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VENZI Vitale

1928. Sci di Fondo. 35° 18 km

1928. Salto con gli Sci. 13°

1928. Combinata Nordica. 20°

Italiano residente a St. Moritz. Il 17 gennaio 1927 partecipa alle gare di salto a Pontresina, chiudendo nono. Vince il grande norvegese Carlsen che atterra a 65 metri. Venzi arriva a 52 m, con buono stile. Il 20 gennaio si inaugura a St. Moritz il trampolino Olimpia, costruito appositamente per i Giochi dell’anno seguente. Vince di nuovo Carlsen e Venzi è buon sesto. Dal 26 gennaio Venzi partecipa al raduno collegiale dei saltatori azzurri, gestito dal nuovo CT Olavsen, che si svolge a Claviere in vista dei prossimi Giochi. Il 30 gennaio, alla fine del ritiro, Venzi vince l’apposita gara di salto, con misure prossime ai 50m e sempre in buono stile: è ormai ai vertici della specialità in Italia. Il 6 febbraio è a Cortina, per un’importante manifestazione di respiro internazionale: solo 32° nella 18 km di fondo vinta dallo svedese Lindgren, chiude buon sesto nel salto (primo lo svedese Edman) e finisce 8° e primo dei nostri nella combinata, vinta dal ceco Purkert. Nel weekend successivo è grande protagonista a St. Moritz, nella “Coppa Polacca”: chiude 7° la 18 km di fondo e secondo nel salto, alle spalle dell’elvetico Wuilleumier. Questi piazzamenti gli consentono di aggiudicarsi la combinata, un risultato di grande prestigio. Tra dicembre e gennaio si allena a lungo nei collegiali di Livigno e Claviere, guidati dal neo CT, il norvegese Svesse Lislegaard. Il ritiro gli giova perchè è grande protagonista ai tricolori di Cortina, disputati ai primi di febbraio: sesto nella 18km, a 3’30” dal vincitore Demetz, chiude secondo nel salto, vinto da Bernasconi, aggiudicandosi la combinata ed il titolo italiano assoluto. Nel salto compie il balzo più lungo, di 50,30m, ma nella terza prova cade e compromette le sue chances di successo. Poi si va a St. Moritz. Venzi esordisce ai Giochi il 17 febbraio nella 18 km cui prendono parte 49 atleti di 15 nazioni. Le condizioni meteo sono alquanto fredde, si gela: la temperatura è di -7°C. Non va bene: subito a disagio, Venzi finisce nei bassifondi della classifica, chiudendo 35° in 2h09’28”. Il podio è tutto norvegese: vince Grottumsbraaten in 1h37’01” davanti a Hegge (1h39’01”) e Odegard (1h40’11”). I 32’ di distacco accusati da Venzi parlano chiaro. Tenta il riscatto il giorno seguente, nella prova di salto cui partecipano 38 atleti di 13 nazioni, di fronte a 8mila spettatori entusiasti. La gara consiste in due salti, con relativo punteggio che combina lo stile alla lunghezza. Venzi si difende e chiude 13°, con 15,750 punti. L’oro va al norvegese Andersen, con 19,208, davanti al connazionale Ruud (18,542) ed il cecoslovacco Burkert (17,937). Tutto sommato buona la prova di Venzi che risale anche nella classifica della combinata alla quale partecipano 35 atleti di 14 nazioni e che appunto combina i risultati della 18 km e del salto dove Venzi, tra i partecipanti alla combinata, risulta addirittura secondo.

