 3-2 dopo un tempo supplementare. Il giorno seguente però, in semifinale, si arrendono 4-0 ai forti cechi dell’LTC Praga. Il 4 gennaio giocano dunque la “finalina” 3°-4° posto: pareggiano 2-2 col Berliner e le due squadre, sportivamente, concordano di non giocare il periodo supplementare. Dunque meneghini classificati terzi a pari merito: il torneo, una sorta di Champions dell’epoca, è vinto dal Queen’s Club di Londra che batte i praghesi 3-1. Il Milano, con Baroni, torna sul ghiaccio, in casa, il 9 gennaio quando perde 1-3 con gli austriaci del Wiener. Dopo aver disertato la trasferta tedesca per impegni lavorativi, Baroni riprende il suo posto non solo nel Milano ma anche nella Nazionale che si appresta ai Mondiali, disputati proprio al Palazzo del Ghiaccio meneghino. Intanto il 31 gennaio una rappresentativa milanese, in pratica la stessa Nazionale, perde 0-1 con i francesi dello Chamonix e non è un bel viatico per la rassegna iridata. Non va meglio l’ultima amichevole di preparazione con i fortissimi USA: perdiamo 0-5. La prima partita dei Mondiali è con la Germania, il 4 febbraio: incontro alterno ed emozionante, conduciamo 2-0 ma subiamo la rimonta tedesca e perdiamo 2-3. Tutto è demandato al match con la temibile Austria: gagliarda partita azzurra, andiamo subito in vantaggio e resistiamo sino alla fine nel tripudio dei 4mila spettatori presenti. Entriamo così nei gironi di semifinale dove il 6 febbraio impattiamo 0-0 con l’Ungheria dopo tre tempi supplementari.

Due giorni dopo, perdiamo 0-3 con la Svizzera e siamo così relegati al girone di consolazione dove il 9 febbraio battiamo 3-0 la Romania, ma poi il giorno seguente perdiamo 1-4 con l’Inghilterra. Giochiamo l’ultima partita l’11 febbraio con l’Austria ed è un pareggio, 2-2, con Baroni sempre presente. Chiudiamo al nono posto, vince il Canada che in finale piega 2-1 gli USA. Il 6 marzo nella prima finale del Campionato i meneghini battono 2-0 il Cortina al Palazzo del Ghiaccio. Si ripetono due giorni dopo per 4-1 e riconquistano il titolo italiano. La nuova stagione parte il 31 ottobre, con la novità della “Coppa Internazionale”, una specie di Champions dell’epoca: al Palazzo del Ghiaccio il Milano è sconfitto 1-3 dai parigini dello Stade Français. Non vanno meglio le partite successive: il 7 ed 8 novembre il Milano viene seccamente sconfitto a Londra, prima dallo Streatham (0-9) e poi dai Wembley Lions (0-2). Quindi perde anche il “ritorno” a Parigi (1-6): batoste che testimoniano a dovere il livello internazionale del nostro movimento hockeystico. Il Milano guadagna il primo punto nella manifestazione imponendo lo 0-0 sul suo campo ai tedeschi del Riessersee il 21 novembre. Otto giorni dopo, una rappresentativa milanese, costituita da giocatori del Milano e dei “Diavoli”, batte 5-2 lo Slavia. Il 30 novembre di nuovo in pista: il Milano supera 3-0 il St. Moritz. Il 16 dicembre grande vernissage: il Milano ha l’onore di inaugurare lo stadio olimpico di Garmisch dove perde 3-2 col Riesersee. Quindi si va a St. Moritz per il consueto torneo di fine anno. Dopo aver battuto la squadra locale, il Milano perde in finale 8-2 coi londinesi del Queen’s Club i quali poi si ripetono il 4 gennaio 1935 sul Palazzo del Ghiaccio meneghino contro la rappresentativa milanese, battuta 3-2. Il 10 gennaio altra sconfitta casalinga per Milano, stavolta 3-1 contro gli inglesi dello Streatham, gara valevole per la Coppa Internazionale dalla quale ormai i meneghini sono eliminati. Due giorni dopo, in un tour de force che serve da preparazione per i Mondiali, la solita selezione milanese, che poi è la Nazionale, batte 4-1 il Cambridge. Infine il 14 gennaio il Milano è sconfitto 3-1 dai fortissimi canadesi del Winnipeg Monarchs. Poi si va a Davos per i Mondiali. Baroni è riserva ed all’inizio non gioca: verrà schierato solo nelle ultime gare. L’Italia inizia alla grande, battendo 2-0 la Germania il 19 gennaio. Gli entusiasmi sono presto smorzati dall’inatteso pareggio, 1-1, con la Francia il giorno seguente. Il 21 gennaio si impatta anche con la Polonia, ancora 1-1, ma ciò vale il passaggio del turno. Iniziano però gli incontri più ostici: il 22 gennaio, dopo una gran partita, perdiamo 5-1 con la Cecoslovacchia, ma il risultato è bugiardo perchè i tempi regolamentari si sono chiusi 1-1 e gli azzurri hanno ceduto, anche mentalmente, nel primo supplementare.

