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GEROSA Augusto

Milano 01.10.1909 / Milano 07.11.1982

1936. Hockey su ghiaccio. Eliminato Primo Turno

Inquadrato nell’HC Milano già prima dei 20 anni, milita nelle squadre giovanili ed inferiori sino alla fine degli anni Venti. Nel 1929-30 è riserva ufficiale di Calcaterra e difende la porta della seconda squadra, detta Milano II, che il 7 gennaio al Palazzo del Ghiaccio meneghino perde 10-3 con il Londra. Poi però, non trovando spazio, cerca altre vie e passa all’Ambrosiano, altra squadra cittadina: nel Campionato Italiano del 1932 però raccoglie solo sconfitte e dischi nella propria rete. Nella stagione seguente rientra al Milano: inizialmente viene comunque impiegato come terzo portiere. Infortuni e problematiche varie dei titolari lo lanciano in prima squadra: esordisce il 3 dicembre contro gli svizzeri del Grasshoppers che vincono 3-2. Comunque gioca bene e, col “vecchio” Calcaterra in disarmo, diventa titolare fisso. Sette giorni dopo, il Milano pareggia 2-2 col Davos. Il 21 dicembre i meneghini tornano al successo contro gli inglesi di Cambridge, battuti 5-3. Gerosa si rivede in porta il 9 gennaio 1933 quando i forti canadesi dell’Edmonton battono 6-2 il Milano che comunque non sfigura totalmente. Va peggio il 19 gennaio contro i forti americani del Massachussetts Rangers di Boston che vincono 8-0. Il riscatto giunge il 6 febbraio, al Palazzo del Ghiaccio, quando il Milano supera 2-1 i campioni ungheresi del Budapest. Il 15 febbraio a Cortina si disputa la finale d’andata del Campionato: il Milano sconfigge i padroni di casa 3-0 e si spiana la strada verso il titolo. Poi tutti a Praga per i Mondiali, ma non va troppo bene. Il 18 febbraio perdiamo 3-0 con l’Austria, il giorno seguente vinciamo 2-0 con la Romania, ma il 21 febbraio perdiamo 3-1 con la Cecoslovacchia e siamo eliminati. Perdiamo pure la partita di consolazione con la Lettonia (0-2), disputata peraltro sotto un’abbondante nevicata che ricopre a tratti il ghiaccio. Non certo una bella figura, Gerosa compreso. Il 12 marzo si gioca il ritorno della finale di Campionato, al Palazzo del Ghiaccio meneghino: il Milano trionfa 5-0 e guadagna il titolo italiano. La stagione successiva inizia il 24 novembre, al Palazzo del Ghiaccio: il Milano pareggia 2-2 col St. Moritz. Il 1° dicembre, sulla stessa pista, pareggia 1-1 con lo Zurcher. Due giorni dopo, i meneghini restituiscono la visita in Svizzera, giocando con una rappresentativa di Zurigo: sono battuti 1-0. Il 10 dicembre, al casalingo Palazzo del Ghiaccio, il Milano batte 5-2 una selezione francese. Il 29 dicembre invece secca sconfitta (0-4) contro i tedeschi del Berliner. Poi trasferta a St. Moritz per un importante torneo internazionale: intanto il 31 dicembre sono sconfitti 3-1 dalla squadra locale. Si prendono però subito la rivincita e nella prima partita del torneo, il 2 gennaio 1934, superano lo stesso St. Moritz per 3-2 dopo un tempo supplementare.

