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BICH Albino

Valtournenche (AO) 25.04.1903 / deceduto

1924. Pattuglia Militare. Ritirato

Coglie i primi risultati significativi alla soglia dei 20 anni di età. Il 3 gennaio 1923 è quinto in una gara di fondo di 16 km a Valtournenche, vinta da Edoardo Bich e tre giorni dopo chiude 7° il campionato valdostano, sempre a Valtournenche, ed ancora vinto dal forte Bich, il fenomeno del periodo. Alla fine di gennaio Albino è 3° in una 6 km “in piano” vinta da Alex Pellissier. L’11 febbraio a Valtournenche chiude 7° una gara di 15 km che fa da contorno ai campionati studenteschi e vinta ancora dallo stesso Pelissier. Alla fine del 1923 si organizza la nostra spedizione per i Giochi di Grenoble, i primi riconosciuti ufficialmente dal CIO. Chiuso da fondisti più forti nelle gare individuali, Bich cerca la qualificazione nelle prove a squadre. La selezione per la gara olimpica di pattuglia militare si svolge a Gressoney l’11 gennaio, alla presenza del Generale degli Alpini Barco. Su un percorso di 23 km si svolgono due gare in contemporanea: la prova riservata agli ufficiali e quella per i “soldati semplici” (o truppa come vengono definiti). Nella prima si impone il ten. Dente, nella seconda vince Lagger, con 1’46” su Francia e 3’01” su Albino Bich. I quattro vengono prescelti dall’apposita Commissione Tecnica, della quale fa parte anche Aldo Bonacossa, per rappresentare l’Italia ai Giochi di Chamonix. Nella stessa Gressoney si svolge il ritiro collegiale di preparazione, sotto la supervisione del maggiore Feruglio. Bich è massiccio, muscoloso, una forza della natura e certamente non il punto debole (se ne esistono) tra i quattro. La prova di “pattuglia militare” è in sostanza un antenato del biathlon anche se si svolge in condizioni assai diverse dalle attuali. Su un percorso di 30 km gareggiano 4 sciatori per squadra, tutti insieme. A metà percorso tre di questi quattro devono sparare 18 colpi (6 a testa) ad un bersaglio posto a 250 m di distanza. Per ogni bersaglio centrato si tolgono 30” al tempo complessivo impiegato che viene calcolato sul quarto arrivato di ogni compagine. Fondamentale dunque la coesione di squadra e non essere troppo penalizzati al tiro. La gara olimpica si svolge il 29 gennaio, con avvio alle 8.40 e gareggiano 6 nazioni. Si parte e si arriva allo Stadio Olimpico. Nevica ed il vento gelido acuisce la fatica. Il percorso, troppo pianeggiante, non favorisce i nostri: è prevista un’unica salita, quella di Charamillon, ed oltre tutto gli azzurri gareggiano con sci di frassino ed attacchi “da turismo” mentre gli avversari, al contrario, viaggiano su sci di hickorj ed attacchi Bergendahl da corsa. Come se questo non bastasse, entra in campo pure la sfortuna.

Dopo pochi km proprio Francia ha un malore ed il tenente Dente, il caposquadra, lo attende mentre gli altri due continuano ma senza spremersi troppo. La squadra dunque si sfalda ed a metà percorso i nostri si posizionano al quinto posto. Quando Francia, ripresosi, e Dente stanno rientrando sui due compagni, il patatrac: proprio Bich rompe uno sci! Non esiste ancora la possibilità di sostituire l’attrezzo, gara finita ed azzurri ritirati con le lacrime agli occhi. Oro alla Svizzera, strepitosa nel fondo, con 1’34” sulla Finlandia (prima all’intermedio) ed alla Francia, pessima al tiro. Bich stempera la delusione il 1° marzo a La Thuile dove vince una gara di fondo su 22 km riservata ai militari. Nel 1925 si rivede nella grande e tradizionale “Adunata Valligiani” del 1° marzo che si tiene stavolta in Val Gardena, su un percorso di 31 km, con partenza a Selva ed arrivo a Santa Cristina, attraverso il Passo Sella ed intorno al Sasso Lungo, in uno scenario di incomparabile bellezza. La squadra di Valtournenche[1] chiude al terzo posto dietro Valtellina e Cortina. Insiste nel 1926. Il 10 gennaio si disputa a Valtournanche la “Coppa Marone-Cinzano”, a squadre, che raccoglie al via i migliori fondisti della Valle d’Aosta. Vince proprio la squadra capitana da Bich. Con lui gareggiano Maquignaz e i due Pellissier. Il 30 gennaio è secondo, battuto dalla sorpresa Clunoz, nel campionato piemontese di fondo. Otto giorni dopo, guida da “capitano” la squadra di Valtournenche alla “Valligiani”, disputata stavolta ad Asiago su 27 km. Ma due componenti della formazione (i Pellissier) si sentono male lungo il percorso e la prestazione non è delle migliori: gli aostani difatti chiudono solo noni, a 12’ dai vincitori formazzini. Nel 1927 non molla. Il 30 gennaio fa parte della squadra di Valtournenche che giunge seconda nella “Coppa Martini e Rossi” a Bardonecchia, battuta dalla compagine locale. Il 27 febbraio la squadra di Valtournenche, con Bich, chiude al terzo posto la “Valligiani”, disputata a Bormio, con un distacco di 18’ dai vincitori della Val Formazza e preceduti anche dalla Valtellina. È il suo ultimo risultato significativo. Nel 1928 non viene preso minimamente in considerazione per i Giochi di St. Moritz ed il suo nome non compare più ai primi posti degli ordini d’arrivo. Tuttavia è ancora attivo e lo dimostra nel 1929: il 20 gennaio è nella squadra dello SC Cervino che si aggiudica a Courmayeur la “Coppa Marone-Cinzano[2]”. È l’ultimo suo risultato ad alti livelli.


[1] Con Bich gareggiano A. e T. Herin, A. Pelissier I e II

[2] Con lui gareggiano Herin, Maquignaz, D. e L. Pellissier