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Presentati il piano quadriennale CONI e il rapporto Censis sul valore sociale delle sue funzioni. La ricerca: l'attività istituzionale vale 85 milioni l’anno

AL SALONE D'ONORE
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Il Salone d’Onore del Foro Italico, a Roma, ha ospitato la presentazione alla stampa e agli Organismi Sportivi del “Piano Operativo quadriennale del CONI” e l’illustrazione al pubblico del rapporto del Censis intitolato “Il valore sociale delle funzioni istituzionali del CONI” (foto Ferdinando Mezzelani GMT-CONI).

Il primo a prendere la parola è stato il Presidente del CONI Luciano Buonfiglio: “Desidero innanzitutto salutare e ringraziare il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, e il Capo di Gabinetto del Ministro per lo Sport e i Giovani, Sabrina Bono. Rivolgo inoltre un pensiero ai Presidenti che mi hanno preceduto alla guida del CONI: Giovanni Malagò, Gianni Petrucci, Mario Pescante e Franco Carraro. Da loro ho raccolto un testimone importante, fatto di storia, di responsabilità e di risultati che hanno segnato il cammino dello sport italiano. Sei mesi fa non sapevo ancora se avrei avuto la fiducia di tutte le componenti del nostro movimento e non sapevo con certezza se avrei avuto l’onore di diventare Presidente del CONI. A sei mesi di distanza sento con ancora maggiore consapevolezza il valore della responsabilità che mi avete affidato e la forza della scelta che abbiamo compiuto insieme. In questo periodo ho compreso in maniera più profonda cosa rappresenta il CONI. Il CONI è un’istituzione pubblica regolamentata, cui l’ordinamento affida compiti di indirizzo, coordinamento e regolazione dell’attività sportiva nazionale. È un Ente che opera nell’interesse generale, garantendo un quadro unitario di regole, valori e principi all’interno del quale il sistema sportivo italiano può svilupparsi in modo ordinato, inclusivo e coerente. Oggi, qui nel Salone d’Onore, sono presenti amici e colleghi in rappresentanza di una rete straordinaria, fatta da circa 16 milioni di tesserati e 112.000 realtà associative, diffuse su tutto il territorio nazionale. Il CONI è la confederazione delle Federazioni, ma prima di tutto è una comunità. Questa dimensione rende evidente come la forza del CONI non risieda in una funzione verticistica, ma nella capacità di tenere insieme un sistema complesso, valorizzandone le autonomie e assicurando al tempo stesso uniformità di regole, pari diritti e pari opportunità su tutto il territorio nazionale. Nello sport sappiamo che il risultato è sempre il frutto di un lavoro collettivo. Allo stesso modo, la nostra architettura istituzionale si fonda sulla collaborazione tra tutte le sue componenti: ciascuna Federazione Sportiva Nazionale, ciascuna Disciplina Sportiva Associata e ciascun Ente di Promozione Sportiva contribuisce, con la propria storia e le proprie competenze, alla costruzione di un patrimonio comune che rende il movimento sportivo italiano un'eccellenza. All’interno dei suoi confini, ogni organismo sportivo trova una chiara conformazione giuridica. È da questa armonia tra autonomia e coordinamento, tra pluralità e unità, che nasce la solidità del modello sportivo italiano. Un modello che oggi è chiamato a confrontarsi con alcune sfide strutturali del Paese, che non riguardano soltanto lo sport ma l’intero sistema sociale. Penso, in particolare, alla denatalità, che incide direttamente sulla base della pratica sportiva e sulla capacità di coinvolgere le giovani generazioni; alla progressiva riduzione della presenza dello sport nel sistema scolastico; e alla carenza e obsolescenza degli impianti sportivi, soprattutto nei territori più fragili. Sono sfide che richiedono una visione di lungo periodo e un’azione coordinata tra istituzioni, sistema sportivo e comunità locali. Sono sfide che vogliamo affrontare per trasformare i valori dello sport in un patrimonio condiviso per l’intera nazione e, diciamolo con chiarezza, anche in medaglie. Un patrimonio capace di generare benessere, coesione sociale e opportunità di crescita per il Paese”.