Il giorno seguente però, in semifinale, si arrendono 4-0 ai forti cechi dell’LTC Praga. Il 4 gennaio giocano dunque la “finalina” 3°-4° posto: pareggiano 2-2 col Berliner e le due squadre, sportivamente, concordano di non giocare il periodo supplementare. Dunque meneghini classificati terzi a pari merito: il torneo, una sorta di Champions dell’epoca, è vinto dal Queen’s Club di Londra che batte i praghesi 3-1. Grandi lodi per Gerosa che viene considerato all’unanimità il miglior portiere del torneo, autore di parate strepitose soprattutto nella “finalina”. Il Milano torna sul ghiaccio, in casa, il 9 gennaio quando perde 1-3 con gli austriaci del Wiener. Quindi si affronta la trasferta in Germania: il 13 gennaio, a Monaco, il Riessersee è sconfitto 2-0. Il giorno seguente, a Garmisch, le “Camicie Brune” (squadra di evidente matrice nazista) superano 2-0 il Milano. Poi tocca ai Mondiali, disputati proprio al Palazzo del Ghiaccio meneghino. Intanto il 31 gennaio una rappresentativa milanese, in pratica la stessa Nazionale, perde 0-1 con i francesi dello Chamonix e non è un bel viatico per la rassegna mondiale. Non va meglio l’ultima amichevole di preparazione con i fortissimi USA: perdiamo 0-5. La prima partita dei Mondiali è con la Germania, il 4 febbraio: incontro alterno ed emozionante, conduciamo 2-0 ma subiamo la rimonta tedesca e perdiamo 2-3. Tutto è demandato all’incontro con la temibile Austria: gagliarda partita azzurra, andiamo subito in vantaggio e resistiamo sino alla fine, con un grande Gerosa, nel tripudio dei 4mila spettatori presenti. Entriamo così nei gironi di semifinale dove il 6 febbraio impattiamo 0-0 con l’Ungheria dopo tre tempi supplementari. Due giorni dopo, perdiamo 0-3 con la Svizzera e siamo così relegati al girone di consolazione dove il 9 febbraio battiamo 3-0 la Romania, ma poi il giorno seguente perdiamo 1-4 con l’Inghilterra. Giochiamo l’ultima partita l’11 febbraio con l’Austria ed è un altro pareggio, 2-2, con Gerosa ovviamente sempre presente. Chiudiamo al nono posto, vince il Canada che in finale piega 2-1 gli USA. Il 6 marzo nella prima finale del Campionato i meneghini battono 2-0 il Cortina al Palazzo del Ghiaccio. Si ripetono due giorni dopo per 4-1 e riconquistano il titolo italiano. La nuova stagione parte il 31 ottobre, con la novità della “Coppa Internazionale”, una specie di Champions dell’epoca: al Palazzo del Ghiaccio il Milano è sconfitto 1-3 dai parigini dello Stade Français. Non vanno meglio le partite successive: il 7 ed 8 novembre il Milano viene seccamente sconfitto a Londra, prima dallo Streatham (0-9) e poi dai Wembley Lions (0-2).