Il giorno seguente, con Baroni titolare, riceviamo una bella batosta (0-9) dai fortissimi canadesi. Il 24 gennaio ecco un altro 1-1, stavolta con la Svezia. Il nostro torneo si chiude il 26 gennaio con una sconfitta per 1-2 contro l’Austria. Alla fine chiudiamo al settimo posto e tutto sommato non è un risultato disprezzabile: vince il Canada che in finale supera 4-2 un’ottima Svizzera.  Poi ai primi di marzo tocca alle finali di Campionato, disputate al Palazzo del Ghiaccio meneghino: il giorno 3 il Milano, in una sfida in famiglia, supera la...seconda squadra del Milano 11-0. Tutto si decide tre giorni dopo quando il Milano viene sconfitto 1-2 dai “Diavoli” che così guadagnano il loro primo scudetto in un ideale passaggio di consegne. Un po’ la delusione, un po’ gli impegni di lavoro come ingegnere, portano Baroni alla clamorosa decisione di abbandonare l’attività sportiva. L’insistenza dei compagni e soprattutto la prospettiva olimpica lo fanno rientrare in pista a dicembre: addirittura si cala nel ruolo di arbitro, pur di riprendere confidenza col ghiaccio. A poco a poco migliora, ma in un primo momento il CT Medri non lo inserisce nella lista azzurra per i Giochi. Il 23 gennaio 1936 si disputa un test-match al Palazzo del Ghiaccio meneghino tra gli azzurri ed una selezione di stranieri che giocano in Italia, rinforzata da alcuni elementi delle due squadre milanesi: Baroni è tra loro e non sfigura. Gli stranieri vincono 6-1 ed il CT corre ai ripari: Baroni è esperto, sa difendere bene, ha mostrato comunque di aver ritrovato una certa forma. Così viene inserito tra i 13 selezionati per Garmisch. Il torneo olimpico di hockey su ghiaccio inizia il 6 febbraio e vi partecipano 15 nazioni. Nel primo turno l’Italia esordisce il 7 febbraio contro la Germania che, nettamente superiore, vince 3-0. Baroni è in campo, ma questo rimane per lui l’unico match disputato nel torneo[2]. Il giorno seguente affrontiamo gli Stati Uniti ed è una partita sorprendentemente equilibrata, nella quale i nostri reggono bene il confronto con i quotati americani. Il risultato si sblocca solo nel terzo tempo: al 39° Garrison porta in vantaggio gli USA. Sembra finita, ma passano appena tre minuti e Mario Zucchini pareggia. Si va ai supplementari dove una rete di Scotti, nel secondo extra-time, regala all’Italia il primo storico successo ai Giochi, e per di più contro i maestri americani. Il risultato infonde fiducia ai nostri, ma il 9 febbraio arriva il patatrac. Affrontiamo la Svizzera che ha perso le due precedenti partite, ma non riusciamo a confermarci: al 20° Kessler porta in vantaggio gli elvetici e non recuperiamo più. L’incontro termina 1-0 per i nostri avversari. La classifica del girone viene così stilata: al primo posto Germania e USA con 4 punti, poi Italia e Svizzera con 2. Poichè passano le prime due, azzurri eliminati. Non senza recriminazioni: siamo stati in grado di superare gli USA, ma abbiamo sciupato tutto con la Svizzera. L’oro, a sorpresa, va alla Gran Bretagna, argento al Canada e bronzo agli USA. All’Italia rimane un senso di occasione sprecata. Per Baroni è il canto del cigno: non ottiene difatti più vittorie eclatanti. Rimane un grandioso protagonista nei primordi dell’hockey meneghino.


[1] Al Milano difatti vengono assegnati anche i titoli 1925-1926-1927 ma in maniera retroattiva, avendo vinto in quegli anni la “Coppa Cinzano”, considerata poi una sorta di Campionato Italiano

[2] Altri tre giocatori non scenderanno mai sul ghiaccio: Timpano, Lux ed il portiere di riserva Calcaterra