E poi: “Con questa consapevolezza oggi presentiamo il percorso strategico che abbiamo costruito in questi mesi, in base anche al contributo di idee che ci avete dato, e che intendiamo sviluppare insieme, nel pieno rispetto della missione pubblica e della responsabilità istituzionale del CONI. Come metodo, ho chiesto una cosa molto semplice: partire dai fatti. Per questo il Segretario Generale ha commissionato uno studio al Censis, che oggi sarà presentato dal dottor Giorgio De Rita. Lo studio conferma, in modo scientifico, ciò che viviamo ogni giorno: lo sport, attraverso il sistema regolato dal CONI, non è solo competizione, bensì una leva sociale, educativa ed economica di grande rilievo. Da atleta, da ex presidente di Federazione e da dirigente che ha vissuto lo sport dall’interno, so bene che il percorso dal vivaio al podio olimpico è il risultato di un ecosistema complesso, fatto di regole, valori e strutture solide. Il CONI è l’architrave di questo sistema e il Censis lo conferma chiaramente. Per il 91,7% degli italiani lo sport deve essere senza discriminazioni. Per l’88% è necessario potenziare l’offerta scolastica e infrastrutturale. Per l’81,3% va garantito un sostegno economico agli atleti di talento. La ricerca evidenzia anche un altro dato fondamentale: il ruolo del CONI nella gestione e nella regolazione dello sport su tutto il territorio nazionale, in modo egualitario, da nord a sud. È la dimostrazione della nostra natura: un ente statutariamente a base territoriale. Non parliamo solo di percezioni, ma di evidenze. L’89% degli italiani ritiene che il medagliere olimpico accresca il prestigio dell’Italia nel mondo. A Parigi abbiamo conquistato 40 medaglie: 12 ori, 13 argenti e 15 bronzi, un risultato che ci ha confermato nella top ten mondiale. È stata l’Olimpiade con il maggior numero di ori femminili della nostra storia e, insieme a Tokyo, rappresenta un picco assoluto di risultati. Ma dietro ogni medaglia ci sono il talento, il sacrificio e la tenacia delle nostre atlete e dei nostri atleti. Sono loro i veri interpreti dei valori olimpici, modelli per i giovani e ambasciatori dell’Italia nel mondo. La loro eccellenza non è casuale. Nasce dal lavoro delle Federazioni, dai tecnici, dai centri di preparazione, dalla ricerca scientifica, dalla medicina dello sport, dalla formazione e dalla governance che il CONI coordina a livello nazionale. Posso assicurarvi che i successi di Parigi non sono un punto di arrivo, bensì uno stimolo a guardare a Los Angeles 2028 con la responsabilità di consegnare alle nuove generazioni un sistema sportivo ancora più inclusivo, sostenibile e competitivo, capace di essere riferimento in Italia, in Europa e nel mondo. Su queste basi è stato costruito, attraverso il Segretario Generale, un piano operativo che sarà presentato da Carlo Mornati e che si articola in quattro direttrici. La prima è la preparazione olimpica: investire nei Centri di Preparazione, nella medicina e nella scienza dello sport, nelle tecnologie e nei metodi per le performance di vertice. Nel 2024 abbiamo registrato oltre 104.000 presenze nei centri olimpici e oltre 94.000 prestazioni sanitarie, un patrimonio che va consolidato. La seconda direttrice riguarda la formazione della classe dirigente tecnica e manageriale: allenatori, tecnici e manager. Occorre aggiornare le competenze per affrontare le nuove sfide di un contesto sempre più digitale e il tema della sostenibilità. La terza direttrice è la sostenibilità e l’ESG (Environmental, Social, Governance/Ambientale, Sociale e Governance) un tema che sento particolarmente mio. Vogliamo integrare ambiente, società e governance in ogni progetto, dagli impianti efficienti agli eventi sostenibili, dall’inclusione alla trasparenza gestionale. Il 79% degli italiani riconosce che lo sport organizzato diffonde valori contro la violenza e le discriminazioni: è una responsabilità che dobbiamo rafforzare. La quarta direttrice, centrale per il nostro impegno, riguarda i valori olimpici. I cinque cerchi non sono solo un simbolo: sono una responsabilità. Vogliamo tradurre l’olimpismo in prassi quotidiana, dentro e fuori i campi di gara, per generare un impatto duraturo sulla società. In questo percorso, la valorizzazione del brand insieme ai nostri partner, che ringrazio, rappresenta una leva fondamentale per sostenere il movimento. La realizzazione di questo piano è un impegno personale che assumo insieme a tutti i colleghi del CONI, al servizio di una comunità della quale voi siete parte essenziale. Con trasparenza abbiamo detto una cosa chiara: per realizzare pienamente il piano servono risorse strutturali, ma serve soprattutto costruirlo insieme. Il Censis evidenzia la necessità di un adeguamento delle risorse in relazione alla complessità delle funzioni svolte e al confronto con altri enti regolatori. Garantire risorse al CONI significa sostenere un ente pubblico che genera valore economico e sociale e significa consentire la partecipazione dell’Italia ai Giochi Olimpici. Con la stessa attenzione che ho sempre avuto, da atleta e da dirigente, per ogni risorsa pubblica e privata, ho chiesto che il piano preveda indicatori chiari e momenti di rendicontazione periodica. Concludo ricordando le parole di Giulio Onesti: ‘Lo sport non è solo un fine, ma un mezzo per formare la persona e insegnare i valori della convivenza civile’. Questo piano è un patto intergenerazionale. Perché il successo non è mai del singolo, non è mai di una sola squadra: è il frutto di un’intera comunità. Una comunità che guarda avanti con fiducia, che ama il proprio Paese e che investe sul suo futuro. Il CONI è la casa comune dello sport italiano. Custodirla, rafforzarla e farla crescere significa investire nel futuro sportivo, civile e sociale del Paese. È questa la responsabilità che ci assumiamo, insieme”.

