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DALLAGO Ingenuino

Cortina d’Ampezzo (BL) 16.03.1910 / Cortina d’Ampezzo (BL) 09.07.1999

1932. Combinata Nordica. 17°

1932. Salto con gli sci. 16°

dallago2 grandeDetto “Nazza”, coglie il primo successo importante il 9 febbraio 1930 quando a Cortina vince il “Campionato di salto delle Tre Venezie”. Il 23 febbraio è secondo, ancora nella sua città natale, nella “Coppa Franchetti” di salto, battuto da Venzi. Il 10 marzo ad Oropa si aggiudica la gara juniores di salto. Nel 1931 continua ad ottenere buoni risultati. Il 18 gennaio è secondo nella “Coppa Thun”, gara di salto a Monguelfo, battuto da Zardini. Poi si rivela grande protagonista ai tricolori di Cortina, disputati tra 10 e 12 marzo. Sui 18 km di fondo non va molto bene: finisce difatti solo 51°. Ma vince la prova di salto ed alla fine chiude al quarto posto la classifica assoluta di combinata, dominata da Tavernaro, strepitoso nella prova di fondo. Nel pomeriggio del 12 si svolge la gara di salto per il titolo italiano: rivince Dallago che quindi guadagna il suo primo tricolore. In mattinata era giunto invece sesto nella gara di slalom vinta da Menardi. Il CT della Nazionale, il norvegese Peder Kjellberg, ha parole di elogio per lui e lo convoca nel primo ritiro preolimpico, organizzato intorno alla metà di marzo a Claviere. Poi Dallago parte militare e riesce a seguire solo in parte lo stage successivo, tenuto ad ottobre e novembre al Passo dello Stelvio. Il CONI intercede con le autorità militari che permettono a Dallago di essere presente al collegiale definitivo, in cui verrà scelta la Nazionale, tenuto a dicembre in un isolato albergo in Val Lunga, nei pressi di Selva di Val Gardena. Qui viene tracciata, con l’aiuto in prima persona del CT Kjellberg, un’apposita pista di una ventina di km in cui gli azzurri vengono ripetutamente testati. Alla fine, Dellago è inserito nella lista per Lake Placid. Arrivare in America non è a quel tempo uno scherzo. Imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano” l’8 gennaio a Genova, dopo uno sbarco tecnico a Napoli con grandi festeggiamenti, gli azzurri hanno attraversato lo Stretto di Gibilterra per sbarcare a New York undici giorni dopo. Un giorno di riposo e poi un altro lungo trasferimento, stavolta in treno, verso Lake Placid, a Nord, non lontano dal confine canadese. Hanno dunque avuto modo di acclimatarsi. Dallago esordisce ai Giochi il 10 febbraio nella 18 km relativa alla combinata nordica cui partecipano 33 atleti di 10 nazioni. Questa disciplina è, da sempre, appannaggio degli scandinavi ed anche stavolta questa regola è rispettata. I norvegesi dominano la prova di fondo: primo Grottumsbraaten e secondo Stenen. I nostri si difendono, ma terminano lontani: Dallago chiude 23°, a 19’14” dal vincitore. Le cose vanno meglio, ma non troppo, nella gara di salto del giorno seguente: si impone lo svizzero Kauffmann con 223,2 punti e Dallago termina 16°, con 196,0.

Fatti i conti, per semplice addizione dei punteggi ottenuti nelle due prove, i formidabili norvegesi occupano le prime quattro posizioni: l’oro va a Grottumsbraaten (6° nel salto) con 446,00 punti totali, argento a Stenen (436,05) e bronzo a Vinjarengen (434,60). Dallago finisce 17°, con 346,00: prestazione comunque sufficiente. Ha lottato coi più forti al mondo, non sfigurando completamente. Ci riprova il 12 febbraio nel salto cui prendono parte 34 atleti di 10 nazioni. Altro assoluto trionfo norvegese: primo Ruud, con 228,1 punti, secondo Beck (227) e terzo Walberg (219,5). Dallago praticamente ripete la prestazione della combinata, chiudendo 16° con 194,9 punti. I 24 punti di distacco dal bronzo parlano chiaro, però anche stavolta la prestazione è sufficiente. Appena rientrato in Italia, il 6 marzo partecipa alla gara internazionale di salto ad Oropa: chiude quarto, superato dagli svizzeri Chiogna e Babrutt, ma anche dal connazionale Bonomo (che non è andato ai Giochi). Ci riprova 14 giorni dopo a Claviere, ma sbaglia un salto e finisce solo 22°. Nel 1933 è ancora ai vertici. Il 22 gennaio vince il campionato veneto di salto a Cortina e chiude secondo nel “Campionato delle Tre Venezie”, assegnato con la combinata nordica e vinto da Menardi. Convocato di nuovo in Nazionale dal CT Kjellberg, segue il ritiro collegiale a Dobbiaco, per poi presentarsi ai Mondiali di Innsbruck dove però delude fortemente: chiude solo 27° la combinata nordica dopo aver compromesso tutto con una pessima 18km (64°). La prova è vinta dallo svedese Erikson. Cerca il riscatto nella gara di salto, ma cade nella seconda prova e finisce 54° (vince lo svizzero Reymond). Il 18 febbraio è a Cortina per i tricolori: nella 18km di fondo, valida anche per la combinata, termina 24° (primeggia Dezulian). Vince il salto, ma non riesce a recuperare il divario da Menardi che lo supera nella generale, guadagnando comunque un bel secondo posto. Il 5 marzo a Dobbiaco cade in fase di atterraggio e viene relegato all’ottavo posto, lontano dal vincitore Bonomo. Si rivede il 7 gennaio 1934 quando si aggiudica la “Coppa Gancia” di salto a Dobbiaco, con uno stile impeccabile che, a parità di misura (33m), gli permette di sopravanzare Menardi. Stesso risultato il 21 gennaio a Monguelfo. Poi ha un momento di pausa: non partecipa ai tricolori e l’11 marzo, nella grande gara di salto ad Oropa, finisce solo sesto (vince il norvegese Mursted) mentre nello slalom termina decimo (primeggia l’altro norvegese Sorensen). Nel 1935 sparisce quasi di scena: diserta i tricolori di Cortina e si rivede solo il 24 febbraio a Dobbiaco dove finisce sesto la gara di salto vinta da Schmied. Ormai ha dato il meglio di sè e non ottiene più vittorie di spicco.

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1932. La squadra azzurra all’imbarco sul “Conte Biancamano” per il viaggio in America. Tra loro anche Da Col, secondo da sinistra ed evidenziato dal tondo