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BRIVIO SFORZA Antonio

Biella 27.12.1905 / Milano 29.01.1995

1936. Bob. 10° Bob a Quattro (con Soldini, Dell’Oro, Menardi), 12° Bob a Due (con Soldini)

Detto Tonino, discendente della famosa famiglia Sforza che ha governato a lungo Milano. Benestante, altolocato e nobile col titolo di marchese, è un grande sportsman che presto si dedica all’automobilismo. Gareggia con le insegne delle principali marche, dall’Alfa Romeo alla Bugatti, per finire con la Scuderia Ferrari che alla fine degli anni Venti sta muovendo i suoi primi passi. Si dimostra in breve ottimo pilota: nel 1933 vince la prestigiosa “Targa Florio”. Intanto, in inverno, si appassiona al bob che, per certi aspetti, può essere paragonato ad una “formula 1 della neve”. Si dimostra altrettanto capace e veloce: nel 1935, con Carlo Soldini come frenatore, guadagna un bel bronzo ai Mondiali di Innsbruck nel bob a due, superato da Svizzera e Cecoslovacchia. Tra l’altro si tratta della prima medaglia in assoluto ottenuta da un bob italiano in una competizione internazionale. Nel bob a quattro invece i nostri[1] terminano al quarto posto[2]. In quello stesso Brivio 1935 rivince la “Targa Florio”. Dato il suo carisma ed i risultati acquisiti, nel 1936 non ha difficoltà ad essere selezionato per i Giochi di Garmisch dove le gare olimpiche di bob subiscono un rinvio, rispetto al programma originario, per maltempo. Si comincia l’11 febbraio col bob a quattro. Brivio Sforza è il pilota di “Italia I”: con lui il frenatore Soldini, Dell’Oro e Menardi. Al via 18 equipaggi. La pista misura 1525m, ha 17 curve ed un dislivello di 790m. La prima manche è deludente e finiscono soltanto dodicesimi, a sei secondi di distanza dai vincitori, i tedeschi di “Germania I” che precedono il sorprendente “Belgio II” e “Svizzera II”. Poche ore dopo, la seconda discesa va leggermente meglio: “Italia I” chiude settima, a poco più di tre secondi dal primo posto, appannaggio di “Svizzera II” davanti a “USA I” e “Svizzera I”. Il 12 febbraio si disputano le altre due manches. Nella terza discesa “Italia I” ottiene un discreto sesto posto, a 1’38” da “Svizzera II” che precede “USA II” e “USA I”. Nell’ultima prova gli azzurri tornano al settimo posto, con due secondi di ritardo rispetto ai primi, “Svizzera I”, che superano “USA I” e “Svizzera II”. La somma dei tempi ottenuti stabilisce la classifica: oro a “Svizzera II”, col totale di 5’19”85, argento per “Svizzera I” (5’22”73) e bronzo per i britannici.

“Italia I” chiude solo decima: sul suo risultato finale ha pesato come un macigno la pessima prima discesa. Viene preceduta anche da “USA I”, “Belgio II”, “USA II”, “Germania I”, “Belgio I” e “Francia I”. Brivio Sforza ci riprova nel bob a due che inizia il 14 febbraio e vi partecipano 23 equipaggi di 13 nazioni: è il pilota di “Italia I” che ha Soldini come frenatore. Nella prima manche vanno decisamente male e chiudono solo al 19° posto, ad oltre otto secondi dalla terza piazza: il miglior tempo è di “USA I” davanti a “USA II” e “Svizzera I”. Le chances di una bella prestazione sembrano già compromesse. Oltre tutto non va tanto meglio poche ore dopo, nella seconda discesa: “Italia I” chiude diciottesima, a sette secondi dai vincitori, “Svizzera II” che precede i due equipaggi americani. Il giorno seguente altre due manches, con “Italia I” finalmente in gran spolvero, con un ottimo quinto posto, ad una manciata di centesimi dal podio. Vince di nuovo “Svizzera II”, ma gli statunitensi non mollano. Nella quarta ed ultima discesa il discorso non cambia molto: prima “Svizzera II”, con mezzo secondo di margine su “USA I” che si difende alla grande mentre terza giunge “USA II”. “Italia I” termina invece nona, con due secondi abbondanti di ritardo dal podio. Fatti i conti, con la somma dei tempi impiegati nelle 4 manches, l’oro è di “USA I” (Brown-Washbond) col tempo complessivo di 5’29”29, argento per “Svizzera II” (Feierabend-Beerli, 5’30”64) che, come nel bob a quattro, paga a caro prezzo una pessima prima prova, bronzo a “USA II” (Colgate-Lawrence, 5’33”96). Brivio Sforza-Soldini terminano dodicesimi, bruciati per una manciata di centesimi pure da “Italia II” (Vaghi-Poggi) che in teoria avrebbe dovuto essere la seconda scelta. Le due prime manches disastrose hanno influito sul risultato finale di “Italia I”, tutt’altro che positivo. Brivio Sforza si consola presto: il 5 aprile si aggiudica la mitica “Mille Miglia”, con un’Alfa Romeo della Scuderia Ferrari. L’anno seguente primeggia nel GP di Torino. Poi si sposa ed abbandona l’attività, ma non lo sport. Diventa difatti un autorevole dirigente in campo automobilistico e nel 1950 è tra i promotori della nascita del Campionato Mondiale di Formula 1. Una grande figura di sportivo, praticante e non.

brivio grande

Garmisch 1936. Il bob pilotato da Brivio Sforza si prepara alla partenza


[1] Con lui gareggiano Vitali, Borletti e Solvegni

[2] L’oro va a Germania I su Svizzera II e Svizzera I