A questo punto è intervenuta la Cons. Sabrina Bono, Capo di Gabinetto Ministro per lo sport e i giovani: “Siamo felici di sottolineare l'importanza di questa iniziativa. Il Ministro Abodi, di cui vi porto i saluti, ricorda spesso che il CONI non è solo una cassaforte di medaglie, per quanto ciò rappresenti un aspetto fondamentale, ma è, e deve essere, un presidio di educazione, di formazione, di divulgazione di valori importanti. Il CONI si sta facendo interprete del riconoscimento sostanziale dello sport in Costituzione, come infrastruttura portante della nostra società. Questo Governo sta investendo molto sullo sport sociale, perché strumento di inclusione e di coesione, per realizzare un nuovo modello italiano di pensarlo. Da un lato c'è quello che sta avvenendo a livello di risultati, dall’altro gli investimenti per favorire lo sport per tutti e quello nei territori più fragili e più difficili. Questo stiamo tentando di farlo attraverso una visione sistemica, che ci consente di allargare la base e di divulgare quel linguaggio universale che è, e deve diventare, lo sport”.

Viviamo un’era particolare, un’era di grandi difficoltà – ha spiegato il Dott. Giorgio De Rita, Segretario Censis. Un’era di guerre, contrapposizioni, prove di forza che pesano sulla società, sull’economia, sulle famiglie. La crisi demografica pesa, la crescita economica si è fermata. Il nostro Paese stenta, fa fatica. Però gli italiani reagiscono meglio di altri Paesi e resistono, poggiati su due leve: sul benessere dato dal buon vivere quotidiano e sulla volontà di investire sul futuro dei figli. E lo sport è il vero investimento per il futuro dei nostri ragazzi. Da questo parte la nostra ricerca. L’obiettivo della ricerca è analizzare e valutare il valore sociale delle attività istituzionali del CONI e al tempo stesso valutare il valore economico di questo insieme di attività. Ovviamente il valore economico può essere soltanto una stima di massima andando ad analizzare le diverse attività, spacchettandole e provando a vedere qual è l’impegno di risorse economiche necessario per il loro sviluppo. Il risultato che emerge è che il valore economico delle attività istituzionali garantite dal CONI è prossimo agli 85 milioni di euro all’anno. Se confrontiamo questo risultato con il costo sostenuto per la regolazione della disciplina di altri sistemi economici come assicurazioni, attività di comunicazione, trasparenza degli appalti della pubblica amministrazione e settore dell’energia e dell’acqua, vediamo come questo valore economico, all’incirca, è intorno a quella cifra, tra gli 80 e i 100 milioni di euro. Il secondo elemento è che questa cifra naturalmente deve essere rimodulata nel tempo, tanto è vero che se andiamo a vedere il costo sostenuto dai soggetti vigilati e regolati è cresciuto in misura diversa nei quattro ambiti di una cifra che varia dal +20% al +64%, quindi significa in parte la valutazione economica e in parte il meccanismo di rivalutazione nel tempo, tenendo conto che le attività di regolazione non vanno soltanto con l’inflazione o con il deflatore pubblico ma vanno con un ampliamento del quadro di responsabilità e di impegno che è il regolatore, in questo caso il regolatore del sistema sportivo, ma come il regolatore di altri sistemi è costretto a sostenere”.

