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ZARDINI Ernesto

Cortina d’Ampezzo 05.06.1908 / deceduto nel 1939

1932. Combinata Nordica. 12°

1932. Salto con gli sci. 14°

Si segnala già a 17 anni. Il 10 gennaio 1926 a Pontresina, in un’importante gara internazionale, salta 39,30 e chiude al 14° posto: vince il norvegese Carlsen che, oltre ad un ottimo stile, arriva a 64 m, misura assolutamente inavvicinabile per Zardini che però ha tempo per rifarsi. Il 16 febbraio a Cortina termina al secondo posto il “Campionato delle Tre Venezie”, alle spalle del padrone di casa Gaspari. Viene definito “ancora troppo acerbo e leggero[1]”. Il 21 febbraio arriva comunque terzo nei tricolori di Claviere, superato dal grande Faure e dall’altro enfant prodige Bernasconi. Cinque giorni dopo, è a Cortina dove è prevista un’importante gara di salto, alla presenza del principe Umberto: Zardini chiude ottimo secondo, di nuovo battuto dall’inarrivabile Faure. Il 21 marzo è la sua prima grande giornata: a San Martino di Castrozza vince il “Campionato delle Dolomiti” di salto. Nel 1927 si conferma a sprazzi. Il 30 gennaio è secondo nel “Campionato delle Tre Venezie” a Cortina, battuto da Pompanin che lo supera anche nella susseguente “Coppa Franchetti”, vinta però da Zampatti, con Zardini sul gradino più basso del podio. Il 6 febbraio a Cortina, in una gara di respiro internazionale, sbaglia nettamente un salto e finisce solo 31° (vince lo svedese Ledman). Sette giorni dopo, si riscatta e vince ad Oropa, dopo un duello sul filo dei decimi di punto con Zampatti. Il 2 marzo finisce terzo nei tricolori di salto a Ponte di Legno, superato dal sorprendente Patterlini che batte anche il grande Faure. Gareggia anche nel fondo, ma senza brillare. Il 21 marzo si piazza decimo in un’anomala gara di discesa, dal Passo Rolle a S. Martino, vinta da Massari. Il 1928 è annata olimpica e Zardini giustamente punta ai Giochi. Il 1° febbraio chiude al terzo posto la 18 km dei tricolori a Cortina, preceduto dai gardenesi Demetz e Gluck. Favorito per la combinata, è sfortunato nella prova di salto dove rompe uno sci, finendo solo settimo e perdendo ogni possibilità per la classifica generale. Viene così escluso dalla lista dei Giochi per St. Moritz dove probabilmente meritava un posto. Riprova col fondo. Il 5 febbraio chiude al quarto posto la 30km del “Campionato alto-atesino”, preceduto nell’ordine da Senoner, Volcan e Vuerich. Sette giorni dopo, ad Ortisei vince la staffetta disputata intorno al Sella, con la squadra della Guardia di Finanza cui difatti appartiene. Il 2 aprile chiude la stagione col quinto posto nel “Campionato delle Dolomiti”, su 19 km, vinto da Tavernaro. Si rivede in piena estate, il 21 luglio, nella “Staffetta dello Stelvio” che si aggiudica con la squadra della Guardia di Finanza, assieme a Marich e Dezulian.

Torna a buoni livelli il 27 gennaio 1929 quando a Cortina vince il “Campionato di salto delle Tre Venezie”. Il 3 febbraio partecipa ai tricolori di Claviere, ma finisce lontano: 15° nella 16km (vince Bacher) e 6° nel salto (primeggia Venzi). Sette giorni dopo, è nella squadra dei finanzieri di Predazzo che si impone nel “Trofeo Campari” a Ponte di Legno. Con lui Andrea ed Elia Vuerich. In piena estate, il 30 giugno, si ripresenta alla “Staffetta dello Stelvio”: inserito nella “squadra B” dei finanzieri, termina terzo, assieme a E. Vuerich e De Andreis, alle spalle della “squadra A” della Finanza e della compagine di Bormio. Il 2 febbraio 1930 è buon protagonista a Bardonecchia: chiude 8° la 18km vinta da Elia Vuerich e 2° nel salto appannaggio di Soffietti. Sette giorni dopo, è a Ponte di Legno dove con la Guardia di Finanza si aggiudica il “Trofeo Campari” a squadre[2]. Il 14 febbraio chiude all’11° posto la prova tricolore di fondo, disputata su 17 km a Ponte di Legno e vinta da Dezulian. Nel salto termina quinto e nella classifica assoluta tricolore di combinata in un primo momento viene classificato secondo, alle spalle di Venzi, migliore di lui nel salto. Successive verifiche nel conteggio dei punteggi da parte della FIS ribaltano il verdetto e consegnano a Zardini il titolo italiano assoluto. Rimane a Ponte di Legno dove il 16 febbraio termina 8° il “Trofeo Branca” vinto dall’elvetico Badrutt, con un salto record a 75m. Il 10 marzo nella grande gara internazionale di Oropa finisce quinto nel salto (vince l’elvetico Kauffmann). Nel 1931 si mantiene tra i migliori. Il 18 gennaio vince la “Coppa Thun”, gara di salto a Monguelfo. Il 15 febbraio finisce terzo la gara internazionale di Cortina, superato dai cechi Holubec e Kolarik. Tra il 10 e 12 marzo gareggia a Cortina nei tricolori, ma non va molto bene, complice anche un infortunio ad una caviglia: chiude solo 54° la gara di fondo sui 18 km e nel salto non recupera, finendo lontano dai primi (vince Tavernaro). Il CT della Nazionale, il norvegese Peder Kjellberg, lo convoca comunque nel primo ritiro preolimpico, organizzato intorno alla metà di marzo a Claviere e poi al Passo Rolle per il fondo. Si rivede in estate, nell’ormai tradizionale “Staffetta dello Stelvio”, disputata il 28 giugno: vi giunge terzo, con la “squadra I” della Guardia di Finanza. Con lui Volcan ed Elia Vuerich. Il CT Kjellberg lo tiene comunque in grande considerazione e lo convoca anche per il successivo stage azzurro, tenuto ad ottobre e novembre al Passo dello Stelvio: la maglia azzurra per i Giochi non sembra una chimera. Difatti Zardini è presente anche al collegiale definitivo, in cui verrà scelta la Nazionale, tenuto a dicembre in un isolato albergo in Val Lunga, nei pressi di Selva di Val Gardena. Qui viene tracciata, con l’aiuto in prima persona del CT Kjellberg, un’apposita pista di una ventina di km in cui gli azzurri vengono ripetutamente testati.

