Progetto "FAMI", al via il corso nazionale per la diffusione dello sport a favore dei giovani migranti

CONI-MINISTERO INTERNO

BX3I7046ok crLo sport come strumento di inclusione e di integrazione dei giovani migranti nel nostro territorio. CONI e Ministero dell’Interno fanno squadra per sviluppare il progetto di “diffusione, pratica e implementazione di attività sportive a favore di minori stranieri ospiti del sistema di accoglienza nazionale”, inserito nell’ambito del Programma Nazionale del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) 2014-2020. Ai ragazzi sarà infatti garantita la possibilità di svolgere la pratica motoria presso le società del territorio, insieme ai coetanei italiani e sotto la guida di tecnici qualificati formati dal CONI. Il primo step progettuale è previsto in cinque regioni pilota (Emilia Romagna, Lazio, Marche, Sicilia e Toscana), con il coinvolgimento di 750 ragazzi partecipanti (su 3800, obiettivo complessivo del progetto nel triennio di durata).

 

La presentazione di questa prima fase è iniziata oggi – e proseguirà anche nella giornata di domani - presso la Scuola dello Sport, con un’attività destinata agli esperti regionali che avranno il compito di formare i tecnici/educatori delle società protagoniste del Progetto nelle rispettive regioni. Il progetto è stato illustrato dal Prefetto Rosetta Scotto Lavina, Direttore della Direzione Centrale per le politiche dell’Immigrazione del Ministero dell’Interno, e da Cecilia D’Angelo, Responsabile della Direzione Territorio e Promozione del CONI, mentre i lavori sono stati aperti dal saluto del Segretario Generale del CONI, Roberto Fabbricini. “Ricordo quando nacque questa iniziativa che venne subito sposata dal Presidente Malagò, sempre sensibile a certe tematiche. È un progetto di grande civiltà che va inquadrato nel tessuto sociale del momento. Il CONI – anche se ha altre finalità istituzionali - si sente partecipe di certi problemi. Complimenti a Cecilia D’Angelo e alla sua struttura per aver concretizzato l’obiettivo insieme alla struttura del Ministero dell’Interno diretta dal Prefetto Rosetta Scotto Lavina, che ringrazio. Questi giovani lasciano le loro radici per cercare un futuro migliore. Il progetto ci vede fortemente impegnati con le strutture territoriali perché siamo davanti a una sfida importante che vogliamo vincere. Siamo tutti cittadini del mondo”.

 

Il Prefetto Rosetta Scotto Lavinia ha esaltato il significato del “FAMI”. “E’ un progetto voluto fortissimamente perché lo sport è lo strumento migliore per favorire l'integrazione. Grazie al CONI che ha accolto subito questa iniziativa nell’ambito di un progetto europeo. Il tema è di un rilievo assoluto perché nel 2016 sono arrivati nel nostro Paese oltre 25 mila minori non accompagnati. Sono vulnerabili e chiedono attenzione. Li sosterremo sperando di vederli presto giocare e crescere insieme ai nostri ragazzi". I direttori scientifici delle Scuole Regionali dello Sport e i Presidenti e i Segretari dei Comitati Regionali CONI seguiranno la formazione e coordineranno il progetto sul territorio.

 

I contenuti del programma di formazione nazionale si articolano in 10 ore complessive, suddivisi in sessioni specifiche: l’Asilo nel Mondo e in Italia, a cura di Andrea Pecoraro. Minori stranieri non accompagnati in Italia: quadro giuridico e questioni problematiche, tema trattato da Mattia Ventura. Racconto di un’esperienza vissuta: “Città dei Ragazzi”, da parte di Francesco Ferraro.

 

Domani l’approfondimento verterà su “Rapporto e conoscenza nel gruppo per ritrovare l’uguaglianza nella diversità, salvare gli affetti e la sensibilità del corpo”, a cura di Barbara Pelletti. “Processi comunicativi e relazioni interculturali applicati ai contesti di comunità sportive”, grazie ad Antonella De Renzis e Isabella Tozza. Sono previste attività di gruppo e laboratori per creare un collegamento diretto tra teoria e prassi, con un immediato coinvolgimento delle figure da formare destinato a garantire un approfondimento “consapevole” di diverse tematiche attraverso percorsi d’azione da intraprendere.  (Foto Pagliaricci-GMT)