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BERNASCONI Luigi

St. Moritz (Svizzera) 1910 / St. Moritz (Svizzera) 02.04.1970

1928. Salto con gli sci. 33°

Figlio di emigrati italiani a St. Moritz, impara prestissimo a sciare e soprattutto a saltare, tesserandosi per lo Ski Club della nota stazione sciistica elvetica. Dal fisico non particolarmente prestante e possente, appare tuttavia molto energico, pimpante e soprattutto dotato di buono stile. Sorprende tutti il 26 dicembre 1925 quando vince la “Coppa Marver” tra gli juniores, saltando 28 metri, un risultato definito “strepitoso” sui giornali dell’epoca, data l’età del vincitore, appena 15 anni. Tutti gli pronosticano ovviamente un grande avvenire. Si conferma prestissimo: il 10 gennaio 1926 a Pontresina, in quegli anni “culla” del salto, ottiene 51 m, aggiudicandosi il primo posto tra gli juniores e stabilendo una sorta di record per la categoria: addirittura fa meglio dell’altro italiano Faure, campione nazionale e seniores, che atterra a 46,30. Sette giorni dopo, Bernasconi si ripete, dominando tra gli juniores e superando, in lunghezza e punteggio, il primo dei seniores, Hoch. Si comincia a parlare di lui come di un prodigio. Il 21 febbraio scende in Italia per partecipare ai tricolori di Claviere. È in testa dopo due salti, è andato oltre i 40 metri, misura che s’è rivelata irraggiungibile per il grande Faure, ma nell’ultima prova, pur giungendo a 45 metri, non riesce a stare in piedi sugli sci e viene giustamente penalizzato dai giudici: chiude secondo, con molti rimpianti, ma la consapevolezza di essere già tra i nostri migliori saltatori.

Perde l’intero inverno 1926-27 causa un intervento chirurgico effettuato d’urgenza a dicembre. Si rivede solo ai tricolori del 1928, il 2 febbraio a Cortina: vince alla grande il salto e guadagna così la convocazione per i Giochi di St. Moritz, sotto la guida del nuovo CT, il norvegese Lislegaard. Bernasconi gareggia nella prova di salto cui partecipano 38 atleti di 13 nazioni, di fronte a 8mila spettatori entusiasti. La gara consiste in due salti, con relativo punteggio che combina lo stile alla lunghezza. Bernasconi non brilla, tutt’altro: ottiene 10,020 punti e termina addirittura 33°, nelle posizioni di coda della classifica. Certamente non una prestazione memorabile. L’oro va al norvegese Andersen, con 19,208, davanti al connazionale Ruud (18,542) ed il cecoslovacco Burkert (17,937). L’anno seguente non brilla e gareggia poco: il 27 gennaio a Roccaraso è battuto da Venzi. Nel 1930 stesso discorso: il 16 febbraio a Ponte di Legno, nella “Coppa Branca”, chiude secondo, superato dallo svizzero Badrutt che salta addirittura 75m, distanza all’epoca considerata una sorta di record. Poi Bernasconi non ottiene più risultati rilevanti, provando pure inutilmente anche con lo sci alpino: l’11 marzo 1933 giunge nono nella gara di slalom ad Oropa vinta dal norvegese Sorensen. Quindi di lui si perdono le tracce.

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