Quindi perde anche il “ritorno” a Parigi (1-6): batoste che testimoniano a dovere il livello internazionale del nostro movimento hockeystico. In questi incontri Gerosa, nonostante i molti gol subiti, è spesso il migliore in campo. Il Milano guadagna il primo punto nella manifestazione imponendo lo 0-0 sul suo ghiaccio ai tedeschi del Riessersee il 21 novembre. Otto giorni dopo, una rappresentativa milanese, costituita da giocatori del Milano e dei “Diavoli”, batte 5-2 lo Slavia. Il 16 dicembre grande vernissage: il Milano ha l’onore di inaugurare lo stadio olimpico di Garmisch dove perde 3-2 col Riesersee. Cinque giorni dopo, al Palazzo del Ghiaccio, forse stanchi per il viaggio, i meneghini a sorpresa sono battuti dal Budapest per 2-1. Continuano ad andare su e giù tra le Alpi, come globe trotters: il 28 dicembre si aggiudicano la Coppa Kandersteg, nell’omonima cittadina svizzera, superando 4-2 il Fortshaus di Francoforte. Quindi si va a St. Moritz per il consueto torneo di fine anno. Dopo aver battuto la squadra locale, il Milano perde in finale 8-2 coi londinesi del Queen’s Club i quali poi si ripetono il 4 gennaio 1935 sul Palazzo del Ghiaccio meneghino contro la rappresentativa milanese, battuta 3-2. Il 10 gennaio altra sconfitta casalinga per Milano, stavolta 3-1 contro gli inglesi dello Streatham, gara valevole per la Coppa Internazionale dalla quale ormai i meneghini sono eliminati. Due giorni dopo, in un tour de force che serve da preparazione per i Mondiali, la solita selezione milanese, che poi è la Nazionale, batte 4-1 il Cambridge (altri inglesi!), con Gerosa in panchina. Infine il 14 gennaio il Milano è sconfitto 3-1 dai fortissimi canadesi del Winnipeg Monarchs. Poi si va a Davos per i Mondiali. L’Italia inizia alla grande, battendo 2-0 la Germania il 19 gennaio. Gli entusiasmi sono presto smorzati dall’inatteso pareggio, 1-1, con la Francia il giorno seguente. Il 21 gennaio si impatta anche con la Polonia, ancora 1-1, ma ciò vale il passaggio del turno. Iniziano però gli incontri più ostici: il 22 gennaio, dopo una gran partita, perdiamo 5-1 con la Cecoslovacchia, ma il risultato è bugiardo perchè i tempi regolamentari si sono chiusi 1-1 e gli azzurri hanno ceduto, anche mentalmente, nel primo supplementare. Il giorno seguente riceviamo una bella batosta (0-9) dai fortissimi canadesi. Il 24 gennaio ecco un altro 1-1, stavolta con la Svezia. Il nostro torneo si chiude il 26 gennaio con una sconfitta per 1-2 contro l’Austria. Alla fine chiudiamo al settimo posto e tutto sommato non è un risultato disprezzabile: vince il Canada che in finale supera 4-2 un’ottima Svizzera.

Gerosa poi partecipa ai Mondiali Universitari di St. Moritz, ai primi di febbraio, ma gli azzurri vincono solo con la Francia e chiudono al quinto posto (su sei). Il 20 febbraio il Milano subisce una dura sconfitta dai “Diavoli Rossoneri”, l’altra squadra meneghina, che si impongono 5-0, aggiudicandosi l’ambita “Coppa del Podestà” che vale la supremazia cittadina. Poi ai primi di marzo tocca alle finali di Campionato, disputate al Palazzo del Ghiaccio meneghino: il giorno 3 il Milano, in una sfida in famiglia, supera la...seconda squadra del Milano 11-0, con Gerosa in panchina. Tutto si decide tre giorni dopo quando il Milano viene sconfitto 1-2 dai “Diavoli” che così guadagnano il loro primo scudetto in un ideale passaggio di consegne. In estate Gerosa passa proprio ai “Diavoli” con cui esordisce il 12 novembre al Palazzo del Ghiaccio meneghino, col successo per 5-1 contro lo Slavia Praga. I “Diavoli”, rinforzati da arrivi nordamericani (in particolare Poirier e Hayes) sono la squadra da battere e si confermano presto. Il 24 novembre superano 6-1 i magiari del Ferencvaros e tre giorni dopo battono 2-0 gli austriaci del Wiener. Il 6 dicembre altro successo casalingo, stavolta col St. Moritz, dominato 8-1. La serie vincente viene bruscamente interrotta nel derby cittadino dell’11 novembre, con il Milano che, a sorpresa, si impone 5-3 sui “Diavoli” stranamente in balia dell’avversario, più determinato e concreto, per lunghi tratti del match. Il riscatto rossonero non arriva subito, anzi: tre giorni dopo, il Davos supera 4-3 i “Diavoli” che ritrovano il successo il 19 dicembre, sconfiggendo 6-1 il Milano, per l’agognata e netta rivincita. Quindi viaggio in Svizzera, dapprima per il torneo natalizio di St. Moritz: il 25 dicembre stentata vittoria (2-1) sul Grasshoppers, regolato poi 5-0 nel secondo incontro del giorno seguente. In finale i “Diavoli” vincono 2-0 col St. Moritz e conquistano l’ambito trofeo, a conferma di una loro forte crescita tecnico-agonistica. Si spostano quindi a Davos, per la tradizionale “Coppa Spengler”. Iniziano alla grande: 5-0 allo Zurigo il 28 dicembre. Successo bissato il giorno seguente col 7-0 al Cambridge che anticipa il facile 4-0, con le seconde linee in campo, sulla seconda squadra del Davos. La finale si disputa il 31 dicembre, contro la prima squadra del Davos: partita dura, scorbutica, ricca di falli ed espulsioni. 2-2 alla fine dei tempi regolamentari e qui avviene il fattaccio: il Davos, protestando per il secondo gol meneghino, non intende proseguire il match. Gli arbitri invece comandano la ripresa del gioco per i supplementari, i “Diavoli” segnano, coi giocatori di casa praticamente fermi o assenti dalla pista, e la partita termina col pubblico inferocito ed il successo italiano. I dirigenti elvetici, sportivamente, consegnano la coppa ai “Diavoli” che incamerano così un altro bel successo. Tre giorni dopo, pareggiano 2-2 ad Arosa con la squadra locale.