Dopodiché l’On. Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha dichiarato: “Il Censis solitamente fa indagini sociologiche e inquadra sensazioni collettive che non sono codificate. Questa fotografia del CONI è in realtà l’immagine della dimensione sportiva. Voglio ricordare anche che il CONI rappresenta le Nazionali, l’espressione identitaria, collettiva della comunità. Ed è vero che esercita il richiamo alle regole e, non è banale ai fini sociali, il sapersi uniformare alle regole. Ricordo nitidamente una cosa che mi insegnò mio padre quando giocavo a calcio da bambino: alla fine devi sempre salutare l’arbitro. Torno al dato economico del movimento, senza dimenticare anche l’incidenza del volontariato, che ha ricaduta importante. Per quanto riguarda l’aspetto economico la Riforma dello sport ha tenuto conto di calare una normativa speciale in questa dimensione particolare, anche sotto il profilo economico. L’articolo che norma l’aspetto del finanziamento è un meccanismo che cerca di correlare la dimensione economica dei codici ATECO che generano gettito, ribaltando il 32% del gettito al sistema. Quella torta non è insignificante, è uno stanziamento ragionato. Da quel giorno lo sport ha ottenuto sempre più risorse e tutti gli attori in campo reclamano maggiore attenzione. Quell’articolo è un algoritmo elementare fatto in modo semplice che riflette la ricaduta rispetto alla dimensione sociale delle attività sportive. Le risorse sono significative e, al netto delle risorse impiegate in vista degli eventi come quelle destinate ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026, sono sicuro che gli effetti saranno ancora più apprezzabili nei prossimi anni”.

Giornata Censis dentro

In chiusura il Dott. Carlo Mornati, Segretario Generale del CONI, ha illustrato il Piano Operativo quadriennale del CONI.

Il piano operativo 2025-2028 dell’Ente si fonda su 4 pilastri, costituiti dalla Preparazione Olimpica, dalla Formazione Olimpica, dalla sostenibilità e dell’impatto sociale, oltre che dai valori olimpici e dallo sviluppo del brand. L’obiettivo è sostenere lo sviluppo dello sport di alto livello, rappresentando il Paese ai Giochi Olimpici e alle competizioni multidisciplinari patrocinate dal CIO, esercitando un diritto esclusivo, nonché incoraggiare e sostenere misure relative alla cura medica e alla salute degli atleti. L’Italia è tra le prime dieci nazioni negli ultimi 30 anni, per numero di ori e di medaglie. Si attesta al settimo posto assoluto, il 6° tra i Comitati Olimpici attualmente esistenti, con 799 medaglie complessive conquistate ai Giochi Olimpici Estivi e Invernali. È al 7° posto assoluto con 57 medaglie conquistate nelle ultime 2 edizioni olimpiche, quelle di Pechino 2022 e di Parigi 2024. I risultati testimoniano una crescita significativa: dal 2016 c’è stato un incremento della competitività pari al 65%, in base ai piazzamenti ottenuti nelle competizioni e negli eventi del programma olimpico: siamo al quarto posto globale nell’indice olimpico redatto da Gracenote Sport, dietro a Stati Uniti, Cina e Germania e davanti a Francia, Giappone e Canada. Dal 2022 l’Italia ha primeggiato ai Giochi del Mediterraneo di Orano, rispettivamente agli EYOF 2022 di Vuokatti (primi per numero di podi), di Banska Bystrica 2022, del Friuli Venezia Giulia (primi per numeri di medaglie), di Maribor 2023, di Bakuriani 2025 e di Skopje 2024, nonché agli YOG di Gangwon 2024 con 18 podi. Questi successi sono arrivati nonostante il preoccupante dato legato al calo demografico, che ha fatto registrare un -31% nella fascia di interesse olimpico (20-34 anni) dal 1996, con -4,2 milioni tra il 1992 e il 2024. Tra il 20213 e il 2025 1064 atleti sono stati destinatari del contributo del club olimpico, con un impegno di spesa che fa registrare +5,7% milioni per il 2025. Il CONI ha corrisposto 10 milioni di premi per le medaglie ottenute a Parigi 2024. I Centri di Preparazione Olimpico, dal 2017, hanno realizzato oltre 100 mila presenze all’anno: dal 2012 al 2024 oltre 1,1 milione: dal 2013 al 2024 sono stati sostenuti 26 milioni di investimento per il Giulio Onesti dell’Acqua Acetosa, 2 milioni per il Bruno Zauli di Formia, 3 milioni per Tirrenia.