Alla fine Zardini è inserito nella lista per Lake Placid anche se non gareggerà nel fondo in senso stretto. Arrivare in America non è a quel tempo uno scherzo. Imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano” l’8 gennaio a Genova, dopo uno sbarco tecnico a Napoli con grandi festeggiamenti, gli azzurri hanno attraversato lo Stretto di Gibilterra per sbarcare a New York undici giorni dopo. Un giorno di riposo e poi un altro lungo trasferimento, stavolta in treno, verso Lake Placid, a Nord, non lontano dal confine canadese. Hanno dunque avuto modo di acclimatarsi anche se non si fanno molte illusioni. Zardini esordisce il 10 febbraio nella 18 km relativa alla combinata nordica cui partecipano 33 atleti di 10 nazioni. Questa disciplina è, da sempre, appannaggio degli scandinavi ed anche stavolta questa regola è rispettata. I norvegesi dominano la prova di fondo: primo Grottumsbraaten e secondo Stenen. I nostri si difendono, ma terminano lontani: Zardini chiude 20°, a 16’05” dal vincitore. Le cose vanno meglio, ma non troppo, nella gara di salto del giorno seguente: si impone lo svizzero Kauffmann con 223,2 punti e Zardini termina 13°, primo degli azzurri, con 198,7. Fatti i conti, per semplice addizione dei punteggi ottenuti nelle due prove, i formidabili norvegesi occupano le prime quattro posizioni: l’oro va a Grottumsbraaten (6° nel salto) con 446,00 punti totali, argento a Stenen (436,05) e bronzo a Vinjarengen (434,60). Zardini finisce 12°, migliore dei nostri, con 362,20: prestazione comunque più che sufficiente. Ha lottato coi più forti al mondo, non sfigurando completamente. Ci riprova il 12 febbraio nel salto cui prendono parte 34 atleti di 10 nazioni. Altro assoluto trionfo norvegese: primo Ruud, con 228,1 punti, secondo Beck (227) e terzo Walberg (219,5). Zardini è di nuovo il migliore degli azzurri: 14° con 196,7 punti. I 23 punti di distacco dal bronzo parlano chiaro, però anche stavolta la prestazione è sufficiente: il livello dei nostri è questo. Appena rientrato in Italia, il 6 marzo partecipa alla gara internazionale di salto ad Oropa: nella prima prova esegue un buon salto, finisce lontano ma in fase di atterraggio non riesce a rimanere in piedi, urta la testa sulla neve e rimane stordito per qualche minuto. Si teme il peggio, ma alla fine si rialza anche se la sua gara finisce lì. Ci riprova il 20 marzo a Claviere, ma la qualità degli avversari (molti scandinavi e svizzeri) è molto alta e Zardini chiude solo 14°. Si rivede, nel fondo, solo il 26 giugno nella tradizionale “Staffetta dello Stelvio” dove, con la squadra della Guardia di Finanza, chiude al secondo posto, assieme a Dezulian ed A. Vuerich: vince l’altra squadra dei finanzieri. Nel 1933 è ancora sulla breccia. Il 22 gennaio chiude al terzo posto sia il campionato veneto di salto che il “Campionato delle Tre Venezie”, assegnato con la combinata nordica, vinti rispettivamente da Dallago e Menardi. Convocato di nuovo in Nazionale dal CT Kjellberg, segue il ritiro collegiale a Dobbiaco, per poi presentarsi ai Mondiali di Innsbruck dove però delude: nella combinata nordica chiude 22° dopo essere stato disastroso nel fondo (62°). La prova è vinta dallo svedese Erikson. Cerca il riscatto nella gara di salto, ma cade nella seconda prova e finisce 50°, comunque primo degli azzurri (vince lo svizzero Reymond). Negli anni seguenti non ottiene più vittorie rilevanti.


[1] In quel tempo infatti si pensava che un maggior peso favorisse i saltatori. Oggi, da tempo, sappiamo che non è così: più si è leggeri, più si “galleggia” nell’aria e si può dunque andare più lontano

[2] Con lui gareggiano Volcan, E. Vuerich ed Andrei


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