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Scende in campo la prima atleta azzurra: è la tennista Rosetta Gagliardi

100 anni fa i Giochi Olimpici ad Anversa
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Il 14 agosto del 1920, al Kielstadion di Anversa, nel corso della cerimonia di apertura dei Giochi della VII Olimpiade, Nedo Nadi non fu il solo portabandiera italiano. Quasi al suo passo, con andatura orgogliosa, c’era una donna, che reggeva con entrambe le mani un gagliardetto. Quella donna, di bianco vestita, in un abito con balze ricamate e cappellino a casco di colore scuro, era Rosetta Gagliardi, la prima atleta italiana a partecipare ai Giochi Olimpici.

Due giorni dopo, la 25enne tennista milanese, avrebbe fatto il suo esordio nel singolare femminile, scrivendo così una pagina indelebile per lo sport in rosa. Quella prima volta, però, poteva accadere già otto anni prima a Stoccolma. Nella prima batteria di qualificazione della gara di tuffi, in programma il 13 luglio 1912, era iscritta anche l’italiana Elda Famà, che invece non prese parte alle gare. La questione delle quote rosa, fu posta ufficialmente nella sessione del CIO del 1910, in cui si decise, all’unanimità, di implementare la presenza femminile ai Giochi, a patto che le donne potessero gareggiare secondo le loro capacità.

Ad Anversa furono 77 le atlete in gara, in rappresentanza di quattordici paesi. Gran Bretagna con 16, Stati Uniti con 14 e Svizzera con 13, le rappresentative con il maggior numero di partecipanti. Nel nuoto, una delle protagoniste, fu indubbiamente la statunitense Elda Bleibtrey, oro nei 100, 400 e 4x100 mt. stile libero, allenata dall’emigrato italiano Luigi De Breda Handley.

La Gagliardi era una sportiva eclettica. Iniziò con il pattinaggio a rotelle, all’età di 11 anni, aggiudicandosi sei titoli italiani; ma praticò anche il nuoto, la scherma e il pattinaggio artistico. La passione per sport nacque tra le mura domestiche. Il padre, medico, era dirigente del Veloce Club Milano, da cui iniziò a muovere i primi passi, prima di formarsi al Tennis Club Milano. Nel 1919 e nel 1920 si aggiudicò il titolo italiano nel singolare femminile, ma soprattutto, in quegli anni, ebbe la forza e il coraggio di praticare uno sport decisamente declinato al maschile, dove non era facile emergere. Giocò prevalentemente in Italia, viste la difficoltà a disputare tornei internazionali, ma ebbe la grande occasione di partecipare ai Giochi.

Nel corso della spedizione olimpica, i tennisti alloggiarono in hotel, a differenza del resto della squadra che soggiornò in una scuola in Avenue de Belgique. Il conte Alberto Bonacossa, tra i partecipanti a quell’Olimpiade, fondatore del TC Milano, ma soprattutto suo amico, ebbe delle parole dolcissime per la tennista azzurra: “E’ stato l’idolo della colonia italiana, ha stupito tutti per il suo gioco energico, per la difesa ad oltranza, per la capacità prodigiosa nei movimenti, per la grande tecnica di gara”. Una grinta, che in quell’indimenticabile 16 agosto del 1920, al Beertodt LTC, seppe mettere in campo superando al primo turno la svedese Margareta Lindberg.

Nel turno successivo, di contro, si arrese alla fortissima britannica Kitty McKane, che poi conquistò il bronzo, oltre all’oro in doppio e l’argento nel misto. Il titolo olimpico fu ad appannaggio della divina Suzanne Langlen, che con un secco 6-3 6-0 sconfisse la britannica Dorothy Holman. La Gagliardi, il 20 agosto, giocò anche il torneo di doppio misto, in coppia con Cesare Colombo, arrendendosi in due soli set ai padroni di casa Stéphane Halot e Marie Storms.

Nel 1924 partecipò ai Giochi Olimpici di Parigi, per poi appendere momentaneamente la racchetta al chiodo tre anni dopo, a seguito della nascita del figlio Johnny. La sua grande esperienza di campo le permise di conquistare, negli anni successivi, altri titoli italiani, oltre a quello nel doppio agli Internazionali d’Italia del 1931 in coppia con Anna Luzzatti. Ma per lo sport italiano, resterà per sempre quella donna dall’andatura orgogliosa che sfilò per la prima volta ad un’Olimpiade. Quel flashback è diventato storia.

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