L’Istituto di Medicina dello Sport, nel periodo 2023-2024, ha effettuato più di 190 mila prestazioni sanitarie e ha assistito mille atleti probabili olimpici. L’Istituto di Scienza dello Sport, dal 2019 al 2024, ha sviluppato progetti per oltre 30 Federazioni in 48 discipline sportive, con mille interventi effettuati ogni anno e mille atleti monitorati. Sono stati assistiti 14 medagliati ai Giochi di Pechino 2022 e 55 di Parigi 2024. La ricerca del Censis fa emergere che per l’89% l’attività portata avanti dall’ecosistema della Preparazione Olimpica è importante per l’immagine dell’Italia nel mondo essere tra i Paesi di maggiore successo ai Giochi Olimpici, per l’87,4% i successi internazionali fanno lievitare le voglia di fare sport. L’81% è convinto che sia necessario garantire sostegno economico agli atleti per farli allenare e partecipare alle competizioni, il 71,4% lo ritiene una risorsa fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del Paese. L’obiettivo si rintraccia nella volontà di consolidare l’ecosistema della preparazione olimpica a supporto dei risultati della delegazione che rappresenterà l’Italia a Los Angeles 2028.  Nel prossimo quadriennio sono previsti 10,5 milioni di investimenti nel CPO di Roma, 13,5 milioni in quello di Formia e 8 milioni per il Centro di Tirrenia. Sono programmati anche interventi di potenziamento e di ampliamento delle strutture, sia a livello di personale e di tecnologie, sia a livello di ricerca e di sviluppo. La Formazione Olimpica, attraverso il corso di Management Olimpico, ha coinvolto 210 partecipanti, mentre la Formazione Tecnica 1050 protagonisti del nostro mondo. Lo sport organizzato si afferma con una vera comunità educativa e di coesione sociale, con l’85% degli italiani che lo considera un efficace veicolo formativo, mentre l’88% riconosce che la pratica sportiva migliora la qualità della vita e oltre il 90% ritiene aiuti i giovani a conoscere i propri limiti e potenzialità. Il CONI è anche impegnato per promuovere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, recependo i dettami dell’Agenda 2020+5 del CIO e sostenendo un modello di governance trasparente e partecipativo. In base allo Statuto agisce contro ogni forma di violenza e di discriminazione. Sono stati realizzati interventi di efficientamento nei Centri di Preparazione Olimpica, mentre a Casa Italia di Parigi 2024 – attraverso il protocollo sottoscritto con il MASE - è stato ridotto l’uso di plastica e utilizzati materiali eco-compatibili. Organizzati oltre 500 eventi su inclusione e sostenibilità ed è cresciuta l’attività territoriale, attraverso il Trofeo CONI, l’Educamp e i Centri CONI. Il valore della produzione si è attestato al +33% rispetto ai contributi pubblici ed è stata assicurata l’inclusione di genere negli organismi direttivi.