Gerosa è inserito dal CT Giuseppe Medri nella lista degli azzurri per i Giochi di Garmisch, basata peraltro sull’ossatura dei “Diavoli”: la preparazione avviene al Palazzo del Ghiaccio meneghino, ma non sembra molto promettente. Nell’unico test-match, disputato contro una selezione di stranieri che giocano in Italia, gli azzurri perdono 6-1. Il torneo olimpico di hockey su ghiaccio inizia il 6 febbraio 1936 e vi partecipano 15 nazioni. Gerosa titolare fisso. Nel primo turno l’Italia esordisce il 7 febbraio contro la Germania che, nettamente superiore, vince 3-0. Il giorno seguente affrontiamo gli Stati Uniti ed è una partita sorprendentemente equilibrata, nella quale i nostri reggono bene il confronto con i quotati americani. Il risultato si sblocca solo nel terzo tempo: al 39° Garrison porta in vantaggio gli USA. Sembra finita, ma passano appena tre minuti e Mario Zucchini pareggia. Si va ai supplementari dove una rete di Scotti regala all’Italia il primo storico successo ai Giochi. Il risultato infonde fiducia ai nostri ma il 9 febbraio arriva il patatrac. Affrontiamo la Svizzera che ha perso le due precedenti partite, ma non riusciamo a confermarci: al 20° Kessler porta in vantaggio gli elvetici e non riusciamo più a recuperare. L’incontro termina 1-0 per i nostri avversari. La classifica del girone viene così stilata: al primo posto Germania e USA con 4 punti, poi Italia e Svizzera con 2. Poichè passano le prime due, azzurri eliminati. Non senza recriminazioni: siamo stati in grado di superare gli USA, ma abbiamo sciupato tutto con la Svizzera. L’oro, a sorpresa, va alla Gran Bretagna, argento al Canada e bronzo agli USA. All’Italia rimane un senso di occasione sprecata. I “Diavoli” tornano in pista il 4 marzo quando perdono 1-4 con una rappresentativa zurighese al Palazzo del Ghiaccio dove il 17 marzo va in scena la finale di Campionato. I “Diavoli” vincono 1-0 contro il Milano, con gol decisivo nel terzo tempo del giovane L. Zucchini, e guadagnano il secondo titolo nazionale. Gerosa poi continua la sua carriera, tra alti e bassi. Nel 1939 con la Nazionale disputa i Mondiali dove chiudiamo al nono posto, poi la guerra interrompe tutto. Gerosa rimane nei “Diavoli” ma negli anni più bui del conflitto e della dittatura si trova nei guai per questioni politiche. Difatti non ha mai preso la “tessera” fascista e ciò gli provoca addirittura una squalifica dal ghiaccio. Dopo il conflitto, rientra in campo coi “Diavoli” di cui diventa anche allenatore, continuando comunque a giocare. Nel 1948 però abbandona l’attività senza aver conseguito ulteriori successi.