Nella generale però non va oltre il 20° posto, complice la pessima gara di fondo. Oro, di nuovo, a Grottumsbraaten con 17,833 punti sui connazionali Vinjarengen (15,302) e Snersrud (15,021). Peccato per Venzi, incappato in una giornata-no nel fondo. Non si demoralizza e prosegue l’attività su buoni livelli. Il 25 marzo chiude la stagione con un bel successo nel salto ad Oropa. Si rivede in piena estate, il 21 luglio, nella “Staffetta dello Stelvio” dove giunge secondo con la squadra di Sondrio, assieme a Colturi e Compagnoni: vince la Guardia di Finanza. Si rivede il 13 gennaio 1929 quando chiude 5° una gara di salto a Pontresina, vinta dall’elvetico Zogg. Due giorni dopo, è a Davos, per i Giochi Invernali Svizzeri, importante manifestazione internazionale. Nella 18km rompe presto un attacco ed è costretto al ritiro. Il 17 gennaio chiude 8° nel salto vinto dallo svizzero Kaufmann ed il giorno seguente si piazza buon 5° in una prova di 6,5 km appannaggio del finnico Lappalainen. In piena forma, non salta un evento. Il 20 gennaio termina terzo la prova di salto a Claviere, preceduto dagli elvetici Zogg e Rubi. Zogg è il solo a superarlo il giorno seguente sul trampolino di Cesana. Il 27 gennaio Venzi vince la prova di salto a Roccaraso. Ai tricolori di Claviere del 3 febbraio è grandissimo protagonista: nel fondo cade e finisce 24°, ma stravince il salto (con un balzo a 43,50m) e riesce a guadagnare il titolo assoluto. Grande saltatore, certamente il miglior italiano del periodo, dovrebbe migliorare nel fondo per poter ambire a risultati significativi a livello internazionale. Coraggiosamente tenta l’avventura agli Europei di Zakopane, in Polonia, dove arriva dopo un viaggio estenuante, trovando temperature rigidissime, addirittura sempre sotto -10°C, cui non si abitua. Difatti va male, finendo sempre lontanissimo dai primi: nella generale della combinata, vinta dal finnico Jarvinen, Venzi chiude solo 32°. Appena rientrato in Italia, torna subito al successo: il 17 febbraio vince la “Coppa Franchetti”, gara di salto a Cortina. Sette giorni dopo, inaugura vittoriosamente il nuovo “Trampolino del Littorio” a Ponte di Legno, saltando ben 61m tra l’entusiasmo generale. Il 10 marzo chiude la stagione ad Oropa dove nel salto è battuto dallo svizzero Lauener.

Si rivede nel 1930: il 19 gennaio viene clamorosamente battuto a Roccaraso dove cade in due salti e chiude al terzo posto, superato dagli sconosciuti Soffietti e Pompanin. Subisce un’altra sconfitta ad Asiago il 9 febbraio quando a superarlo è Caneva. Trova il riscatto alla grande nei tricolori di Ponte di Legno, disputati a metà febbraio: vince il salto e lo slalom, ma nel fondo finisce lontano dai migliori. In un primo tempo i giudici lo proclamano vincitore della combinata e dunque del titolo italiano assoluto, ma una successiva revisione dei punteggi da parte della FISI consegna il successo a Zardini. Il 10 marzo, nella grande prova internazionale di Oropa, Venzi chiude secondo, battuto solo dal forte svizzero Kauffmann. Si rivede solo l’8 febbraio 1931 quando chiude al terzo posto la gara di salto dal trampolino di Maloja, a Bregaglia in Svizzera: lo precedono gli elvetici Badrutt e Maurer. Sette giorni dopo, batte tutti a Ponte di Legno. Si cimenta pure in discesa e con ottimi risultati: il 24 maggio vince difatti la “Gara del Gleno” che va dalla Bocchetta del Gleno el Rifugio Curò. Nel 1932, in difficoltà per problematiche varie (anche fisiche), dirada le sue apparizioni e non riesce ad essere selezionato per i Giochi di Lake Placid, ma non molla. Si ripresenta difatti ai tricolori di Cortina del 1933 ed il 19 febbraio sbaraglia la concorrenza, riconquistando il titolo italiano nel salto. Il 26 febbraio vincerebbe anche ad Asiago, dove salta più lungo di tutti (42 metri), ma cade all’atterraggio e finisce solo nono (si impone Bonomo). Venzi si rivede ai tricolori del 1934, disputati al Sestriere, ma non ha molta fortuna: il 3 marzo chiude 16° la discesa dove primeggia Lacedelli mentre il giorno seguente finisce quarto nella prova di salto dominata da Bonomo. È  evidente che ormai ha dato il meglio di sè. Il 6 marzo, sulle stesse nevi, termina 14° la prima prova della “Coppa Fisi” di discesa, vinta da Lacedelli. Il 18 marzo torna al salto, ma il piazzamento è mediocre: a Claviere finisce 16°, ben lontano dal vincitore, il norvegese Ruud. Il 5 aprile al Sestriere gareggia nella discesa valevole per la “Coppa Kandahar” dove chiude 15° (primeggia l’austriaco Nobl). Poi il suo nome scompare dalle cronache.


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