Lo sviluppo del brand CONI è stato assicurato grazie all’organizzazione di 11 Case Italia in 3 anni (Estive, Invernali e in collaborazione con le Federazioni): un circuito che ha generato 22 milioni di valore capitalizzato dei marchi dell’Ente e 49 milioni di ‘earned media (ADV equivalente)’ garantito da Italia Team durante Parigi 2024. Gli obiettivi si prefiggono di perseguire la strategia di sviluppo del Brand con azioni mirate legate alla partecipazione della Delegazione Italiana ai Giochi Olimpici e alle altre manifestazioni multidisciplinari ed individuare opportunità di racconto dei valori del CONI attraverso collaborazioni strategiche e partnership. Quindi rafforzare l’esperienza di Casa Italia nella correlazione tra sport e cultura, concept da espandere anche al di fuori delle sedi dei Giochi con il coinvolgimento dei Centri di Preparazione Olimpica, e consolidare la relazione con i partner strategici del CONI per proseguire il viaggio insieme da Milano Cortina 2026 a Los Angeles 2028.

Il Rapporto CONI–Censis, invece, analizza il ruolo dello sport come investimento sociale ed economico e il valore delle funzioni istituzionali svolte dal CONI nel sistema sportivo italiano. Lo sport non è solo pratica fisica o competizione agonistica, ma una risorsa strategica per il Paese: promuove salute, educazione, inclusione sociale, coesione territoriale e contribuisce anche alla crescita economica e occupazionale. Il CONI, ente pubblico non economico e articolazione nazionale del Comitato Olimpico Internazionale, svolge funzioni di disciplina, regolazione e coordinamento dello sport organizzato. La sua finalità principale è garantire il corretto funzionamento del sistema sportivo, assicurando regole comuni, tutela degli atleti, correttezza dei comportamenti, qualità degli impianti e rispetto dei valori della Carta Olimpica. Senza questa funzione pubblica, lo sport italiano perderebbe la sua natura di sistema unitario e regolato, con effetti negativi anche sulla partecipazione alle competizioni internazionali. La ricerca evidenzia una forte condivisione sociale del ruolo del CONI. Gli italiani riconoscono allo sport un’importante funzione educativa: oltre l’85% ritiene che contribuisca a formare “buoni cittadini”, promuovendo rispetto, lealtà e altruismo. È largamente condivisa l’idea che nello sport non debba esserci spazio per discriminazioni di genere, etnia, nazionalità o condizione economica, e che l’accesso alla pratica sportiva debba essere garantito a tutti. Lo sport è visto anche come strumento di crescita personale, capace di insegnare il valore dell’impegno, del sacrificio e della progettualità, soprattutto ai giovani.

Un altro tema centrale è la lotta al doping, considerata una funzione istituzionale essenziale: il 90% degli italiani la ritiene una priorità, sia per la tutela della salute degli atleti sia per il valore educativo e simbolico di una competizione leale. Lo sport organizzato è inoltre percepito come un potente fattore di coesione sociale e miglioramento della qualità della vita, soprattutto nei territori, contrastando isolamento e frammentazione sociale. Ampio consenso emerge anche sulla necessità di investire in impianti sportivi e scuole: la carenza di infrastrutture è vista come uno dei principali ostacoli alla diffusione dello sport. Allo stesso tempo, i successi internazionali degli atleti italiani – in particolare alle Olimpiadi – rafforzano il prestigio del Paese, alimentano l’orgoglio nazionale e stimolano la pratica sportiva tra i giovani, contribuendo al valore del “Brand Italia”. Sul piano economico, il Rapporto sottolinea che il finanziamento pubblico attuale al CONI (45 milioni di euro annui) non appare adeguato rispetto alla complessità e all’estensione delle funzioni svolte. Le stime indicano un valore economico delle attività istituzionali compreso tra 80 e 85 milioni di euro annui, in linea con altri enti regolatori. Trasferire i costi sugli operatori privati rischierebbe invece di ridurre inclusione ed equità.

In conclusione, il Rapporto afferma che il CONI rappresenta un presidio istituzionale indispensabile: investire nelle sue funzioni significa rafforzare lo sport come leva di sviluppo sociale, educativo ed economico per l’Italia. (agc)

 

Piano Operativo CONI 2025 - 2028 (15 dicembre 2025)

Presentazione CONI-Censis

Rapporto CONI-Censis - Il valore sociale delle funzioni istituzionali del CONI

 

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